Continua il caos e lo scandalo a Villa Clorinda dove dietro i muri del Palazzo della politica locale è iniziata la resa dei conti finale, quella in cui si deve trovare un colpevole ''di comodo'' a cui gettare addosso la croce per il fallimento politico e le disastrose litigate interne alla maggioranza che hanno portato al collasso questa legislatura comunale la quale ormai si trascina stancamente e penosamente verso un finale inglorioso e inconcludente, in realtà hanno già individuato due ''colpevoli di comodo'' che sono la ex assessora Clementina Belotti e il Gufo, colpevole di scrivere sul blog, colpevole di ribellione e di Lesa Maestà, colpevole per definizione di ogni misfatto che è accaduto nei tre anni e mezzo più sciagurati della storia politica di Castelli Calepio. Il problema è che per colpa dei ''comunisti'' di ''Castelli Calepio Cambia'' giacciono sui tavoli degli uffici comunali due argomenti bollenti che possono di nuovo fare divampare l'incendio. Massimiliano Chiari con richiesta scritta ha chiesto ciò che il sindaco per due volte in Consiglio Comunale ha dichiarato che era già pronto e a disposizione per essere consegnato dagli uffici, ossia la contabilità lavori definitivamente approvata dagli uffici stessi di via Castellini e dell'ampliamento della piazza Vittorio Veneto. In tempi normali e quieti sarebbe una pura richiesta di ordinaria amministrazione che si conclude con il consigliere di minoranza che riceve il malloppo di documenti in tempi ragionevolmente brevi e fa qualche osservazione critica nel merito e nella forma senza rilevare gravi intoppi e magari suggerendo alla maggioranza qualche piccola modifica migliorativa rispetto alla situazione esistente, e soprattutto senza che la storia possa diventare una polveriera a livello politico. Qui a una settimana dalla scadenza dalla richiesta di Massimiliano si scopre che non è ancora pronto una mazza e che si procede di fretta e a tappe forzate per tirare insieme qualcosa di credibile, perchè se non si consegna un resoconto magari non preciso al centesimo di euro ma almeno realistico e vicino alla verità contabile si rischia gravemente di non riuscire a evitare ''a rotta di collo'' e all'ultimo minuto che la vicenda possa precipitare verso la richiesta di una verifica alla Corte dei Conti e agli altri Enti di controllo sovra comunali, evento che a questo punto rischia di essere qualcosa di più concreto di una mera ''ipotesi di scuola''.
Incombe come un corvo nero anche l'interrogazione con la quale i due ''comunisti'' troppo curiosi, non essendo stati pienamente convinti dalla versione pubblicata sull'Eco di Bergamo con un articolo di giornale in realtà molto preciso nei dettagli, vogliono venire a conoscenza mediante risposta scritta e letta dal sindaco in aula di Consiglio Comunale delle circostanze che hanno portato il vice sindaco a restituire la delega al Patrimonio soprattutto in quel passaggio nel quale motivava la sua decisione con il fatto che pur avendo richiesto più volte e anche con richieste protocollate la consegna di documentazione relativa alle certificazioni di agibilità e sicurezza degli edifici scolastici questi documenti non gli erano mai stati consegnati dagli uffici. I due consiglieri di minoranza chiedono dettagliatamente le date e i documenti protocollati delle richieste rimaste inevase, chiedono di conoscere uffici e funzionari a cui erano state inviate le richieste e il motivo per il quale l'ufficio non aveva soddisfatto la richiesta del vice sindaco che agiva nella qualità di assessore con delega al Patrimonio e quindi chiedeva il ''minimo sindacale'' che una persona che ricopre quella carica deve richiedere, ossia di conoscere mediante relazione scritta le condizioni di agibilità e sicurezza nelle quali versano gli edifici pubblici a partire dalle scuole e dalle palestre come informazioni minime senza le quali non si possono programmare gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sugli immobili facenti parte del Patrimonio comunale. Questa richiesta giace ancora sul tavolo con il sindaco che si sta letteralmente tirando secco per tirare fuori uno straccio di motivazione decente da leggere in aula per dare lettura in aula di qualcosa che possa avere almeno una parvenza di giustificazione per ''tirare a campare'' senza danni irreparabili almeno in quella seduta di Consiglio Comunale. Si tratta quindi di due ''incidenti di percorso'' che potevano essere due questioni di semplice ordinaria amministrazione e che la maggioranza si ritrova in mezzo ai piedi nel momento più difficile della legislatura comunale, e quindi rappresentano dal punto di vista politico le classiche ''bucce di banana'' che in apparenza sono poco impegnative, ma sulle quali se uno non è attento rischia di scivolare pesantemente e di rimetterci politicamente l'osso del collo, perchè si viaggia nuovamente sul filo del rasoio e si ha la sensazione di ''orchestrina del Titanic'' che continua irresponsabilmente e allegramente a suonare mentre la nave ha iniziato ad affondare
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