sabato 18 giugno 2016

IL GUFO RIVALUTA LE AMMINISTRAZIONI DELLA LEGA NORD E DEL "PATTO" SULLA VIABILITA' A TAGLIUNO: "SPEGNERE IL SEMAFORO DI TAGLIUNO E' STATA UNA CAZZATA DEMAGOGICA CHE HA CREATO ASSURDI PROBLEMI AL POPOLO"

La sentenza arriva inappellabile,  dal blog del Gufo,  nei giorni immediatamente precedenti a quelli sulla discussione in Gran Consiglio in materia di viabilità sulla S.P. 91   nelle frazioni di Tagliuno e di Calepio:   "spegnere il semaforo di Tagliuno senza avere in quel momento un progetto completo preliminare sulla sistemazione dell'intera viabilità da via Piave fino a Calepio  e  procedere con lavori  'a spezzatino'  inseguendo il singolo problema e la singola protesta dei cittadini residenti è stata una cazzata demagogica che ha creato assurdi problemi al popolo degli Stati Uniti di Castelli Calepio".   Quattro sindaci provenienti da diversi partiti politici prima di Giovanni Benini,  e si tratta precisamente di Fabio Plebani  (sindaco esponente del Partito Democratico con amministrazione espressione di un'alleanza tra centro sinistra e Lega Nord),  Ugo Belotti e Clementina Belotti  (amministrazioni monocolore della Lega Nord)  e  Flavio Bizzoni  (sindaco tesserato per il Popolo della Libertà con amministrazione espressione di una lista civica di centro destra come il  "Patto per Castelli Calepio"  con presenza in lista di qualche esponente di centro sinistra)  hanno compiuto sperimentazioni e progetti,  ma nessuno di loro aveva MAI spento il semaforo durante il proprio mandato,   e non si può dire che i progetti mancavano:  Flavio Bizzoni aveva preparato il progetto dell'anello di Tagliuno con i parchi lineari,  l'attuale amministrazione ripropone la variantina alla S.P. 91  che  aveva già progettato la precedente amministrazione leghista di Clementina Belotti  (ma l'attuale sindaco  "si dimentica"  sempre di specificare che il progetto di Clementina Belotti poggiava sul rilascio di una licenza commerciale per la realizzazione di un centro commerciale nuovo di zecca nell'area delle ex Fonderie Quintano e che era pertanto interamente finanziata dagli oneri di urbanizzazione e dalla futura I.M.U.  incassata in conseguenza della realizzazione del centro commerciale)  ma la loro impostazione tecnica e politica era stata   "prima diamo il  'via libera definitiva'  al centro commerciale dell'area ex Fonderie Quintano e portiamo a termine la bonifica del sito inquinato in modo da avere la fonte di finanziamento della soluzione ai problemi della viabilità,  quindi realizziamo il progetto completo e l'esecuzione dei lavori,  e solo alla fine  -  dopo aver regolato concretamente tutti gli aspetti della viabilità a Tagliuno e nella frazione di Calepio e dopo aver informato il popolo con serate pubbliche  -  possiamo procedere allo spegnimento definitivo del semaforo di Piazza Vittorio Veneto".    

