Un piccolo gesto, avvenuto domenica mattina nella Santa Messa in suffragio dei donatori di sangue defunti (con un ricordo particolare per lo storico donatore Pietro, scomparso proprio pochi giorni prima della domenica della celebrazione ufficiale, e per Bianca Zenti, la vedova dello storico fondatore dell'A.V.I.S. scomparsa a sua volta in questi primi mesi dell'anno 2016), vale più del fiume di parole dei discorsi ufficiali e dei post del Gufo. Don Renè Zinetti prima di intonare insieme ai fedeli presenti alla funzione religiosa la preghiera del "Pater Noster", invita pubblicamente i rappresentanti delle delegazioni comunali e della delegazione provinciale A.V.I.S. ad andare, con i loro labari e i loro vessilli in alto, in mezzo ai fedeli, in tutti i banchi in cui i fedeli erano in piedi pronti per celebrare la preghiera insieme a Don Renè. La funzione è proseguita con la presenza, per pochi minuti, dei fedeli accanto ai rappresentanti dell'A.V.I.S., formando quel piccolo "procedere in cordata, con passo lento ma assiduo e costante" che il Gufo in diversi post ha descritto come il suo modo più quieto di procedere nella vita di tutti i giorni dopo gli anni della depressione e della stanza chiusa della solitudine e del dolore. Il Gufo, i rappresentanti A.V.I.S. e i fedeli tutti insieme grazie alla volontà di Don Renè Zinetti esattamente nello stesso modo in cui Marco Pannella agonizzante in un letto di ospedale (a causa di un male incurabile che pochi giorni dopo lo avrebbe portato alla morte) era idealmente unito a Papa Francesco nel momento in cui il Pontefice si trovava in mezzo ai profughi dell'isola greca di Lesbo: è la potenza delle Parole del Vangelo, che fanno compiere a persone di diversa provenienza geografica e sociale inaspettati gesti comuni e fanno vivere qualche istante di "vita in cordata" serena, quieta e rilassata
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