mercoledì 26 ottobre 2016

LE RIFLESSIONI DEL GUFO SUI FATTI DI GORO E DI GORINO E SUL TRISTE DESTINO DEI PAESELLI CHE SI STANNO SPOPOLANDO E CHIUDENDO NELLE LORO QUATTRO MURA

Partiamo dai nostri paeselli lombardi più piccoli,  ricchi e apparentemente senza problemi,  prima di fare un ragionamento sugli eventi delle barricate di 300 cittadini di Goro e di Gorino per  "resistere"  all'invasione di 12 donne e 8 bambini provenienti dalle migrazioni secolari dall'Africa verso l'Europa  (e qui in Italia qualcuno prima o poi dovrà avere il coraggio impopolare di specificare che è un fenomeno storico epocale,  di dimensioni immense,  al quale non può certamente reagire da solo un paesello di meno di mille abitanti innalzando mura ai confini del proprio territorio come se fossimo ritornati nel Medio Evo).   Nei nostri paeselli ricchi l'età media è in continuo aumento,  e sarebbero tutti in calo demografico senza l'afflusso continuo di migranti,   e quando un paesello è isolato e la sua popolazione è in calo lentamente ma in modo costante gli sono tolti i servizi essenziali perchè diventano anti economici.   Gli orari delle banche e delle poste iniziano a ridursi,   se il paesello scende sotto una soglia minima di abitanti spesso viene soppresso lo sportello per mancanza di utenti,   il medico di base riduce a sua volta gli orari delle visite  e  anche le farmacie si trasferiscono in paeselli più grandi,  i gestori dei servizi pubblici essenziali e le associazioni di categoria scelgono paeselli più grandi per aprire le loro sedi,   i piccoli esercizi tradizionali  come ad esempio negozi di generi alimentari,  parrucchieri,  calzolai,  fioristi  e  piccoli artigiani e commercianti in generale vanno in crisi e chiudono per mancanza di clientela,   si riduce il numero di bar e di ristoranti,   i servizi e i lavori più umili e più pesanti  -  non potendo gravare sulle spalle di persone anziane e quindi deboli fisicamente e psicologicamente,  anche perchè spesso si tratta di servizi di assistenza e  a sostegno delle persone anziane  -   sono in calo e questa è una realtà ancora più drammatica,  in quanto un paesello quando si spopola lentamente resta abitato in gran parte da persone anziane.    Si deve quindi trovare il sistema di garantire il futuro a quel paesello,  di ragionare non in termini dell'oggi e del domani ma nei prossimi dieci oppure venti anni,   si deve rivitalizzare quel paesello con innesti graduali prima che sia troppo tardi e che il declino fisico,  anagrafico,  in termini di vita e di vitalità  (intesa anche come vivacità del paesello e magari apertura al mondo che si evolve)  diventi inarrestabile e irreversibile.

Questo processo ovviamente deve essere accompagnato da una gestione seria e non più improvvisata del fenomeno storico ed epocale dell'immigrazione.   Innanzitutto servirebbero politici e prefetti seri che non hanno timore di scendere personalmente anche nei paeselli più piccoli a spiegare con calma e tranquillità la situazione,   purtroppo in questo momento dilagano i demagoghi che vogliono mandare a casa Renzi oppure che pensano di arraffare quattro voti illudendo le persone che loro saranno in grado di cambiare il corso degli eventi storici internazionali,   purtroppo abbiamo prefetti  "scalda poltrone  e  scarica barile"  che si comportano come meri burocrati e passacarte e che gettano la croce addosso ai sindaci dei piccoli Comuni  -  quando in teoria dovrebbero collaborare con i sindaci  -  senza nemmeno precipitarsi in prima persona sul territorio quando si verificano situazioni complicate e incresciose.   E'  indubbiamente più facile continuare a fare i capi popolo e i demagoghi per raccattare facili consensi,  è sicuramente preferibile fare i burocrati passacarte piuttosto che scendere direttamente in campo nei territori dei paeselli che fanno resistenza e innalzano muri e barricate,   ma il Gufo non applaude perchè sarebbe il momento di rischiare l'impopolarità e qualche sonora contestazione per far capire che i paeselli più piccoli,   se si chiudono nelle proprie mura del territorio  e  pensano di continuare a vivere secondo le loro tradizioni antiche senza tenere conto del mondo esterno che esiste,   sono destinati a invecchiare,  a spopolarsi e ad agonizzare lentamente,   anche perchè nessun piccolo paesello da solo è in grado di rovesciare e di modificare il corso di eventi storici di importanza internazionale e di dimensioni epocali.   Quella di Goro e di Gorino,  secondo il Gufo,  più che una rivolta razzista è stata la rivolta di chi si illude di fermarsi al presente e non tiene conto che il futuro è già iniziato proprio in questi anni,   e anche un rigidissimo e decrepito conservatore come il Gufo non può tenere conto dei cambiamenti e deve iniziare ad adeguarsi con il suo passo lento ma assiduo e costante,   e forse nella sua pagina Facebook e nei suoi viaggi il Gufo,  inconsapevolmente,  è proprio motivato dalla volontà di capire e di comprendere quello che accade fuori dalle quattro mura del paesello degli Stati Uniti di Castelli Calepio           

NOTA FINALE DEL POST  -  il Gufo ne ha anche per Mario Morcone che ha dichiarato che si vergogna per il comportamento dei cittadini di Goro e di Gorino,  ma se invece di vergognarsi si fosse precipitato in prima persona e con decisione in quei paeselli per tentare insieme al sindaco e alle autorità locali di risolvere positivamente la situazione probabilmente si sarebbe trovata una soluzione,  magari i cittadini rassicurati avrebbero accettato di rimuovere le barricate  e  non saremmo qui a fare questi discorsi.   Serviva in quel momento il coraggio dell'azione e non la facile dichiarazione a effetto sui giornali,  e questo  -  il coraggio dell'impopolarità delle azioni  e  il rifiuto della demagogia da strapazzo  -  è quello che manca in Italia,  in questo drammatico momento storico  e  nell'attuale scenario europeo e internazionale,   non solo ai politici di destra e anche di sinistra,  ma anche agli alti funzionari statali

2 commenti:

  1. Secondo me l'errore è ragionare sul fatto e non sulla causa, e, tanto per cambiare, non volermene, ma non concordo sulla tua analisi.
    Uno, si parla quasi esclusivamente di clandestini e non di migranti, salvo che la legge abbia un valore per tutti e non solo per noi.
    Abbiamo giovani costretti ad andare all'estero ma tu sostieni che abbiamo bisogno che arrivino da fuori.
    Mi dispiace Gufo, ma abbiamo davvero idee diametralmente opposte, e mi fermo qui, non per mancanza di rispetto, ma perché ripeterei quanto ampiamente scritto e documentato anche in altri post.
    Forse avete ragione, sono antico, ma mi piaccio così hahaha.
    Un salutone

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    1. Arriveranno da fuori, a prescindere dal fatto che tu, il Gufo oppure altri lo vogliamo, in quanto il fenomeno storico è epocale. Purtroppo nell'Italia in calo demografico la popolazione diventa sempre più anziana anagraficamente, e una regola della fisica che di solito viene sempre rispettata dice che quando si crea un vuoto, in questo caso il vuoto delle nascite e della fiducia nel futuro, quel vuoto viene tende ad essere riempito da nuove forze più giovani e più dinamiche di quella declinante di questa Italia, di questa Europa...

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