giovedì 11 agosto 2016

IL "GUFO ROMANO" DESCRIVE IL SUO MONUMENTO PREFERITO DELL'ANTICA ROMA: IL CARCERE MAMERTINO ("TULLIANUM")

Questa sera il Gufo è in vena di argomento solenne e vi parla della sua esperienza nella Capitale,  a Roma;  per il vecchio Gufo Roma vuol dire soprattutto un luogo antico a cui questo scrittore solitario si è affezionato,  "er buco",  il carcere più antico di Roma,  il mitico  "Carcere Mamertino"  detto anche  "Tullianum".    E'  assai stravagante questo vecchio Gufo:  tutti visitano Roma per il Colosseo,  per lo spettacolo delle rovine dell'antica Roma al Foro Romano,  per i Musei Vaticani,  magari per una partita di calcio allo Stadio Olimpico  (ad esempio il derby tra Roma e Lazio),   e il vecchio Gufo quando parla di Roma si illumina solamente per  "er buco",  il carcere.   I più grandi nemici di Roma morirono in quel carcere,  nel quale furono imprigionati:  il Re di Numidia Giugurta  (quello che uscendo da Roma disgustato dalla corruzione di alcuni senatori pronunciò la famosa frase  "città venale,  venderesti anche te stessa,   se solo tu trovassi un compratore"),  il grande condottiero dei Galli Vercingetorige,  il prefetto Lucio Seiano  (che fu rinchiuso nel carcere accusato di avere complottato contro l'Imperatore Tiberio),   il generale Simone di Giora che fu catturato dall'Imperatore Tito nella battaglia di Gerusalemme contro gli israeliani che si erano ribellati all'Impero.   La parte inferiore del  "buco"  è veramente terribile,  una piccolissima cella collegata alla parte superiore solo da una piccola scaletta,  e una grata sopra la cella,  esprimono la condizione terribile dei prigionieri:  in quel buco,  con limitatissime e ridotte capacità di movimento,  il prigioniero spesso impazziva,   anche se l'africano Giugurta  -  un uomo pieno di fierezza e un indomabile condottiero  -   prendeva in giro i carcerieri ironizzando contro il  "bagno troppo freddo"  dei romani.    Nella versione moderna del  "Tullianum"  (il Gufo aveva visitato anche quella più antica)  esiste una piccola sala proiezioni in cui viene illustrato un documentario ai turisti per spiegare la storia del carcere,  e delle gesta eroiche dei nemici di Roma che avevano pagato prima con la detenzione e poi con la vita la loro ribellione contro l'Impero Romano;    ma a parte questo,  non esiste nulla di bello nel  "buco"  se non la sensazione di quiete,  di silenzio,  di riflessione austera e un po'  solenne,   di un tempo destinato a essere infinito e a trascorrere molto lentamente nella piccola cella del carcere,   e magari è proprio questa lentezza e questa solitudine del carcerato e del carceriere che è la caratteristica naturale del  "buco"  che rende questo luogo,  inspiegabilmente,  molto attraente per il vecchio Gufo 

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