lunedì 17 ottobre 2016

IL GUFO ILLUSTRA A MASSIMILIANO CHIARI E A DOMENICO SPANO' LA FATICA DI ESSERE DI DESTRA

Il Gufo questa sera,  giornata del 46mo compleanno,  vuole scrivere un post  (che condividerà sulle pagine Facebook di Domenico Spanò  e  di Massimiliano Chiari in modo da aprire una loro libera riflessione)  su un argomento inedito,  che il Gufo si sente addosso in modo pressante,  e a cui il Gufo attribuisce un titolo drammatico:  la fatica pesantissima di essere  "di destra"  (oggi,  qui,  in Italia,  negli Stati Uniti di Castelli Calepio).   In realtà questa fatica,  negli ultimi anni della sua vita,  fu sulle spalle di uno scrittore solitario e pessimista molto più illustre e famoso del Gufo,  il grande giornalista Indro Montanelli.    Il Gufo a livello locale si trova nella medesima situazione in cui si trovava Indro Montanelli a livello nazionale:  svegliare quella massa di lettori  (la folla che è femmina,  e che va nutrita a suon di spegnimenti di semafori  e  di spettacoli teatrali fatti di grandi annunci e di solenni promesse)   innamorati di un venditore di fumo e di promesse.   Non ha nessuna importanza se promettono la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina oppure la  "madre di tutte le strade"  qui a Castelli Calepio:  quello che conta è che siamo alla replica locale  (che è come tutte le repliche triste e di scadente qualità,  perchè l'originale è sempre migliore dei replicanti)   dello show del Ventennio di Silvio B.  a livello nazionale.    Siamo alle stesse parole,  e purtroppo anche agli stessi fatti.    Lo show è iniziato  (anche negli Stati Uniti di Castelli Calepio)  con la solenne promessa  "non aumenteremo mai le tasse,  è una roba da comunisti"  (a livello nazionale la promessa era  "non metteremo mai le mani nelle tasche degli italiani")  e invece dopo soli 15 mesi da quella promessa si è registrata,  in una serata prima delle ferie estive,  la più pesante stangata fiscale della storia di Castelli Calepio con I.M.U.  e  addizionale locale aumentate fino all'aliquota massima prevista dalle leggi nazionali.   Il teatrino è andato avanti con la solita solfa trita e ritrita delle beghe interne tra Lega Nord e Forza Italia con la Lega Nord a livello locale che,  esattamente come ha tentato vanamente di fare Gianfranco Fini a livello nazionale,  ha tentato vanamente di riportare alla ragione il Grande Imperatore.

Lo show locale deve continuare a riprodurre fedelmente il copione dello show nazionale e quindi siamo alla fase in cui volano gli stracci tra gli alleati,  con l'uomo del fare che è rapidamente trasformato nell'uomo delle fanfaronate e delle promesse in libertà,   e questa è la fase in cui si deve dare la colpa a quelli che hanno governato prima.  Silvio B.  aveva un capro espiatorio fisso  (i giudici e il Presidente della Repubblica comunista)  qui il capro espiatorio sono le ex giunte democristiane,  leghiste  e  la ex giunta  "comunista"  della lista civica di Flavio Bizzoni.   A livello nazionale l'ex segretario nazionale del Popolo della Libertà Angelino Alfano viene definito di sinistra e a livello locale Benini definisce spesso l'ex sindaco Flavio Bizzoni,   che era tesserato per il Popolo della Libertà,  come un comunista e un disfattista.   Non possono mancare le beghe con le donne,  nell'avventura nazionale Silvio B.  era il protagonista assoluto delle serate allegre di Arcore,  nell'avventura locale non esiste la villa di Arcore e quindi ci dobbiamo semplicemente accontentare di un sindaco maschilista e maleducato che zittisce le assessore donne in Consiglio Comunale e che scivola spesso in continue gaffes e frasi infelici contro le donne da lui considerate di sinistra.  Tutti quelli che remano contro  (Indro Montanelli a livello nazionale e il Gufo a livello locale)  ovviamente sono considerati di sinistra,   ma forse invece che essere due gufi che remano contro erano semplicemente due scrittori solitari,  depressi e pessimisti che tentavano di ammonire il popolo sulla triste fine delle vicende in cui si registra la recitazione e il monologo dell'uomo solo al comando,  soprattutto quando si definisce un uomo del fare,  peraltro il copione non è nuovo visto che anche l'attuale premier Matteo Renzi se la prende spesso con i gufi e con i profeti di sventura.      