L'attuale sindaco,  con decisione solitaria e soprattutto nonostante il parere contrario del consigliere comunale Pieremilio Pagani  (che gli aveva caldamente sconsigliato di spegnere il semaforo)  e ignorando i saggi consigli dei leghisti e di un paio di esponenti di Forza Italia che gli chiedevano di aspettare qualche mese per redigere prima un  "progetto complessivo dei lavori da eseguire e delle regole su divieti e semafori per l'intero tratto stradale tra Piazza Vittorio Veneto e Via Piave",   prima ha lanciato il proclama solenne su  "Araberara"  dicendo che avrebbe spento il semaforo di Tagliuno,   poi ha incassato i facili applausi degli automobilisti in transito nel centro di Tagliuno  (applausi provenienti in gran parte di cittadini non residenti a Castelli Calepio ai quali non frega assolutamente niente dei problemi di diminuzione della sicurezza per i pedoni residenti a Castelli Calepio)  e  alla fine ha speso un milione di euro per  "correre dietro"  a tutte le falle,  a tutte le voragini,  a tutti i problemi che si sono presentati dopo la sua demagogica decisione solitaria.    E adesso,  un anno e mezzo dopo lo spegnimento del semaforo  (e di tutti i semafori ad attraversamento pedonale sia a Tagliuno che a Calepio)  ci ritroviamo una marea di problemi:  divieti di svolta verso via Marconi e verso via Piave continuamente aggirati da diversi automobilisti  (nella quasi impunità per le loro imprudenti e spericolate manovre);   i residenti di via Piave e di via XI Febbraio e delle vie limitrofe che devono allungare il percorso verso casa di almeno un chilometro al giorno,  rimanendo alcuni minuti in più sulla strada  (e quindi creando traffico e inquinamento);   meno sicurezza per i pedoni che attraversano la strada e soprattutto per le persone anziane;  automobilisti e motociclisti che sfrecciano a elevata velocità nel centro di Tagliuno;  la farsa dei dossi prima messi dal sindaco e poi tolti dalla Provincia perchè erano irregolari,  vicenda che ha creato inutili tensioni e polemiche tra uffici comunali e uffici tecnici provinciali;   gli spartitraffico tra la piazza e via Marconi spesso  "aggirati"  da automobilisti;   il triste e orribile parcheggio  (privo di alberi,  di fontana,  di panchine e di altro arredo urbano esteticamente gradevole)  della ex piazza di Via Castellini che ha tolto un paio di alberi per sostituirli con l'asfalto;  i provvedimenti annunciati con clamore su  "Araberara"  prima di essere discussi e condivisi nelle sedi istituzionali della Giunta e del Consiglio Comunale.    SPEGNERE IL SEMAFORO DI TAGLIUNO NON E'  SERVITO A UNA MAZZA  e la mattina in pieno orario scolastico una marea di autovetture crea il solito effetto  "camera a gas"  e ci ricorda che la decisione demagogica,  presa senza passare prima dalla fase della discussione approfondita,  della condivisione di idee,  dell'ascolto dei consigli più saggi  (soprattutto quelli che provengono dai propri alleati di governo)  e  poi da una fase di progettazione e di esecuzione lavori eseguita in modo organico e completo e senza procedere  "a spezzatino",   questa decisione demagogica del sindaco Benini ha risolto un problema ma ne ha creati altri non meno gravi del problema che è stato risolto,  e quindi il Gufo rende giustamente onore ai quattro sindaci eletti con sistema maggioritario prima dell'attuale Imperatore  (Fabio Plebani,  Clementina Belotti,  Ugo Belotti e Flavio Bizzoni),   i quali magari avranno ecceduto in prudenza,  ma almeno ci hanno risparmiato soluzioni demagogiche e improvvisate e tutti quei problemi che nascono quando si agisce ascoltando la  "pancia"  del popolo dei bar  e  preferendo il proclama trionfale su  "Araberara"  piuttosto che la discussione del problema nelle sedi politiche e istituzionali         

3 commenti:

  1. Chissà che il 22 sera non ci sia un ripensamento rispetto a questo procedere "solitario". Tu che previsioni fai, Gufo?

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    1. Sicuramente si registrerà qualche apertura sulla viabilità ma il Gufo non si sbilancia fino a dire "la mozione sarà approvata e la commissione sarà costituita". Il vero problema è un altro: si dovrebbe iniziare a ragionare, nella maggioranza, sul fatto che siccome per ora è venuta a meno la possibilità di realizzare il centro commerciale nell'area ex Fonderie Quintano, quindi niente entrate da oneri di urbanizzazione e da I.M.U., probabilmente in questa legislatura "la madre di tutte le strade" non si può realizzare. La Lega Nord ha già preso in considerazione questa possibilità, e infatti consiglia di concentrare tutte le risorse su altre opere pubbliche "possibili e realizzabili" (cinema di Tagliuno, Oratorio di Cividino, riqualificazione non solo con asfalto e parcheggio ma anche con area verde e piccolo spazio per i cani dell'area ex tamburello di Tagliuno, nuove idee su Sport e Tempo Libero, l'informatore comunale da riportare in vita), ha già formulato diverse proposte che fino a oggi l'alleato ha accantonato perchè Benini vuole passare alla storia di Castelli Calepio come quello che ha spento il semaforo di Tagliuno e ha realizzato "la madre di tutte le strade". Massimiliano, sono trascorsi due anni e ormai è sempre più probabile che "la madre di tutte le strade" non si farà, visto che la crisi economica nazionale non si è ancora risolta e minaccia di trascinare i suoi effetti nefasti per altri anni: si riuscirà a produrre solamente il solito progetto cartaceo che, se non sarà condiviso con ampia maggioranza dai diversi gruppi politici di Castelli Calepio, nella prossima legislatura (in caso di cambio di maggioranza) rischia di diventare "carta straccia" da libro dei sogni e di dare vita alla solita inconcludente stagione del "fare per poi disfare"

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  2. Chissà che il 22 sera non ci sia un ripensamento rispetto a questo procedere "solitario". Tu che previsioni fai, Gufo?

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