martedì 12 settembre 2017

LA TRISTE AGONIA DI CASTELLI CALEPIO, IL BENINI ANNATA 2017 SEMBRA IL SILVIO B. DI NOVEMBRE 2011, MA LA MAGGIORANZA FA FINTA DI NON ACCORGERSI DI NULLA E ''TIRA PENOSAMENTE A CAMPARE'' IN ATTESA DI UN MIRACOLO

Benini e tutti gli altri non se ne sono accorti,   esattamente come non se ne erano accorti Silvio B.  e  i suoi lacchè in quei momenti drammatici,   ma sono nella identica situazione politica in cui versava Silvio B.  nei giorni della crisi del novembre 2011.    Una maggioranza inesistente che è tenuta letteralmente insieme e in piedi  ''con lo sputo''  da quelli che resistono solo per rimanere aggrappati disperatamente alla legislatura fino alla fine con la speranza che possa arrivare il miracolo,   una serie di persone che hanno già iniziato a defilarsi con assenze improvvise  e  con votazioni  ''in dissenso dal resto della maggioranza'',    alcuni che stanno semplicemente aspettando il momento giusto per saltare fuori dal  ''Titanic''  che rischia di affondare  e  per salire a bordo di un altro carrozzone politico vincente.    Il commissario è già arrivato,   nel mese di giugno 2017,   a sostituirsi per un mese a una maggioranza che non era nemmeno riuscita ad approvare in Giunta il bilancio consuntivo entro la scadenza di legge del 30 aprile dell'anno successivo.     I segnali di allarme sono già arrivati in serie uno dopo l'altro,  alcune persone si rivolgono al Gufo come se il volatile sparlante avesse il magico potere di intervenire  ''per sacra imposizione delle mani''  a mettere rapidamente fine alla farsa politica di Castelli Calepio.     Il commissariamento di giugno sul bilancio consuntivo 2016,   le assenze alle riunioni di Giunta e di Consiglio Comunale,   le dimissioni passate e recenti di assessori  e  le rinunce alle deleghe di consiglieri  ''per motivi personali'',    le risse politiche e personali continue,   gli articoli di giornale in cui va ripetutamente in scena uno show solitario ai limiti della farsa,   gli annunci e tutto il resto non sono stati sufficienti a riportare alla realtà la maggioranza dei manovratori del carrozzone della maggioranza,   che è letteralmente tenuta in piedi più dal desiderio di  ''quieto vivere''  e  di arrivare alla fine per forza di inerzia piuttosto che dalla convinzione di riuscire a fare ancora qualcosa di utile per il paesello.   

Quello che allarma il Gufo è che queste  ''richieste striscianti e sotto banco'',   queste mormorazioni di chi vorrebbe che il Gufo riuscisse a fare il miracolo di convincere i manovratori che la festa è finita,   provengono in gran parte da simpatizzanti di destra non solamente leghisti,   ma addirittura di Forza Italia,   e  addirittura alcuni di quelli che  ''fanno la processione dal Gufo''  sono quelli che non più tardi di tre anni fa liquidarono malamente il Gufo.    Molti dicono apertamente al Gufo  ''basta,  non se ne può più,   fatela finita se vi è rimasto uno straccio di dignità politica''   e non sono parole cattive e arrabbiate contro la destra locale,   sono in realtà parole cariche di delusione  e  di viva perplessità di chi non riesce a capire come sia possibile che un ricco paesello di una ricchissima regione italiana possa anche solo pensare,   come mera e semplice  ''ipotesi di scuola'',   che sia dignitoso trascinarsi avanti  ''tirando a campare''  in queste penose condizioni per altri 18 mesi.     Sarà quindi un evento esterno,   come accadde con Silvio B.,   a fare precipitare in modo drastico la situazione,   ed esistono segnali più evidenti che l'evento esterno potrebbe arrivare da un momento all'altro,    ma come spesso accade in Italia dobbiamo proprio trascinare fino alla fine le situazioni più insostenibili,   e  quindi le uscite di scena che possono avvenire in modo sereno e ordinato diventano troppo spesso  ''la madre di tutte le battaglie''  quando non addirittura vere e proprie tragedie politiche  

NOTA FINALE DEL POST  -  in realtà l'agonia di Castelli Calepio riproduce a livello locale  e  quindi più  ''piccolo''  e  isolato la tragedia politica nazionale di chi a 75 anni di età,   nel lontano novembre 2011,   non ha saputo chiudere in modo dignitoso la propria carriera politica  ed  è ancora qui penosamente a imbastire trattative sotto banco e a tutto spiano per ritornare  ''candidabile''  a  81 anni di età,   come se non si rendesse conto di quale disastro politico sarebbe per l'Italia avere come  ''futuro premier''  oppure come uomo decisivo per le future maggioranze un politicante bollito e decrepito che è ormai protagonista del  ''teatrino della politica''  e  frequentatore dei più marci Palazzi del Potere da oltre 23 anni.   L'Italia è una nazione anagraficamente e mentalmente vecchia  ed  è questa la causa principale del declino lento e quasi irreversibile della nostra bellissima Patria,   e  insistenze come queste di persone che restano incredibilmente aggrappati al potere e alla poltrona nonostante l'evidenza dei fatti non fa niente altro che contribuire a rendere ancora più vecchia,  decrepita  e  decadente la mentalità fatiscente che ammorba pesantemente la politica di questa nazione

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