lunedì 8 agosto 2016

I CRIMINI DI PACE DI POLITICI E GIORNALISTI CONTRO LE PERSONE DEPRESSE

Si è sentito spesso,  nei commenti di giornalisti e politici  (anche di livello nazionale)  sulle vicende drammatiche di cronaca nera che hanno visto tristemente persone depresse protagoniste di stragi,  una facilità estrema nella classica  "etichettatura"  della persona depressa come persona potenzialmente violenta e aggressiva,  portata per natura a commettere questo tipo di atti.   "Ha commesso quella strage perchè era un depresso"  (pronunciando la parola  "depresso"  con il classico tono di disprezzo)  e la vicenda è stata liquidata;   quelli invece che vedono la causa di  "terrorismo"  in qualsiasi vicenda,  banalizzano la questione  "depressione"  al contrario,  dicendo  "la depressione è una scusa che tirano fuori per giustificare questi atti".     Sono tutte cazzate pronunciate da gente alla quale è stato affidato il delicatissimo compito di guidare il popolo con capacità di giudizio sulle singole vicende e con saggezza,   di informare le persone utilizzando termini appropriati per ogni vicenda  (soprattutto quelle più complesse)  su cui si esprimono,   e che non dovrebbero mai sproloquiare con  "frasi fatte"  e ripetendo a pappagallo slogan demagogici da bar sport della piazza:  la persona depressa,  per sua natura e inclinazione,  di solito non è affatto una persona violenta ma è una persona remissiva,  una persona che ha scarsa autostima,  una persona che in quanto  "debole"  viene etichettata spesso con definizioni feroci che derivano da antichi pregiudizi.   La persona depressa è pericolosa soprattutto per sè stessa,  tende a compiere atti di autodistruzione,  si isola nel suo piccolo mondo e viene lasciata crudelmente bollire nel proprio brodo,   persino il pilota tedesco che soffriva di depressione e che si è schiantato con il proprio aereo sulle montagne compiendo una strage era motivato nel suo gesto sciaguratissimo dalla voglia di suicidio e di autodistruzione;   ma quando la persona depressa riesce a esprimersi,  è dotata di una profondità e dalla classica  "marcia in più"  che la spinge a creare autentici capolavori artistici.   I grandi depressi che hanno fatto la Storia come  Giacomo Leopardi e Vincent Van Gogh hanno lasciato all'Umanità capolavori irripetibili nel mondo della poesia e della pittura,   eppure nella loro epoca erano costretti a isolarsi,  spesso derisi dai loro stessi concittadini;   la vita di Van Gogh fu ricca di atti autodistruttivi compiuti contro la propria persona.   Il depresso è triste e solitario,  ma riesce a essere creativo quando viene curato adeguatamente e indirizzato a valorizzare le proprie caratteristiche personali e le proprie passioni;  i depressi di solito sono profondi nel loro dialogo assiduo e costante con la propria anima e grandi scrittori e pittori,  ma amano una vita lenta e non sopportano i ritmi forsennati e i rumori indecenti e assordanti di questa società che corre troppo veloce verso il proprio declino e verso la propria autodistruzione:   e alla luce di quello che ha scritto il Gufo in questo post,  il Gufo stesso non esita a definire  "crimini di pace contro le persone depresse"  queste etichettature quando provengono da giornalisti e politici ai quali è stato affidato il compito istituzionale e professionale  (importantissimo)   di capire e comprendere la natura dei problemi e di dare corrette informazioni ai cittadini e al popolo,  non di alimentare pregiudizi e soffiare sul fuoco solo per raccattare qualche facile consenso elettorale speculando su problemi  medici e sociali molto gravi che richiedono soluzioni complesse                 

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