Prima di passare a illustrare nel merito la riforma costituzionale che si voterà a ottobre 2016, quando (indipendentemente dal numero degli effettivi elettori votanti, e quindi senza "quorum" da raggiungere) la maggioranza dei cittadini italiani dovrà decidere se approvare in via definitiva la riforma costituzionale che è stata appena votata da Camera dei Deputati e Senato a maggioranza assoluta, il Gufo sgombera il campo dalla demagogia imperante di chi dice "chi vota 'NO' manda a casa il Governo Renzi". Sono buffonate da politicanti da strapazzo: formalmente non è in gioco la sorte del governo (la mattina successiva a una eventuale vittoria del 'NO', Renzi potrebbe fregarsene e dire "resto in carica e non mi dimetto", e in tal caso la vittoria del 'NO' non avrebbe mandato a casa nessuno, perchè per mandarlo a casa si dovrebbe presentare e far votare a maggioranza alle Camere una mozione di sfiducia contro il governo in carica), ma si deciderà solamente se la riforma sarà definitivamente approvata oppure se (nel caso di vittoria del 'NO'), resterà tutto come adesso per almeno altri cinque anni, ossia il tempo di mandare a casa questo governo in carica, concludere la legislatura, andare a votare alle prossime elezioni politiche, far approvare dalla nuova maggioranza una nuova riforma costituzionale e poi sottoporla al voto dei cittadini mediante referendum confermativo. Si deve quindi analizzare il merito delle riforme e decidere se è migliore la nuova situazione che scaturisce per effetto dell'approvazione delle riforme con una maggioranza di voto 'SI' al referendum, oppure se le riforme sono una schifezza (peggiore persino della situazione attuale) e meritano di essere bocciate dagli elettori; tutto ciò che non riguarda "il merito concreto" di ciò che si vota sono solo pettegolezzi da Palazzi romani pieni di politicanti inconcludenti e demagoghi.
Il Gufo fa quindi l'informatore e illustra ai lettori del blog i principali provvedimenti che sono sottoposti al voto popolare, scusandosi in anticipo se il post è un po' lungo, ma si vota una riforma costituzionale e quindi si deve cercare di votare informandosi su quello che è sottoposto al giudizio degli elettori
NUMERO DEI SENATORI E DEI DEPUTATI se vince il 'NO' resta l'attuale numero di senatori e deputati (315 senatori, 630 deputati, e i "senatori a vita" che sono tutti gli ex presidenti della Repubblica al termine del loro incarico e cinque senatori nominati da ciascun presidente della Repubblica che restano in carica "a vita"); se vince il 'SI' alla riforma diminuisce drasticamente il numero dei senatori, che diventano 95 senatori (di cui 21 sindaci / senatori e 74 consiglieri / senatori) ai quali vanno aggiunti cinque senatori nominati da ogni presidente della Repubblica che non sono più in carica "a vita", ma restano in carica sette anni e al termine di questo periodo decadono dalla carica e sono sostituiti
ELEZIONE DEL NUOVO SENATO E FINE DEL BICAMERALISMO PERFETTO il nuovo "Senato delle Autonomie", se vince il 'SI' alla riforma, sarà espressione dei consiglieri regionali e dei sindaci, con ogni Regione che si vede attribuito un numero di consiglieri / senatori proporzionale al proprio numero di abitanti e di cittadini elettori, e pertanto i senatori saranno eletti dai consiglieri regionali e resteranno in carica per la durata del Consiglio Regionale. Pertanto il Senato non ha una durata fissa come la Camera dei Deputati: ogni volta che va in scadenza un Consiglio Regionale, i senatori di quella Regione sono rinnovati e sostituiti dal nuovo Consiglio Regionale che entra in carica dopo le elezioni, e quindi si può teoricamente verificare il fenomeno politico del "cambio continuo di maggioranza al Senato". Senato delle Autonomie e Camera dei Deputati diventano pertanto due organi "distinti e distanti" e viene a meno il "bicameralismo perfetto" che prevede che una legge è definitivamente approvata solo dopo il doppio voto favorevole di Camera dei Deputati e Senato: la Camera dei Deputati approva a maggioranza le leggi, il Senato può solo chiedere che queste leggi siano modificate, ma la Camera dei Deputati può "ignorare" la richiesta dei senatori e confermare l'approvazione della legge malgrado il parere negativo del Senato delle Autonomie (l'unica eccezione è che si tratta di leggi che cambiano il rapporto tra Stato e Regione: in tal caso la Camera dei Deputati può "ignorare" la richiesta dei senatori di cambiare la legge solo con un voto a maggioranza assoluta dei propri membri effettivi)
