mercoledì 9 novembre 2016

DONALD TRUMP E IL VECCHIO GUFO

Il vecchio Gufo è un tranquillo burocrate di paesello,  uno scrittore dilettante con la passione dei viaggi in pullman nelle nazioni europee,  ricerca il Bello Estetico in situazioni semplici e in antiche opere,   ha un umore spesso depressivo e un'indole quieta e passiva,  ha idee rigide e conservatrici,   è un personaggio di pensiero più che di azione.    Il vecchio Gufo vive nella consapevolezza che nessuno è eterno,  nessuno è insostituibile,   e prova sinceramente pena e pietà per i politici inchiavardati alla poltrona,   prima o poi ci viene richiesta indietro la Vita  e  in quel preciso momento il Gufo si augura personalmente di essere sufficientemente forte per apprezzare quel Bello Estetico che ha avuto la fortuna immensa di poter godere  e  di riuscire a descrivere,  grazie al meraviglioso dono che è la passione per la scrittura e per la descrizione di luoghi,  di situazioni,  di eventi.   E'  difficile quindi per il Gufo descrivere l'elezione di Donald Trump,  nuovo Imperatore degli Stati Uniti di America,  la nazione più potente del pianeta,   è impossibile per il Gufo provare a immedesimarsi anche solo per cinque minuti nell'anima del nuovo uomo più potente del mondo,   riuscire a descrivere  -  separato da migliaia di chilometri,  da uno spazio fisico e temporale immenso  e  da due temperamenti e caratteri,   quello pieno di energia e travolgente di Donald contrapposto all'indole quieta e remissiva di un vecchio Gufo spesso depressivo e pessimista  -  la solennità del momento,  il significato reale della situazione e dell'evento che oggi sconvolge il mondo intero,   con la divisione tra i tifosi scatenati,  che spesso fanno la figura di servi sciocchi dell'Imperatore di turno,  visto che l'uomo più potente del mondo del tifo furbetto e opportunista di un Salvini oppure di un Grillo qualsiasi se ne frega,  gli interessa meno di zero,   esattamente come se ne infischia  e  anzi in cuor suo sghignazza  della deplorazione e della indignazione dei  'salottieri miliardari'  della sinistra italiana.

Il vecchio Gufo in altri tempi avrebbe salutato con entusiasmo la trionfale elezione del candidato  'da salottino da thè'  che travolge e spazza via tutti i burocrati di partito,   ma alcune esperienze di vita vissuta hanno reso prudente e diffidente questo rigidissimo Gufo che ha imparato a non fidarsi degli slogan spregiudicati e delle facili promesse di questi bizzarri e pittoreschi personaggi,   anche perchè il Gufo in questo momento storico della sua esistenza ha idee politiche di destra antica e retrograda assolutamente minoritarie,   se non addirittura solitarie.    Il Gufo quindi rimane sul trespolo in prudente attesa degli sviluppi degli eventi,   ormai non crede più ai  'salvatori della Patria'  perchè la vita ha insegnato al Gufo,   a spese dello stesso Gufo,   che di solito le avventure politiche solitarie e autoritarie  -  non per colpa dell'Imperatore del momento,  che spesso possiede grande creatività,  ha ottime idee e buone intenzioni,   ma per colpa dei troppi  ''servi sciocchi e scemi del villaggio''  che lo circondano e che invece di fornire consigli sensati e suggerimenti rischiando l'impopolarità preferiscono approfittare della situazione e leccare il culo del potente per mantenere la propria posizione di piccolo potere e di privilegio  -  finiscono in modo burrascoso e disastroso,  e dopo l'Imperatore arriva un grigio burocrate,  un professore universitario oppure un commissario austero e rigidissimo,  chiamato a suon di stangate fiscali a risanare il bilancio fallimentare e in bancarotta  e  a  richiamare il popolo alla dura realtà che ha spazzato via i momenti felici degli anni meravigliosi della grande avventura,   ma dal suo prudente trespolo solitario questo vecchio Gufo,  totalmente diverso dall'Imperatore americano Donald,   spera in cuor suo che il Grande Imperatore americano riesca a fare la sorpresa,  a produrre il  'miracolo americano'  e a dimostrarsi saggio amministratore come un Vespasiano  e  magari al tempo stesso anche estroso e amato dal popolo come un Nerone 

NOTA FINALE DEL POST  -  la lezione più preziosa delle elezioni presidenziali americane del 2016  è  che dovremmo smetterla di considerare ogni singola elezione  e  anche il referendum costituzionale del 4 dicembre come  ''la madre di tutte le battaglie''  oppure come una questione di vita e di morte,   ma dovremmo avere una visione personale dell'evento elettorale più serena e più tranquilla,   mantenere una sana diffidenza quasi naturale verso i  'salvatori della Patria'  in modo da non crollare vittime della più profonda delusione nel caso in cui l'avventura solitaria dell'Imperatore del momento dovesse finire in modo burrascoso,  e conservare un'analisi personale non banale e non scontata accompagnata da una ricerca di possibili motivi di ottimismo anche davanti a eventi politici sconvolgenti  e  a verdetti elettorali che ci sembrano incomprensibili e assurdi   

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