La settimana vissuta da Bergamo è stata semplicemente eccezionale e ha vissuto su due eventi straordinari. Il primo evento è stata l'elezione a grandissima maggioranza a nuovo presidente del C.S.I. bergamasco, uno dei più grandi C.S.I. nazionali per dimensione e per numero di associati e di squadre iscritte ai diversi campionati, di Leonio Callioni, una vita spesa nel C.S.I. bergamasco come volontario e dirigente di associazioni sportive, una elezione in continuità con l'ex presidente Vittorio Bosio che è stato eletto presidente nazionale del C.S.I. e un bergamasco eletto a una carica ''ai vertici nazionali'' di un'associazione con milioni di iscritti dimostra la qualità altissima dello sport bergamasco dilettantistico a livello nazionale. Il secondo evento è stato quello descritto dal Gufo, l'inaugurazione ufficiale della mostra dedicata a Lorenzo Lotto in Accademia Carrara, con l'esposizione dell'opera eccezionale ''La pala di Celana, assunzione della Vergine in Cielo'' dipinta dal Lotto nel 1527 e prestata dalla Chiesa di Celana, nella quale è stata esposta per oltre mezzo secolo, alla pinacoteca bergamasca che offre al pubblico per tre mesi e mezzo fino al 26 febbraio quello che il Gufo non ha esitazioni a definire come uno dei quadri più belli non solo di Lorenzo Lotto, ma anche della pittura italiana del Sedicesimo Secolo.
E' stata la settimana della visita ufficiale a Bergamo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, niente strombazzate e alti proclami perchè lo stile della persona è quello della discrezione nella presenza, e delle dichiarazioni pubbliche 'scarse come quantità di parole, ma ben meditate'. Sergio Mattarella ha dichiarato che a Bergamo ''si coltiva una cultura che è una ricchezza particolare'' e in tal modo ha esaltato ed elogiato pubblicamente in un ateneo importantissimo a livello nazionale come l'Università di Bergamo sia la cultura bergamasca da lui definita meravigliosa che la cultura in sè, che fa crescere i popoli, perchè la Cultura è Vita ed è la condizione essenziale per il miglioramento della qualità della vita. Un presidente della Repubblica siciliano, proveniente da un'isola che in materia di bellezze artistiche e culturali non ha nulla da invidiare al resto della nazione, ha visitato luoghi come l'Università bergamasca e il Teatro Donizetti assistendo a un concerto di Riccardo Muti, ha indicato la cultura come condizione e momento essenziale della crescita non solamente di Bergamo ma anche della nazione. Di fronte al pubblico elogio offerto a Bergamo da un presidente della Repubblica di origine sicilana, il contributo alla discussione offerto dal demagogo leghista Daniele Belotti è stato scattare una fotografia in cui emerge che in una serata freddissima e quasi invernale del mese di dicembre erano presenti poche persone ad applaudire il presidente, dimenticando ovviamente di mostrare la fotografia dell'interno del Teatro Donizetti in quanto non ci vuole un genio e quindi nemmeno il Gufo per immaginare che in una fredda serata di dicembre con temperature vicino a zero gradi il popolo probabilmente preferisce acquistare i biglietti dello spettacolo per entrare all'interno di un teatro riscaldato ad assistere al concerto musicale piuttosto che restare all'esterno per applaudire per cinque minuti un importante politico nazionale come il presidente della Repubblica. Anzichè essere fiero e vantarsi del fatto che un presidente della Repubblica siciliano visita Bergamo e ne elogia la storia, la cultura e l'arte musicale, il bergamasco Belotti ha preferito fare la solita polemica nella settimana del referendum nel quale l'unico vero obiettivo politico della Lega Nord è quello di 'mandare a casa Renzi' solamente per raccattare quattro applausi da bar sport dei più demagoghi tra i leghisti, visto che alla grande maggioranza dei leghisti della futile polemica di quella fotografia interessava meno di zero. Peraltro Daniele Belotti dovrebbe magari spiegare al popolo per quale ragione dopo l'elezione di Giorgio Gori a sindaco si è riaperta al pubblico l'Accademia Carrara facendole ospitare una marea di eventi di grande qualità, si è iniziata la ristrutturazione del Teatro Donizetti, si sono ''messi in pista e in cantiere'' altri interventi come quelli descritti nei giorni scorsi dall'Eco di Bergamo e concordati in ampia maggioranza operativa dal sindaco di Bergamo insieme alla Regione Lombardia di maggioranza di centro destra e al Governo nazionale di Renzi, ma il Gufo diventa quieto e pensa che forse è meglio che Belotti non si chieda tutto questo, a occhio nudo del Gufo che spesso si reca a Bergamo per i più svariati motivi si percepisce nettamente che ha fatto di più Gori in mezza legislatura comunale che i suoi predecessori inconcludenti nella legislatura precedente in cui guarda caso era al governo il partito di Daniele Belotti e in cui regnava la passività e immobilismo di chi non si lanciava nelle sfide della cultura e dei grandi eventi anche di importanza nazionale ma preferiva limitarsi a una sana, prudente ma noiosa ''gestione della ordinaria amministrazione'' che per una città dell'importanza nazionale e del livello culturale di Bergamo non può essere sufficiente
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