NADIA GIUZZI di Montichiari è una donna semplice, una dipendente pubblica dell'azienda di trasporti APAM di Brescia, fa la conducente di autobus. Un giovane straniero sale sul pullman con un abbonamento scaduto, Nadia fa il proprio dovere e chiede spiegazioni, il giovane (visibilmente alterato e agitato) la insulta e poi la aggredisce fisicamente con spintoni per impedirle di chiamare le forze dell'ordine. Malgrado il tentativo di aggressione fisica Nadia riesce a chiamare soccorso, arrivano le forze dell'ordine e portano via l'aggressore; la lavoratrice, fortunatamente, se la cava con sette giorni di prognosi e con spavento, ma è una conclusione felice e fortuita: sarebbe stato sufficiente che uno solo dei passeggeri a sua volta reagisse male per scatenare una rissa con diversi feriti, invece per fortuna i passeggeri (sorpresi da questa scena improvvisa e turbolenta) sono rimasti tranquilli evitando che la situazione potesse degenerare.
BEAU SALOMON era un giovane studente americano, arrivato in Italia per ragioni di studio, nella capitale Roma: è rimasto vittima di un'aggressione violenta e di una rapina finita in tragedia, hanno ritrovato il corpo senza vita dello studente americano nel fiume Tevere, tutto per rubare la sua carta di credito e quattro soldi. La rapina è sempre un reato gravissimo e insensato, e non esiste nulla di più tragico e ingiustificabile che togliere la vita a un'altra persona solo per questioni di soldi; il Gufo non può fare altro che auspicare che la condanna penale per l'assassino sia severissima e senza attenuanti, che sarebbero una provocazione e una gravissima offesa per i due genitori dello studente che hanno perso per sempre il figlio in circostanze drammatiche come quelle di un tentativo di rapina
EMMANUEL CHIDI NAMDI era un 39enne nigeriano che passeggiava tranquillamente per le strade di Fermo, nelle Marche, insieme alla moglie; improvvisamente un tizio ha insultato la moglie con un'offesa razzista definendola "una scimmia". L'uomo ha reagito, è nata una rissa tra l'italiano che ha lanciato l'offesa e il nigeriano, la situazione è degenerata rapidamente e l'italiano con un pugno violento ha colpito il nigeriano, che è morto dopo poche ore per le conseguenze di quel colpo. Una vita distrutta per sempre, una donna rimasta vedova, magari qualcuno dirà che la dinamica del fatto non è chiara (ma quando si scatena una rissa violenta tra due persone purtroppo si sa benissimo che uno dei due subirà le conseguenze fisiche peggiori, che spesso sono irreparabili e drammatiche) ma una circostanza non ammette dubbi: senza quell'insulto razzista il nigeriano Emmanuel sarebbe andato tranquillamente per la propria strada e nulla di grave sarebbe mai accaduto. Una vita distrutta irrimediabilmente e una donna vedova solamente perchè un tizio si è permesso un insulto razzista: anche in questo caso il Gufo auspica un rapido processo e una punizione pesante per il colpevole perchè è inaccettabile, dal punto di vista umano e sociale, che una persona ha perduto la vita a causa di una rissa per futili motivi come un'offesa razzista. Emmanuel era fuggito in Italia dalla Nigeria per salvarsi la vita in una nazione devastata dalla guerra civile sanguinosa e feroce scatenata dal gruppo criminale e terrorista "Boko Haram" nel Nord della nazione africana, era cattolico (a quanto riferiscono le cronache), e non si sarebbe mai aspettato che per lui sarebbe stata fatale non la guerra devastante della sua nazione originaria, ma l'incontro con tizio che si è permesso di insultare la propria moglie
