Il Gufo, come altri cittadini italiani, ormai conosce benissimo la circostanza che negli ultimi anni della sua carriera politica, il segretario storico Umberto Bossi e la sua cricca perversa del mitico ''cerchio magico'' che lo consigliava in modo disastroso e spesso approfittava dei suoi problemi di salute per agire alle sue spalle con azioni sciagurate, si è lasciato andare a ''spese pazze'' alcune delle quali palesemente truffaldine e la Giustizia lo ha condannato in primo grado nonostante è ormai palese che siamo in presenza di un ex potente anziano e malato, praticamente accantonato dal suo stesso partito prima ancora che travolto dalle inchieste e dai processi della magistratura. Malgrado queste ''spese pazze'' la richiesta della Procura di Genova di rastrellare dalla Lega Nord la somma di 49 milioni di euro, pari a oltre 80 miliardi delle vecchie lire, è palesemente assurda e fuori dalla realtà. Il Gufo è sempre stato convinto di un fatto, nella sua arcaica e decrepita mentalità, ossia quello che una sanzione per essere efficace deve essere dura ma anche ''reale'' perchè quando si chiede un importo di cui il debitore in quel momento non dispone e probabilmente non disporrà mai si produce il classico papiro che si trasforma nelle ''grida manzoniane'' descritte nel romanzo ''I Promessi Sposi'' da Alessandro Manzoni, ossia una minaccia di pena severissima e implacabile destinata a rimanere meramente cartacea perchè a causa dell'indisponibilità di quella somma il debitore non la pagherà mai. Chiedere 49 milioni di euro a chi non dispone nemmeno di una minima parte di quella somma non è nemmeno efficace, perchè la durezza teorica della richiesta va a scontrarsi con l'altissimo rischio di una inapplicabilità di fatto del provvedimento e quindi di una perdita di credibilità della intera procedura, che voleva punire il partito i cui esponenti si sono resi protagonisti in passato di gravi misfatti, ma sempre secondo il concetto da Stato liberale in cui ''la punizione'' deve essere anche dura quando è necessario e quando è stata meritata, ma non deve essere mai ''una condanna a morte economica e sociale'' e in questo caso al rischio di ''morte politica'' del debitore.
Troppe volte, nella sua mansione di semplice addetto contabile, il Gufo si è imbattuto in papiri lunghissimi nei quali erano elencate somme esagerate che non sono mai state riscosse. Erano e sono casi in cui il debitore, pur non essendo in discussione che queste sanzioni derivavano da irregolarità anche molto gravi, non disponeva della somma che gli veniva richiesta e non era in grado di disporne nemmeno in futuro, e proprio per questo il Governo Monti nel 2012 ha introdotto una procedura amministrativa che si chiama ''esdebitazione da sovra indebitamento'' attraverso la quale un debitore che riceve una sanzione sproporzionata rispetto alle risorse finanziarie e immobiliari di cui dispone si rivolge al giudice e in pratica si fa ricalcolare il debito, che viene abbattuto a volte anche in modo consistente per permettere di riportare tutto alla realtà di una sanzione che alla fine per essere efficace e produrre effetti concreti a favore degli uffici fiscali deve essere incassata e quindi deve essere rideterminata sulla base delle reali condizioni economiche in cui versa il debitore e della sua capacità di riuscire a pagare la sanzione ricalcolata da un giudice che riporta alla realtà quella che ormai era diventata una mera ''grida manzoniana'' sulla carta molto severa ma di fatto praticamente inapplicabile. Nei casi di cui è stato testimone il Gufo, che riguardavano attività molto piccole e residuali e quindi importi rilevanti per il soggetto che era stato sanzionato ma ben lontani dai 49 milioni di euro richiesti alla Lega Nord, alla fine quando è stata incassata la sanzione la situazione si è bloccata ''scendendo a patti'' per fare in modo di recuperare almeno una parte della somma contestata. Andare avanti a reclamare questa somma di 49 milioni è assurdo e quindi in questa assurda nazione si andrà avanti per un po', almeno fino a quando va in scena il teatrino della campagna elettorale nazionale, sapendo benissimo che la conclusione finale e inevitabile di questa vicenda, quando sarà il momento di passare ''dalla grida manzoniana e dal papiro lunghissimo al momento dell'incasso'' entrerà in scena la negoziazione tra le parti dell'importo da versare, che magari eccita poco i ''duri e puri'' che invocano sempre Giustizia severissima e inflessibile (nei confronti degli altri, mentre per sè stessi chiedono indulgenza e comprensione) ma che alla fine si rivelerà più concreta e quindi più vicina alla realtà perchè dovrà riportare l'importo a una somma più ragionevole che possa dare modo al debitore di pagare la nuova sanzione e di chiudere il contenzioso in modo da rappresentare un buon punto di mediazione per entrambe le parti e che rispetti il presupposto che furono commessi atti amministrativi sciagurati e quindi una punizione, anche se meno pesante, è comunque inevitabile
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