domenica 17 luglio 2016

IL GUFO A SORPRESA "IN TURCHIA MEGLIO IL SULTANO ERDOGAN DI UNA DITTATURA MILITARE"

Può sembrare clamoroso e sorprendente che un vecchio arcaico e rigidissimo Gufo conservatore scriva un post a difesa di un  "sultano illiberale"  come il presidente turco Recep Tayyp Erdogan,  mentre i giornaloni della destra nazionale  (dal  "Giornale"  a  "Libero",  quelli che in Italia gridano continuamente al  "colpo di Stato comunista"  e ai governi nominati da Napolitano e non eletti dal popolo)  facevano il tifo per generali e militari che con i carri armati in piazza tentavano di rovesciare un governo democraticamente eletto dal popolo turco,   ma questo rigido e arcaico vecchio Gufo innanzitutto preferisce che un governo,  anche un governo autoritario che assume decisioni a volte illiberali in una democrazia imperfetta come quella turca,  possa essere rovesciato nelle elezioni politiche oppure con un voto di sfiducia in Parlamento piuttosto che da carri armati che invadono le vie della capitale turca e da ufficiali dell'esercito che si impossessano con la forza di Ministeri e sedi della televisione nazionale.    Qualcuno obietterà che  "le elezioni turche non sono sempre regolari"  ma il Gufo fa notare che Erdogan viene quasi sempre eletto con percentuali di voto di poco superiori al 40%  circa degli elettori:   non ottiene mai quella maggioranza assoluta che gli consentirebbe di modificare in modo illiberale la Costituzione,  e a volte è stato addirittura costretto a governare con coalizioni con altri partiti,  che lui riesce sempre a mettere in pratica,  da furbo e scaltro politico esperto in giochi e trasformismi parlamentari  (ma anche nel Parlamento italiano  "trasformismi"  e  "improvvisi cambi di casacca"  da un partito all'altro sono praticamente all'ordine del giorno).    Peraltro il Gufo ricorda ai giornali della destra italiana che nel complesso panorama politico turco Erdogan è considerato un esponente  "della destra conservatrice e religiosa",   infatti si sente politicamente più vicino agli esponenti del Partito Popolare Europeo  (il nostro ex premier Silvio Berlusconi e la cancelliera tedesca Angela Merkel sono in buoni rapporti politici con lui,  mentre i rapporti politici tra il presidente turco e il presidente democratico americano Barack Obama sono pessimi)  piuttosto che agli esponenti del Partito Socialista Europeo,  quindi il Gufo invita a non tirare fuori la solita trita e ritrita storiella del  "dittatore comunista".      

Il Gufo scende dalle ragioni dei principi democratici più elementari a problemi drammatici e pratici:  secondo voi,  cari lettori,  come può governare in questo momento storico drammatico un presidente turco se non utilizza  "il pugno di ferro"?   La Turchia in questo momento storico è una nazione sfortunatissima,   e un presidente che non agisce in modo autoritario e spregiudicato non potrebbe mai sopravvivere politicamente e probabilmente sarebbe rovesciato e destituito in pochi mesi.   Se ci si limita allo sguardo nudo e crudo della carta geografica,  la Turchia confina a Sud con due nazioni fallite e in stato di guerra come Iraq e Siria,  che invadono tutti gli anni i turchi con milioni di profughi in fuga dalla guerra,  destabilizzano i confini  e  l'ordine pubblico nelle città del Sud della Turchia,  trasformate ormai in immensi campi profughi e in vere e proprie  "polveriere"  dove si registra un impressionante  "mercato nero"  delle armi.   Nella parte europea,  la Turchia confina con le due nazioni dell'Unione Europea più disastrate e vicine al collasso finanziario e sociale,  ossia la Grecia e la Bulgaria:   anche in questa direzione i turchi sono destabilizzati dalle disastrose condizioni in cui versano queste due nazioni europee.   La Turchia è membro ufficiale della NATO  (dalla base militare turca di Incirlik decollano gli aerei impegnati nelle operazioni di bombardamento contro le basi di addestramento dell'ISIS)   ed è pressata dalla Russia di Putin e da Israele che si sono pesantemente immischiate nella guerra civile siriana,  aumentando confusione e caos al confine con la Turchia;  e come se non bastasse tutto questo caos internazionale,  la Turchia da anni è impegnata in una durissima guerra civile  (con tutto il corollario di repressioni feroci e crudeli)  nei confronti degli indipendentisti curdi.     Il presidente Erdogan è seduto perennemente su una polveriera,  circondato da nazioni al collasso,  pressato dalle più grandi potenze militari del pianeta,   travolto da uno scandalo giudiziario e finanziario che ha portato all'arresto per corruzione di diversi esponenti del suo partito,   con i  "vertici militari" che  (come dimostra il tentativo di colpo di Stato)  spesso sono infidi e traditori,  è  impegnato nel difficilissimo compito  (quasi impossibile,  aggiunge il Gufo)  di garantire un equilibrio interno tra i sostenitori della  "laicità di Stato"  introdotta da Kemal Ataturk  e  gli islamici più rigidi e tradizionalisti nella loro religiosità;   se qualcuno conosce un altro presidente migliore di Erdogan che riesce a governare decentemente  (con un equilibrismo politico che per forza di cose si deve trasformare in spregiudicatezza!!)   in questo incredibile  "nido di vespe",   si faccia avanti....    e magari l'Unione Europea pianga amaramente sul proprio drammatico errore politico di non aver aiutato la Turchia quando nel 2003 - 2004  all'inizio del suo mandato il presidente turco Erdogan aveva coraggiosamente iniziato a procedere con lente e caute aperture a riforme liberali,   sperando di avere in cambio l'adesione della Turchia all'Unione Europea  (come chiedevano caldamente due esponenti di governo importanti come il premier italiano Silvio Berlusconi e il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder,  che erano pratici e pragmatici e avevano compreso,  a differenza di tromboni incompetenti come i loro ex colleghi europei degli anni 2003 - 2004,  che quella era l'ultima occasione di evitare che la Turchia fosse rigettata verso la polveriera del Medio Oriente e  precipitasse nella deriva di tentazioni autoritarie),   e di averla respinta costringendola a rimanere sola ad affrontare i suoi gravissimi problemi interni ed esterni.    Il Gufo non esalta per nulla l'operato troppo autoritario del presidente Erdogan,   ma si limita a proporre semplicemente un'analisi,  una riflessione politica personale e un punto di vista che vuole far comprendere la realtà di quella nazione,  ossia che i problemi della società e della nazione turca  (che il presidente Erdogan deve affrontare)  sono decisamente più complessi e più devastanti dei problemi della nazione italiana e delle nazioni dell'Unione Europea,   e questo costringe  "il Sultano"  a usare metodi di governo molto più energici e autoritari rispetto a quelli delle nostre fortunate e ricche nazioni democratiche               

1 commento:

  1. Concordo sul fatto che, in linea di massima, sia preferibile un governo all'anarchia (molto simile ad un governo militare, non meglio imprecisato nè supportato in modo chiaro da non si sa chi), ma non sarebbe stato male se anche UK, Francia ed USA si fossero posti il problema, prima di lasciare terra bruciata cercando risorse (ma spacciandole per missioni di pace) in iraq, afghanistan e libia. Perchè poi le conseguenze le vediamo tutti (chi ha appoggiato e soprattutto armato i ribelli libici?) e la Francia ha ben poco di che lamentarsi.

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