CECILE KYENGE è stata per un anno Ministro della Repubblica italiana durante il Governo Letta, non si è distinta per meriti particolari, non ha fatto nulla di eccezionale, ma a differenza di molti suoi colleghi politici "italiani duri e puri" (che hanno governato in modo indecente dimostrando inettitudine e cialtroneria totale) non ha fatto danni alla nazione. L'ex ministro della Repubblica ed ex vice presidente del Senato Roberto Calderoli si è permesso un insulto razzista definendo "un orango" la signora Kyenge mentre era ministro in carica. In una qualsiasi nazione europea decente (Germania, Austria, Spagna, Francia, Olanda) dopo una simile caduta di stile imbarazzante per un ex ministro della Repubblica, Calderoli si sarebbe dovuto dimettere immediatamente dal suo incarico di parlamentare per ovvie ed evidenti ragioni; in Italia è rimasto in carica e dopo una piccola "bufera mediatica" di qualche giorno, tutto è finito a pacche sulle spalle e a "tarallucci e vino". In una nazione dove è stato addirittura celebrato (con grande clamore mediatica di giornali e televisioni) un "VAFFA DAY" in cui un ex comico si è permesso di insultare la metà dei politici italiani definendoli ladri, corrotti e mafiosi in un volgare turpiloquio andato avanti per anni, probabilmente l'insulto razzista di Calderoli è stato considerato una quisquilia se paragonato a quel turpiloquio pieno di oscenità, di sproloqui, di frasi deliranti, di avventurosa demagogia e di vaneggiamenti del Grande Guru e dei suoi servitori
ILARIA CAPUA era una scienziata di fama mondiale, eletta nel 2013 in Parlamento nella lista "Scelta Civica" di Mario Monti, e aveva condotto con successo ricerche per isolare il virus dell'influenza aviaria sugli esseri umani. E' stata accusata di "traffico illecito di virus" e di una serie di potenziali gravissimi reati in un'inchiesta che è durata due anni, prima che la scienziata fosse definitivamente assolta perchè il fatto non sussite, senza che nessuno di quelli che si occupavano dell'inchiesta l'ha interrogata in quei due anni. Oltre alla sciatteria di alcuni giudici (meno male che ne ha trovato uno dotato di buon senso che, alla fine dell'inchiesta e dopo aver valutato con serietà che il fatto non sussisteva, l'ha assolta prima ancora di iniziare un processo), in quei due anni è stata "impallinata" dallo scandalo mediatico sollevato dai giornali e da alcuni parlamentari del M5S che ne chiedevano le dimissioni (e anche dai soliti commentatori forcaioli dei social network che la insultavano pesantemente) senza tenere conto del principio garantista e liberale che una persona, fino al momento della condanna giudiziaria, è da considerare non colpevole per una "presunzione di innocenza" che è un diritto costituzionalmente garantito per tutti. Purtroppo l'hanno assolta troppo tardi: Ilaria si era stancata di aspettare, e dopo due anni trascorsi "sulla graticola" in una situazione di totale incertezza, ha ricevuto una buona offerta di lavoro dagli Stati Uniti e l'ha accettata, si è dimessa da parlamentare e si è trasferita in Florida. La scienziata con il suo patrimonio di conoscenza lavorerà all'estero contribuendo a dare una mano alla sanità americana, l'Italia si tiene invece i tromboni che l'hanno accusata perchè "hanno creduto a pappagallo" alle pagine dei giornali e ne avevano chiesto le dimissioni senza sapere una mazza di quello che era realmente accaduto e senza fare le dovute verifiche (sarebbe dovere di un parlamentare, che ha una funzione più delicata e meglio retribuita rispetto a quella del giornalista e del blogger, approfondire le vicende e studiarle a fondo prima di prendere posizioni pubbliche severe come la richiesta di dimissioni fatta a un proprio collega)
In questi giorni di "tempesta finanziaria e mediatica" sui piccoli e grandi scandali giudiziari, sulle indagini e sul crollo in Borsa delle quotazioni dei titoli bancari in quanto alcuni grandi istituti di credito italiano rischiano il collasso finanziario, si leggono analisi approfondite sulle ragioni della crisi italiana. Il Gufo di quelle analisi se ne frega: è sufficiente per il lettore leggere queste "cinque storie italiane" brevemente riassunte dal Gufo per trovarci dentro tutto il marciume peggiore dell'Italia, compreso quello dei politici demagoghi e forcaioli che parlano a vanvera cadendo nel turpiloquio e nell'insulto razzista, ma soprattutto la violenza fisica e verbale in continuo aumento (e ormai dilagante) della gente comune, quella che insulta i politici ladroni da mattina a sera ma che spesso aggredisce e uccide le persone per un tentativo di rapina degenerato