"LE DUE MAGGIORANZE" per effetto delle modifiche introdotte al sistema di elezione dei senatori dalla riforma costituzionale, se vincerà il 'SI' alla riforma si registrano due diverse maggioranze, elette in diversi momenti: la maggioranza della Camera dei Deputati nasce dal risultato delle elezioni politiche con la legge elettorale in vigore per la Camera, per avere la maggioranza al Senato delle Autonomie può essere sufficiente, tenuto presente che il nuovo Senato sarà eletto dai Consigli Regionali, vincere le elezioni regionali nelle principali Regioni italiane (quelle più popolose e con il maggior numero di elettori) anche con scarto risicato e con vittorie "di stretta misura", e anche il Presidente della Repubblica (che ogni sette anni elegge cinque senatori non più "a vita" ma "a rotazione" visto che al termine della durata del loro mandato decadono e devono essere sostituiti) potrebbe essere decisivo, in caso di equilibrio assoluto e assenza di una maggioranza netta tra i 95 senatori rappresentanti delle Regioni, con la scelta dei cinque nominativi da lui indicati a determinare una maggioranza politica piuttosto che la maggioranza politica alternativa
SOLO LA CAMERA DEI DEPUTATI VOTA LA FIDUCIA AL PREMIER se vince il 'NO' resta tutto come adesso (il premier entra formalmente in carica solo dopo aver ricevuto la fiducia di entrambe le Camere), se vince il 'SI' alla riforma il premier entra formalmente in carica dopo aver ricevuto il voto di fiducia della sola Camera dei Deputati che diventa l'unica delle due Camere a votare la fiducia e a poter sfiduciare il premier
IL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI DIVENTA LA "SECONDA CARICA DELLO STATO" se vince il 'NO' rimane tutto come adesso, ossia la "seconda carica dello Stato" (ossia il "presidente supplente" in caso di impedimento, morte oppure dimissioni del Presidente della Repubblica) è il Presidente del Senato; se vince il 'SI' alla riforma la "seconda carica dello Stato" diventa il Presidente della Camera dei Deputati
CAMBIA LA NORMATIVA SUI REFERENDUM POPOLARI se vince il 'NO' alla riforma i referendum popolari continuano a essere regolati dalla normativa attuale, che prevede il referendum abrogativo solo dopo la raccolta di almeno 500.000 firme e la validità del voto referendario solo se si raggiunge il "quorum" del 50% di elettori che si recano a votare. Se vince il 'SI' alla riforma la modifica dice che se si raccolgono almeno 800.000 firme per il referendum abrogativo, il "quorum" per la validità del voto referendario si abbassa drasticamente (si calcola il 50% non più su tutti gli elettori aventi diritto al voto, ma su quelli che si sono recati effettivamente a votare nell'ultima consultazione precedente il referendum)
RICORSO PREVENTIVO ALLA CORTE COSTITUZIONALE SULLE LEGGI APPROVATE DALLA CAMERA se vincerà il 'SI' alla riforma, dietro richiesta di almeno un quinto dei deputati la Corte Costituzionale potrà pronunciarsi sulla legittimità costituzionale di una legge prima che qualche altro soggetto faccia ricorso, togliendo di mezzo in modo rapido ogni dubbio di illegittimità della legge appena approvata dalla Camera dei Deputati (oppure togliendo di mezzo velocemente una legge incostituzionale) e scoraggiando fortemente in questo modo ulteriori eventuali contenziosi legali derivanti dalla contestazione di illegittimità costituzionale di una legge