Il fatto incredibile,  cari Massimiliano e Domenico,  non è la ripetizione dell'avventura che avrà un finale meno drammatico perchè un proverbio famoso recita  "la storia si ripete spesso,  la prima volta si conclude in tragedia e la seconda volta finisce in farsa",   ma il fatto clamoroso è che la nonostante la ripetizione della storia è talmente palese da presentare gli elementi evidentissimi descritti dal Gufo in questo post,   "la folla è femmina"  e applaude a gran voce l'uomo del fare,   e quando qualcosa va storto  -  come la vicenda delle tasse che nelle promesse elettorali non dovevano aumentare e nella realtà sono arrivati a livelli record  -  invece di prendere atto dei fatti reali molti tentano di impallinare il Gufo menagramo che si limita a fare la cronaca e a descrivere i fatti locali,   arrivando al punto di liquidarlo velocemente come un Gufo di sinistra,  e di tutta la tristezza di questa storia,   quello che fa cascare le braccia al Gufo è essere definito di sinistra solamente per il fatto che non vuole più partecipare in prima persona alle avventure e ai monologhi solitari degli uomini del fare che proclamano sui giornali che quelli che governavano prima di loro erano tutti una massa di incapaci,  e meno male che sono arrivati loro a salvare il popolo....   

POST SCRIPTUM  -  a livello nazionale siamo già pronti per un altro monologo solitario di un ex comico che imperversa da un blog,  che magari durerà per un altro Ventennio,  e anche in questo caso il proverbio italiano è rispettato,  visto che il precedente avventuriero era un imprenditore di successo,   mentre il nuovo predicatore che viene applaudito a piene mani dalla folla che è femmina  (per fare in modo che la ripetizione della storia da tragedia possa diventare una farsa)  non poteva essere niente altro che un ex comico che non fa più nemmeno ridere,  nelle sue battute volgari e nei suoi continui  "VAFFA"  con cui insulta tutti gli avversari.   Essere di destra,  per il vecchio Gufo,  significa solamente non partecipare in prima persona a queste avventure demagogiche e tentare di mettere in guardia il popolo sui rischi politici e sulle conseguenze spesso nefaste delle legislature nazionali e locali dominate dall'uomo solo al comando oppure dal Grande Guru che fa e disfa a suo piacimento,   e purtroppo questo difficile compito rende il Gufo estremamente impopolare e più simile a un menagramo piuttosto che a uno scrittore e a un cireneo della cronaca locale 
     

         

5 commenti:

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  3. Ciao Gufo, che dire, ho letto con attenzione ma diciamo che sull'argomento ci eravamo già "affrontati".
    Non entro come al solito nel merito della situazione politica del paese, non perché non mi interessi ma parto dall'idea che si debbano sempre sentire le due campane, e non avendo la possibilità di farlo direi stupidaggini.
    Quello che contesto non è quanto asserisci ma il fatto che sostieni una cosa ma, a mio parere, ne fai un'altra.
    Vedi, se io leggo il tuo post non vedo qualcosa di DX ma qualcosa di ovvio, nel senso che "svegliare la massa di lettori" è lo stesso scopo che si prefigge ad esempio Massimiliano Chiari, o io stesso nel mio piccolo quando difendo le mie idee e tento di chiarire il perché delle mie scelte.
    Detto questo ribadisco che non mi hai convinto e che il mio no è consapevole di quello che succederebbe se si arrivasse, come temo, alla scelta opposta.
    Già in questa situazione il nostro voto vale ben poco e ci sono cambi di casacca che chiedono vendetta al cospetto di Dio, il famoso Alfano ne è un esempio, ma ti ho citato De Magistris che era su tutte le TV quando ricette l’avocatura del processo Poseidon e Why Not in cui era imputato anche Prodi per poi tacersi quando il PD le diede una poltrona come sindaco, o come Padellaro che scrisse un libro prima dell’avvento di Berlusconi contro il PCI e le manovre della magistratura salvo ritirarlo quando diventò direttore dell’Unità.
    A tutto questo mi si chiede di dare la possibilità di togliere quel poco che ancora mi dava la possibilità di scegliere e di accettare quanto calato dall’alto, NO GRAZIE.
    Ti dirò di più la mia non è una scelta di DX ma di giustizia (quella reale non quella legale), infatti se ben 56 Giuristi dicono NO come Giovanni Maria Flick che era col governo Prodi, Alessandro Pace costituzionalista (antiberlusconiano), e tutti dichiarano che non è una revisione costituzionale corretta forse qualcuno dovrebbe togliersi i paraocchi e ragionarci su.
    L'ultima frase non è ovviamente indirizzata personalmente a te ma un invito ad informarsi, specialmente in questo periodo in cui la macchina della propaganda è quasi tutta orientata verso il sì.

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    1. L'unica cosa di destra di questo articolo è quella di proporsi come obiettivo politico la fine degli "annunciatori di slogan" per sostituirli con i silenziosi "uomini del fare" (quelli veri, non i fanfaroni, quelli che prima elaborano un pensiero anche complesso e lento e poi quando decidono e agiscono lo fanno in modo produttivo) ma con un'avvertenza, Domenico Spanò: la posizione del Gufo è assolutamente minoritaria (se non addirittura solitaria) nel mondo della destra castellese; il Gufo deve solamente scrivere e rendere pubblica una posizione che esiste, anche se è minoritaria

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    2. Comprendo, come già ti ho detto solo in parte, nel senso che, se posso capire il tuo atteggiamento nel confronto di chi oggi guida Castelli Calepio (non ho detto che lo condivido, ma che capisco che si possano avere idee diverse), non comprendo le scelte di avvallare il sì o altro che sono parte integrante di chi è a SX, tutto qui.
      Buona serata

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