"Dormi bene tesoro, e non preoccuparti di me" parole tradizionali e genuine che un marito (temporaneamente assente da casa per lavoro oppure per una semplice vacanza) pronuncia spesso per salutare la moglie prima di congedarsi per il sonno notturno, certo di poter riprendere la comunicazione il giorno dopo, magari al telefono, oppure quando ritorna a casa. Parole piene di emozione, che hanno riempito il cuore del Gufo, che sono state pronunciate esattamente 20 anni fa, quando nella serata del 11 maggio 1996, la guida di montagna Rob Hall (agonizzante e ormai avviato a morte sicura per congelamento, dopo aver trascorso da solo una notte alla temperatura di oltre 40 gradi sotto zero a oltre 8.600 metri di altitudine sul Monte Everest, in mezzo a una fortissima tempesta di neve e a un vento gelido, e dopo aver appreso dal "Campo Base" dalla segretaria della sua squadra di montagna "Adventure Consultants" Helen Wilton dalla radio satellitare che aveva insieme alla propria attrezzatura che tutti i tentativi di organizzare la difficilissima operazione di soccorso erano falliti a causa del maltempo) ha dedicato alla moglie, in una drammatica telefonata in cui entrambi sapevano che si sarebbero salutati per l'ultima volta prima che si compisse il tragico destino del decesso per congelamento di Rob Hall. La telefonata, richiesta da Rob Hall ai membri della sua squadra che erano già al sicuro nei campi intermedi e resa difficoltosa dagli ostacoli tecnici che incontrano le comunicazioni mediante telefono satellitare ad altitudini di oltre 8.000 metri, ci fornisce l'immagine straordinaria di un padre e di un marito che vuole rendere l'estremo saluto alla moglie in gravidanza, che si preoccupa per lei anche nelle condizioni fisiche e psicologiche più disperate e più estreme, che insieme a lei sceglie il nome da dare alla bambina che nascerà tra pochi mesi e che non potrà mai conoscere il proprio padre. Un uomo eroico che poteva salvarsi, se il giorno precedente (spinto da istinto di sopravvivenza) avesse abbandonato al suo destino il suo "cliente" Doug Hansen, ormai al collasso e allo stremo delle forze e impossibilitato a proseguire nella discesa: ma una guida alpina non abbandona mai il proprio cliente in difficoltà, anche se (nella lucidità di pensiero che in Rob Hall non è mai venuta a mancare anche in quelle drammatiche condizioni) è consapevole che questo suo atto di eroico coraggio e di altruismo gli costerà la perdita della propria stessa vita. Il Gufo anche questa sera onora pubblicamente e ricorda la straordinaria figura umana di Rob Hall, il suo amore per la montagna e per la Vita, il suo immenso amore per la moglie, e il coraggio incredibile di quella telefonata in cui come ultimo pensiero e come ultime parole ha semplicemente pensato di "fare coraggio" alla moglie che sapeva che non avrebbe rivisto mai più, visto che si apprestava lui stesso a dormire per sempre nel Riposo Eterno che il Destino aveva preparato per lui in quella mitica montagna chiamata Everest che lui aveva scalato diverse volte e che amava moltissimo
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