Questi sono i punti principali della riforma costituzionale che andremo a votare nel mese di ottobre 2016, per decidere se tenerci per altri cinque anni il decrepito sistema attuale oppure se queste innovazioni meritano di essere sperimentate in quanto velocizzano e rendono più efficiente il processo legislativo. Non sono peraltro gli unici punti della riforma, altre modifiche (anche se di minore importanza rispetto a questi punti) devono essere votate, e quindi è necessaria una campagna elettorale referendaria che illustra il merito delle proposte, discute del merito delle proposte, spiega a fondo le ragioni del 'SI' e anche le ragioni del 'NO', in cui i politici possano far comprendere ai cittadini l'importanza di ogni singola modifica e dell'insieme di modifiche nel suo complesso, che secondo il Gufo può essere riassunto nello slogan "fine del bicameralismo perfetto, riduzione del numero dei senatori, più poteri alla Camera dei Deputati e nuovo Senato che deve occuparsi prevalentemente di regolare i rapporti tra Stato centrale e Regioni". Non si voterà, nel mese di ottobre, "per mandare a casa Renzi" oppure per decidere se Renzi ha governato bene oppure male, non avranno alcuna rilevanza gli atteggiamenti "spacconi" del premier oppure le questioni bancarie del padre del ministro Maria Elena Boschi, saranno tutte trombonate futili e inutili "alla Marco Travaglio" quelle che tirano in ballo questioni giudiziarie di singoli esponenti politici (che magari sono gravi, ma non hanno niente a che vedere con il merito del referendum sulla riforma costituzionale e del suo contenuto) e pertanto il Gufo auspica caldamente che i partiti politici e i gruppi politici di Castelli Calepio possano fare "campagna elettorale" illustrando nel merito le ragioni del 'SI' oppure del 'NO' alla riforma, "rimanendo sul pezzo" (e quindi sull'argomento nella sua reale concretezza) e lasciando perdere questioni tristissime da inconcludenti teatrini politicanti romani
Complimenti Gufo per il bel post informativo. Apprezzo anche la laicità della tua posizione, cosa che (mi riferisco all'apprezzamento) ti procurerà le solite ridicole accuse di essere "un comunista". Pazienza, cosa ci vuoi fare, probabilmente il tuo essere "di destra" ti verrà riconosciuto solo in forma postuma. Due considerazioni: se i sostenitori del "no" utilizzeranno l'argomento "mandiamo a casa Renzi", rischiano di perdere il referendum proprio in ragione della questione posta. Io, fossi in loro, ci andre cauto. Per quanto mi riguarda, voterò "sì" non perché la riforma l'ha fatta il governo Renzi, ma perché si tratta della prima riforma importante, per il nostro Paese, a memoria d'uomo. L'abolizione del bicameralismo perfetto vale, da sola, un sono "sì" alla riforma, la quale magari non sarà la migliore delle riforme possibili, ma è certamente meglio della borbonica situazione attuale. Vediamo di non farci del male, semplicemente perché si è contrari a Renzi: sarebbe come quello che si taglia le p... per far dispetto alla moglie.
RispondiEliminaIl Gufo auspica che anche qui a Castelli Calepio possa essere svolta una o più serate informative sull'argomento e inizia a proporre qualche domanda: un Senato così ridotto nei suoi poteri doveva essere completamente abolito?? La riduzione dei parlamentari doveva avvenire anche per la Camera dei Deputati?? (secondo il Gufo 630 deputati restano comunque "un esercito" rispetto alle effettive esigenze dell'Italia). E infine, con un premier che diventerà fortissimo (il suo destino dipenderà dalla sola Camera dei Deputati che con la prossima legge elettorale assegnerà un premio di maggioranza alla coalizione vincente), non era meglio introdurre anche il "contrappeso" di un Presidente della Repubblica eletto direttamente dal popolo e garante non solo dell'unità nazionale ma anche con poteri "direttivi" in Politica Estera per acquisire peso e prestigio nelle trattative internazionali?? Il "salottino da thè" attende con ansia queste serate informative locali, per arricchire l'informazione su una votazione che sarà molto più importante della semplice sorte di un governo come quello di Renzi
EliminaTutte questioni pertinenti e meritevoli di approfondimento. In serate informative, come proponi tu.
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