in tragedia, oppure per tentare di salire su un pullman senza pagare il biglietto, oppure per il più futile e odioso di tutti i motivi, ossia quello di aver provocato una rissa per una maledetta offesa razzista nei confronti di una persona che passeggiava tranquillamente per la strada insieme alla moglie. Siamo tutti cittadini del mondo, e queste storie raccontate brevemente dal Gufo vogliono stimolare la riflessione anche sulla provvisorietà e sulla precarietà della vita umana, fragile e preziosa, che purtroppo a volte viene distrutta e si interrompe tragicamente per alcuni atti di violenza improvvisi sciagurati e irresponsabili, che sono il peggio della nostra natura umana e che ci raccontano a quali abissi di miseria morale può precipitare un uomo quando si abbandona a questi tragici gesti di gravissima e inutile violenza
EMMANUEL CHIDI NAMDI era un 39enne nigeriano che passeggiava tranquillamente per le strade di Fermo, nelle Marche, insieme alla moglie; improvvisamente un tizio ha insultato la moglie con un'offesa razzista definendola "una scimmia". L'uomo ha reagito, è nata una rissa tra l'italiano che ha lanciato l'offesa e il nigeriano, la situazione è degenerata rapidamente e l'italiano con un pugno violento ha colpito il nigeriano, che è morto dopo poche ore per le conseguenze di quel colpo. Una vita distrutta per sempre, una donna rimasta vedova, magari qualcuno dirà che la dinamica del fatto non è chiara (ma quando si scatena una rissa violenta tra due persone purtroppo si sa benissimo che uno dei due subirà le conseguenze fisiche peggiori, che spesso sono irreparabili e drammatiche) ma una circostanza non ammette dubbi: senza quell'insulto razzista il nigeriano Emmanuel sarebbe andato tranquillamente per la propria strada e nulla di grave sarebbe mai accaduto. Una vita distrutta irrimediabilmente e una donna vedova solamente perchè un tizio si è permesso un insulto razzista: anche in questo caso il Gufo auspica un rapido processo e una punizione pesante per il colpevole perchè è inaccettabile, dal punto di vista umano e sociale, che una persona ha perduto la vita a causa di una rissa per futili motivi come un'offesa razzista. Emmanuel era fuggito in Italia dalla Nigeria per salvarsi la vita in una nazione devastata dalla guerra civile sanguinosa e feroce scatenata dal gruppo criminale e terrorista "Boko Haram" nel Nord della nazione africana, era cattolico (a quanto riferiscono le cronache), e non si sarebbe mai aspettato che per lui sarebbe stata fatale non la guerra devastante della sua nazione originaria, ma l'incontro con tizio che si è permesso di insultare la propria moglie
CECILE KYENGE è stata per un anno Ministro della Repubblica italiana durante il Governo Letta, non si è distinta per meriti particolari, non ha fatto nulla di eccezionale, ma a differenza di molti suoi colleghi politici "italiani duri e puri" (che hanno governato in modo indecente dimostrando inettitudine e cialtroneria totale) non ha fatto danni alla nazione. L'ex ministro della Repubblica ed ex vice presidente del Senato Roberto Calderoli si è permesso un insulto razzista definendo "un orango" la signora Kyenge mentre era ministro in carica. In una qualsiasi nazione europea decente (Germania, Austria, Spagna, Francia, Olanda) dopo una simile caduta di stile imbarazzante per un ex ministro della Repubblica, Calderoli si sarebbe dovuto dimettere immediatamente dal suo incarico di parlamentare per ovvie ed evidenti ragioni; in Italia è rimasto in carica e dopo una piccola "bufera mediatica" di qualche giorno, tutto è finito a pacche sulle spalle e a "tarallucci e vino". In una nazione dove è stato addirittura celebrato (con grande clamore mediatica di giornali e televisioni) un "VAFFA DAY" in cui un ex comico si è permesso di insultare la metà dei politici italiani definendoli ladri, corrotti e mafiosi in un volgare turpiloquio andato avanti per anni, probabilmente l'insulto razzista di Calderoli è stato considerato una quisquilia se paragonato a quel turpiloquio pieno di oscenità, di sproloqui, di frasi deliranti, di avventurosa demagogia e di vaneggiamenti del Grande Guru e dei suoi servitori
