"Facile pronostico, la prossima 'guerra di religione' a sinistra sarà sui voucher. Il referendum promosso dalla C.G.I.L. porterà alla radicalizzazione dello scontro e se ne farà una ragione di feroce divisione tra 'amici dei padroni' e un sindacato accusato di vivere sulla luna. Peccato che con i voucher la contrapposizione padrone / lavoratore c'entra relativamente poco, la vera contrapposizione da mettere a fuoco in questo caso è quella cittadino / burocrazia. Milioni di italiani (privati cittadini oppure piccoli imprenditori che diventano datori oppure prestatori di lavoro occasionale) sarebbero ben disposti a portare 'in chiaro' buona parte dell'economia sommersa e dell'esorbitante economia 'in nero', se fosse possibile farlo senza impazzire a causa degli obblighi burocratici, perdendo ore agli sportelli oppure ascoltando musichette dei call center oppure ancora tentando di compilare moduli indecifrabili. Esiste un'evasione fiscale gravissima per frode, ma esiste anche un'evasione fiscale da sfinimento perchè per pagare mezza giornata di lavoro non è possibile che sia richiesta un'altra mezza giornata di stalking burocratico. Se qualcuno abusa dei voucher, oppure li utilizza al di fuori delle restrizioni di legge, sia punito, ma è colpa sua e non dei voucher". Il Gufo trascrive l'articolo di oggi di "Repubblica" pubblicato dal giornalista Michele Serra nella sezione intitolata ''L'Amaca" e registra incredibili e sorprendenti similitudini con il post pubblicato proprio oggi sull'argomento dei referendum sulla riforma del "Jobs Act" proprio sul blog del Gufo, a tal punto che se il Gufo assiduo elettore a livello nazionale dei partiti di destra e Michele Serra storico elettore del Partito Democratico arrivano alle medesime considerazioni tecniche e politiche e alle medesime conclusioni, forse si dovrebbe iniziare a ragionare seriamente e non a urlare demagogicamente come fa la solita sinistra ''estrema'' che magari non è ''serva dei padroni'' ma che vive fuori dal mondo, fuori dai tempi, fuori dalla realtà e probabilmente in alcuni casi gravi anche fuori di melone, ed è purtroppo ancora inchiodata agli slogan del comunismo del secolo scorso.
Il Gufo purtroppo deve sottoscrivere anche l'ultima frase di Michele Serra, guarda caso anche in questa ultima frase - e qui la situazione inizia a diventare inquietante - il vecchio Gufo e il giornalista di "Repubblica" arrivano alla medesima conclusione. Michele Serra infatti scrive, con riferimento a un articolo di giornale del suo collega Alessandro de Nicola che spiegava in modo preciso e documentato la questione dei voucher lavoro dal punto di vista tecnico, politico e anche sociale "si tratta di un articolo pacato e documentato, e quindi non va bene per allestire la prossima faida politica". Ed è proprio questa la conclusione della vicenda dei referendum promossi dalla C.G.I.L.: il vecchio Gufo (in un tranquillo paesello del Nord Italia a maggioranza centro destra) e Michele Serra su "Repubblica" (quotidiano nazionale storicamente schierato a sinistra) tentano di ragionare seriamente sulla questione dei referendum per dimostrare che è stata una follia da cialtroni e una stupidaggine da demagoghi 'gettare la questione in pasto agli urlatori e ai sobillatori del popolo' in un referendum totalmente demagogico anzichè sedersi al tavolo delle trattative politiche (il governo insieme alle parti sociali) per correggere e migliorare la riforma "Jobs Act" nei punti imperfetti e difettosi, ma purtroppo in una nazione sfortunata in cui l'onestà intellettuale e il buon senso della politica sono andati ampiamente a farsi benedire da diversi mesi, sostituite dalle selvagge dei "capi popolo" che ormai nel loro cervello bacato hanno in mente come unico slogan quello di 'mandare a casa Renzi', ogni mezzo è buono pur di segare le gambe all'avversario politico e quindi non avranno esitazione anche alcuni politicanti spregiudicati di destra a unirsi alle urla dei demagoghi per incitare il popolo a votare "SI" e a buttare al vento anche la riforma del mercato del lavoro. Purtroppo difficilmente si entrerà nel merito dell'argomento e si farà la gara a chi è più bravo nell'arte di fare "il tribuno del popolo" e quindi di turlupinare gli elettori con slogan demagogici fuori dalla realtà produttiva, si consumeranno altri due mesi di inutile campagna elettorale anticipata a colpi di accuse reciproche di essere 'servi dei padroni' oppure 'sindacati parassiti e difensori dei lavativi', si faranno le guerre di religione tra 'schiavisti, amici dei padroni e dei banchieri e nemici del popolo' contro 'i famigerati populisti (magari anche fascisti e comunisti)' e la credibilità della politica che è già a livelli molto bassi precipiterà ancora più in basso, rendendo a quel punto molto probabile (dopo le elezioni politiche del 2018) l'ennesimo "premier tecnico calato dall'alto nominato per fare altre riforme lacrime e sangue" per evitare che l'incapacità e la cialtroneria intellettuale dei nostri politicanti peggiori e di alcuni sindacalisti da strapazzo possa fare altri danni irreparabili a questa bellissima ma sfortunata nazione. E infine, come se non bastasse, in caso di vittoria del "SI" e di soppressione definitiva dei voucher lavoro, assisteremo all'inevitabile reazione delle imprese che devono chiamare lavoratori per prestazioni occasionali oppure stagionali e degli stessi lavoratori che erano pagati con il sistema dei voucher: siccome questi semplici cittadini non devono badare a esigenze di alta etica politica e a teorie sindacali astruse del secolo scorso ma devono guadagnarsi concretamente da vivere per mantenere sè stessi e la propria famiglia e pagare le spese mediche per curare i propri familiari malati, reagiranno nell'unico modo 'terribilmente pratico' che conoscono, ossia quando si deve fare una piccola prestazione per qualche ora oppure di carattere occasionale e stagionale, committente e prestatore del lavoro tireranno fuori i soliti strumenti truffaldini di cui si abusa già da diversi mesi (il 'lavoro nero in evasione totale', le partite I.V.A. fasulle dei contribuenti forfettari a unico committente, le ricevute per prestazioni occasionali inferiori a 5.000,00 euro lordi, le assunzioni con orari formalmente 'part time' di persone che in realtà lavorano quasi a tempo pieno) senza che nessuno possa più ostacolare questi metodi che quando si diffondono sistematicamente fino al punto di diventare ''metodi di evasione di massa per motivi di pura sopravvivenza e per impossibilità di regolarizzare i lavoratori senza essere costretti a perdere ore di tempo per compilare decine di moduli incomprensibili, e produrre quintali di scartoffie burocratiche, il tutto pagando anche tariffe non esigue per il servizio fornito da commercialisti e consulenti'' non possono più essere arginati a meno che non si voglia instaurare uno Stato di polizia fiscale
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