martedì 21 giugno 2016

IL GUFO "PRENDE IN GIRO" BEPPE GRILLO E IL M5S: "NELLA VITA SI NASCE INCENDIARI E SI FINISCE POMPIERI"

"NELLA VITA SI NASCE INCENDIARI E SI MUORE POMPIERI".   A differenza dell'incredibile Esercito dei Miracoli  (dai giornalisti di regime fino all'ultimo dei cittadini)  che sgomita clamorosamente per salire velocemente sul  "carrozzone dei vincitori",   con il solito opportunismo all'italiana,  il Gufo si ricorda benissimo quello che accadeva meno di 10 anni fa.   Il Grande Guru che insultava a raffica tutti quelli che gli capitavano a tiro:  lo psiconano,  il  "Vaffa Day",   i politici ladroni,   e il Gufo non riesce  (per ovvie ragioni)  a ricordare i milioni di insulti  "bava alla bocca"  contro Silvio B.  che erano vomitati dal blog di Beppe Grillo,  dalle pagine del  "Fatto Quotidiano",   le inchieste piene di scandali urlati a gran voce,   e quel giuramento  "noi non andremo mai nei talk show"  perchè i giornalisti della RAI e di Mediaset erano  "giornalisti di regime"  e  fanfaronate varie,   con una raffica di insulti contro il mondo intero  (contro i politici,  contro i banchieri,  contro i burocrati dell'Unione Europea  e  se non si sono scagliati contro il vecchio Gufo è solo perchè non sanno nemmeno che esiste il Gufo,  un blogger come loro anche se scrive da una postazione molto più modesta e solitaria rispetto al Super Blog del Grande Guru)  da far sembrare da lord inglese il linguaggio aggressivo e demagogico di Matteo Salvini  e  una marea di  "teorie del complotto"  da far apparire un dilettante allo sbaraglio il Silvio B.  che sproloquiava per 20 anni di  "complotti comunisti".   Adesso il futuro premier Di Maio si è accampato nella televisione pubblica,  dove imperversa tutte le settimane a illustrare il Verbo;  solo il premier fiorentino dilagante sugli schermi televisivi e la sua bellissima ministra Maria Elena Boschi sono presenti in televisione più di Di Maio.   Si sono accomodati anche loro sulle Grandi Poltrone,  hanno iniziato a incassare anche loro le Super Indennità Pubbliche e si sono trovati comodi:  nessuno di loro parla più di  "vincolo di due mandati consecutivi e poi tutti a casa",   del referendum sull'euro non ne parlano più  (si parla genericamente di  "referendum consultivo",  è meglio non disturbare i mitici  "poteri forti"  e scendere a patti con loro se si vuole tenersi stretta la poltrona faticosamente conquistata da pochi giorni)   il Gufo è pronto a scommettere che tutti,  a partire dagli arrivisti Di Maio e Raggi,  li ritroveremo  "politici a vita"  ancora in carica tra 20 anni,  pronti a pontificare e a predicare dagli schermi televisivi oppure dai social network.  

Il Gufo non crede a questi giovani fanfaroni la cui promessa di  "reddito di cittadinanza per tutti"   e di abolizione di Equitalia sono molto ambigue e irrealizzabili:   il Gufo sorride,  manca solo la promessa della ripetizione del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci  e  quella dell'abolizione delle tasse  e  poi il piatto è completo per la grande abbuffata;  dare un reddito di cittadinanza a tutte le persone attualmente disoccupate e senza lavoro costa circa 20 miliardi di euro,  l'importo di una pesante manovra finanziaria  "alla Monti",  ma quando si è all'opposizione è facile promettere di tutto e di più senza specificare con quali soldi si mantiene la promessa.    Sono nati incendiari nei giorni del  "Vaffa Day"  in cui distribuivano insulti come caramelle e adesso li vedi  "istituzionali",   pompieri e governativi;   anche i giornalisti di inchiesta e di assalto del  "Fatto Quotidiano"  hanno scoperto che esiste finalmente la possibilità di far parte del clan dei vincitori e hanno imparato velocemente l'arte di diventare scribacchini  "alla Sallusti"  (pieni di articoli servili e lascivi,  hanno fiutato il vento prima degli altri,  hanno la grande occasione di far carriera anche loro)  ogni volta che si trovano davanti un esponente del M5S.   La Lega Nord era un'altra storia,  una storia molto più seria di questa  (e non prometteva  "a destra e a sinistra"  come questi spregiudicati arrivisti,  ma aveva un obiettivo  -  giusto oppure sbagliato che fosse  -  come quello di essere  "il partito di riferimento"   per una parte della nazione,  le Regioni del Nord Italia,   espresso nello slogan  "Roma ladrona"  che non era certo uno slogan più rozzo e insultante delle urla demagogiche e sguaiate del Grande Guru Beppe Grillo:  forse è proprio per questo segno riconoscibile che la Lega sopravvive ancora oggi dopo 30 anni di storia e anche alcuni scandali che l'hanno travolta in passato),   ma è inutile spiegare questo semplice concetto a un popolo che,  come nelle migliori tradizioni italiane,  "corre velocemente"  sul Grande Carrozzone del vincitore per poter dire prima degli altri  "io sono sempre stato grillino"  e conquistare un posto al sole nella Terza Repubblica.   Non è più il momento dell'incendio e della rivoluzione ma è il momento di  "fare i pompieri":  si è sempre in tempo,  quando il vento cambierà  (e il vento della politica italiana,  come dimostra il Renzi trionfante del 2014  e  il Renzi in grave difficoltà del 2016,  cambia diverse volte e in modo anche molto rapido e inaspettato),   a cambiare idea per l'ennesima volta,  a compiere il solito giro di valzer,  e a tornare nella tranquilla rassicurante casa dei  "vecchi partiti ammuffiti"  che oggi consideriamo corrotti e decrepiti.    Il Gufo rimane tranquillo nella postazione solitaria del suo blog,   osserva gli eventi e li descrive,  augurandosi caldamente di essere smentito dai fatti e dai misfatti e di non dover rimpiangere amaramente i post di questi giorni;   la storia politica,  sociale e personale del Gufo è quella di una destra tranquilla e riposata  (molto minoritaria e praticamente isolata e solitaria all'interno di una destra italiana chiassosa,  caotica,  confusionaria,  pasticciona che impallina i dissidenti come il Gufo)  e non ha niente a che vedere  -  per fortuna del Gufo  -  con queste spericolate promesse da marinai con cui il Partito Democratico dominato da Renzi e gli spregiudicati  "grillini"  guidati dagli arrivisti Di Maio e Raggi si sfideranno fino all'ultimo voto    

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