ILARIA CAPUA era una scienziata di fama mondiale, eletta nel 2013 in Parlamento nella lista "Scelta Civica" di Mario Monti, e aveva condotto con successo ricerche per isolare il virus dell'influenza aviaria sugli esseri umani. E' stata accusata di "traffico illecito di virus" e di una serie di potenziali gravissimi reati in un'inchiesta che è durata due anni, prima che la scienziata fosse definitivamente assolta perchè il fatto non sussite, senza che nessuno di quelli che si occupavano dell'inchiesta l'ha interrogata in quei due anni. Oltre alla sciatteria di alcuni giudici (meno male che ne ha trovato uno dotato di buon senso che, alla fine dell'inchiesta e dopo aver valutato con serietà che il fatto non sussisteva, l'ha assolta prima ancora di iniziare un processo), in quei due anni è stata "impallinata" dallo scandalo mediatico sollevato dai giornali e da alcuni parlamentari del M5S che ne chiedevano le dimissioni (e anche dai soliti commentatori forcaioli dei social network che la insultavano pesantemente) senza tenere conto del principio garantista e liberale che una persona, fino al momento della condanna giudiziaria, è da considerare non colpevole per una "presunzione di innocenza" che è un diritto costituzionalmente garantito per tutti. Purtroppo l'hanno assolta troppo tardi: Ilaria si era stancata di aspettare, e dopo due anni trascorsi "sulla graticola" in una situazione di totale incertezza, ha ricevuto una buona offerta di lavoro dagli Stati Uniti e l'ha accettata, si è dimessa da parlamentare e si è trasferita in Florida. La scienziata con il suo patrimonio di conoscenza lavorerà all'estero contribuendo a dare una mano alla sanità americana, l'Italia si tiene invece i tromboni che l'hanno accusata perchè "hanno creduto a pappagallo" alle pagine dei giornali e ne avevano chiesto le dimissioni senza sapere una mazza di quello che era realmente accaduto e senza fare le dovute verifiche (sarebbe dovere di un parlamentare, che ha una funzione più delicata e meglio retribuita rispetto a quella del giornalista e del blogger, approfondire le vicende e studiarle a fondo prima di prendere posizioni pubbliche severe come la richiesta di dimissioni fatta a un proprio collega)
In questi giorni di "tempesta finanziaria e mediatica" sui piccoli e grandi scandali giudiziari, sulle indagini e sul crollo in Borsa delle quotazioni dei titoli bancari in quanto alcuni grandi istituti di credito italiano rischiano il collasso finanziario, si leggono analisi approfondite sulle ragioni della crisi italiana. Il Gufo di quelle analisi se ne frega: è sufficiente per il lettore leggere queste "cinque storie italiane" brevemente riassunte dal Gufo per trovarci dentro tutto il marciume peggiore dell'Italia, compreso quello dei politici demagoghi e forcaioli che parlano a vanvera cadendo nel turpiloquio e nell'insulto razzista, ma soprattutto la violenza fisica e verbale in continuo aumento (e ormai dilagante) della gente comune, quella che insulta i politici ladroni da mattina a sera ma che spesso aggredisce e uccide le persone per un tentativo di rapina degenerato in tragedia, oppure per tentare di salire su un pullman senza pagare il biglietto, oppure per il più futile e odioso di tutti i motivi, ossia quello di aver provocato una rissa per una maledetta offesa razzista nei confronti di una persona che passeggiava tranquillamente per la strada insieme alla moglie. Siamo tutti cittadini del mondo, e queste storie raccontate brevemente dal Gufo vogliono stimolare la riflessione anche sulla provvisorietà e sulla precarietà della vita umana, fragile e preziosa, che purtroppo a volte viene distrutta e si interrompe tragicamente per alcuni atti di violenza improvvisi sciagurati e irresponsabili, che sono il peggio della nostra natura umana e che ci raccontano a quali abissi di miseria morale può precipitare un uomo quando si abbandona a questi tragici gesti di gravissima e inutile violenza
Concordo Gufo, e non aggiungo altro.
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