IN POLITICA NON ESISTE LA GRATITUDINE. Alcuni esponenti politici a volte vivono con disagio gli improvvisi ''voltafaccia'' e le decisioni di alcuni loro colleghi di partito e di maggioranza, ma in politica soprattutto quando si viaggia sul filo del rasoio e in una situazione nella quale un voto in più oppure in meno fa la differenza perchè è determinante il concetto di gratitudine diventa secondario e quasi obsoleto in quanto in quel momento prevalgono i concetti di ''maggioranza'' e di ''minoranza''. Chi decide che ''vuole stare in maggioranza'', sapendo oltretutto che il proprio voto personale è determinante e decide gli equilibri politici del momento, ha il diritto di fregarsene di tutto e di tutti e di andare contro quelle persone colleghi di partito i quali fino al giorno precedente lo avevano spesso aiutato, sostenuto e difeso e che magari in sezione ne avevano caldeggiato la candidatura. Si vince e si perde per un voto di differenza e quando il voto decisivo è proprio il tuo, non hai esitazioni a passare sopra come un treno a tutto il resto e a travolgere tutto e tutti compresa la gratitudine verso gli ex amici e colleghi di partito.
IN POLITICA NON ESISTE L'OBBLIGO DI CANDIDARSI E QUANDO QUALCUNO NON E' IN GRADO DI SOPPORTARE IL PESO DELLE CRITICHE, ANCHE SE INGIUSTE, DEVE RESTARE A CASA. Cari ''amici'' che prendono decisioni in contrasto con il resto del gruppo, è bene per voi sapere che prendere una decisione non condivisa ti espone a critiche durissime perchè da quel momento in avanti ''le fucilate'' non arrivano più solo dall'avversario politico, come è naturale che avviene nella normalità delle vicende della politica, ma arriveranno pesanti e micidiali anche per mano del ''fuoco amico'', e soprattutto perchè da quel momento in poi la persona che hai davanti a te magari ''fa buon viso a cattiva sorte'', ma dentro il suo cuore non ha più fiducia in te. La persona che si sente tradita e delusa, nella vita di tutti i giorni come nella politica, non sempre riesce a ''mandare giù il rospo'' e a perdonare perchè esistono casi nei quali il tradimento è stato realmente molto pesante e duro da digerire, ma qualche volta apre il fuoco e diventa un cecchino feroce, implacabile e anche deciso. ''Chi non è in grado di sopportare il peso delle critiche, è bene che resta a casa e non si candida in politica'', è la frase che un ex sindaco di Castelli Calepio ripete spesso al Gufo, e quella frase non contiene niente di più e nulla di meno della nuda e cruda verità dei fatti, perchè nessuno è mai stato obbligato a candidarsi alle elezioni comunali. Chi si candida alle cariche pubbliche, che nel caso di elezione a sindaco oppure di nomina ad assessore comportano anche l'incasso di una indennità di funzione pagata con soldi pubblici e quindi dai cittadini, lo fa di propria spontanea volontà e da quel preciso istante diventa ''un personaggio pubblico'', tutto quello che fa e che dice nell'esercizio delle proprie funzioni e anche nelle sedi dei partiti ha rilevanza pubblica e diventa di dominio pubblico, e quindi assume su di sè responsabilità e meriti politici delle azioni che compie e delle dichiarazioni che rilascia in modo spontaneo. Non solo, ma se fa parte di un gruppo e con il proprio voto determinante consente a quel gruppo di rimanere al governo e di non crollare, quella persona risponde anche delle azioni sciagurate dei propri colleghi di maggioranza in quanto ne è ''politicamente corresponsabile'' visto che con un voto determinante ha posto le basi e i presupposti senza i quali non si sarebbe mai concretizzata quella decisione sciagurata presa da altri. Ecco quindi che se un tizio vuole parlare ''a titolo personale e individuale'', se vuole godere della massima libertà di pensiero e di azione senza correre il rischio di essere travisato e strumentalizzato, se non sopporta le critiche che derivano dall'esercizio di un mandato elettorale e da una carica di appartenente a un organo collegiale come una Giunta, non deve candidarsi a nessuna carica pubblica perchè nessuno lo ha obbligato a farlo. Se ti sei candidato, amico mio, lo hai scelto tu e magari per conquistare il mitico ''posto al sole'' nella lista dei candidati altre persone più meritevoli di te sono state sacrificate e congedate, quindi non ti puoi lamentare che la lotta politica è cruenta e cattiva e che anche gli ex amici e colleghi di partito si uniscono agli avversari nel ''tiro al piccione'' e ''sparano a zero'' con critiche che ritieni ingiuste. La soluzione è quella di rispondere in modo intelligente alle critiche per dimostrare che avevi ragione tu, ma se proprio il peso delle critiche è insopportabile allora il problema sei proprio tu che hai scarsa capacità di resistenza e quindi la soluzione è quella di andare a casa e di lasciare spazio a chi si vuole assumere nella pienezza onori e doveri della lotta politica, compreso quello di combattere fino in fondo le proprie battaglie anche a costo di subire gli attacchi più terrificanti
Nessun commento:
Posta un commento