lunedì 5 dicembre 2016

''DOPO RENZI NON CI SARA' IL DILUVIO'' MA IL GUFO TEME CHE CI SARANNO MOLTE PAGLIACCIATE

Il Gufo esordisce con un antico proverbio  ''dopo Renzi non ci sarà il diluvio''  in fondo era solamente un fiorentino un po'  fanfarone dalla parlantina agile e veloce.    Purtroppo,  la tradizione italiana della politica politicante  e  la presenza sulla scena di un ex comico che imperversa e dilaga da un blog con i suoi monologhi e i suoi sproloqui garantiscono che dopo Renzi non ci sarà il diluvio ma assisteremo a molte pagliacciate.    La prima pagliacciata l'ha già confezionata la coppia Grillo - Salvini che chiede  ''elezioni'',   ma i due Grandi Guru evidentemente non sanno nemmeno di quello di cui stanno parlando.    In Parlamento giace ancora una legge di Bilancio e di stabilità che deve ancora essere definitivamente approvata entro fine mese,  a pena dell'esercizio provvisorio in caso di mancata approvazione che sarebbe devastante e farebbe decollare gli spread a livello da Governo Monti,   esistono due leggi elettorali diverse tra loro  -  una proporzionale pura e una maggioritaria a doppio turno  -  di cui una delle due addirittura è in esame alla Corte Costituzionale perchè  ''sospettata''  di essere parzialmente oppure completamente incostituzionale,   e qualche fanfarone dice che si è in condizioni di votare,   e poi magari mentre si è in piena campagna elettorale per le elezioni politiche anticipate si rischia che arriva la sentenza della Corte che dichiara  ''signori,  state andando a votare con una legge totalmente oppure parzialmente incostituzionale''.   

La seconda pagliacciata è che di fronte all'arroganza e alla strafottenza di due nazioni che si permettono addirittura di suggerire non solo quello che sarebbe il loro presidente del Consiglio più gradito,  Piercarlo Padoan,   ma che spadroneggiano a tal punto da suggerire anche i provvedimenti di politica economica che dovrebbero essere approvati in Italia,   non si è ancora alzato un tizio,  uno solo,  che ha la dignità politica e personale per ricordare a questi burocrati dell'Unione Europea che l'Italia è una nazione sovrana  e  sono gli organi costituzionali della nazione Italia,   ossia Parlamento e presidente della Repubblica,  che devono decidere chi sarà il prossimo presidente del Consiglio italiano.    La terza pagliacciata è che si parla di  ''devastante sconfitta''  di Renzi che da solo ha convinto il 40 per cento degli elettori a votare per l'approvazione della riforma costituzionale,   e per sconfiggerlo si è dovuta formare la più obbrobriosa e indecente ammucchiata politica della storia già squallida della Repubblica Italiana,  un ignobile carrozzone che ha messo insieme fascisti e comunisti,  Silvio B.  e  Massimo D'Alema,  Salvini  e  Fratelli d'Italia,   il M5S  e  qualche sepolcro imbiancato 90enne della Prima Repubblica come Ciriaco De Mita,   in pratica per tirare insieme il 60 per cento dei voti si sono letteralmente dovuti mobilitare spesso  ''bava alla bocca''  i  ''cani e porci''  della politica italiana.    Infine la grande pagliacciata finale che parla di voto  ''rivoluzionario''  quando dal punto di vista tecnico,  giuridico e politico la natura di un  ''NO''  a un referendum costituzionale è  'conservatrice'   in quanto lascia esattamente le cose come prima,   travolgendo la riforma  e  producendo come effetto la conservazione della Costituzione attuale.   Il Renzi furioso fu un gran fanfarone,  ma i suoi avversari sono riusciti nell'impresa che sembrava impossibile di tirare insieme un'ammucchiata ancora più ridicola del  ''Giglio magico fiorentino''  e  infatti adesso versano nel marasma più totale  e  non hanno la minima idea di cosa fare,  visto che nel momento in cui Salvini e Grillo sproloquiano di elezioni anticipate sono iniziate la manovre sotto banco e le trattative di Palazzo di Silvio B.  che propone di ripescare il più ammuffito e vecchio arnese della Prima Repubblica democristiana che fu la famigerata legge elettorale proporzionale pura che favoriva ammucchiate indecorose,  lottizzazioni di reti RAI,  spartizioni di poltrone pubbliche assegnate a cialtroni e raccomandati di regime  e  veri e propri  ''mercati delle vacche''  in Parlamento

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