sabato 9 dicembre 2017

IN POLITICA NON ESISTE LA GRATITUDINE, MA SE UNO NON SOPPORTA LE CRITICHE NESSUNO LO OBBLIGA A CANDIDARSI

IN POLITICA NON ESISTE LA GRATITUDINE.   Alcuni esponenti politici a volte vivono con disagio gli improvvisi  ''voltafaccia''  e  le decisioni di alcuni loro colleghi di partito  e  di maggioranza,   ma in politica soprattutto quando si viaggia sul filo del rasoio  e  in una situazione nella quale un voto in più oppure in meno fa la differenza perchè è determinante il concetto di gratitudine diventa secondario  e  quasi obsoleto in quanto in quel momento prevalgono i concetti di  ''maggioranza''  e  di  ''minoranza''.    Chi decide che  ''vuole stare in maggioranza'',    sapendo oltretutto che il proprio voto personale è determinante  e  decide gli equilibri politici del momento,   ha il diritto di fregarsene di tutto e di tutti  e  di andare contro quelle persone colleghi di partito i quali fino al giorno precedente lo avevano spesso aiutato,   sostenuto  e  difeso  e  che magari in sezione ne avevano caldeggiato la candidatura.    Si vince e si perde per un voto di differenza  e  quando il voto decisivo è proprio il tuo,   non hai esitazioni a passare sopra come un treno a tutto il resto  e  a travolgere tutto e tutti compresa la gratitudine verso gli ex amici e colleghi di partito.    

IN POLITICA NON ESISTE L'OBBLIGO DI CANDIDARSI  E  QUANDO QUALCUNO NON E'  IN GRADO DI SOPPORTARE IL PESO DELLE CRITICHE,   ANCHE SE INGIUSTE,   DEVE RESTARE A CASA.     Cari  ''amici''  che prendono decisioni in contrasto con il resto del gruppo,   è bene per voi sapere che prendere una decisione non condivisa ti espone a critiche durissime perchè da quel momento in avanti  ''le fucilate''  non arrivano più solo dall'avversario politico,   come è naturale che avviene nella normalità delle vicende della politica,    ma arriveranno pesanti e micidiali anche per mano del  ''fuoco amico'',   e  soprattutto perchè da quel momento in poi la persona che hai davanti a te magari  ''fa buon viso a cattiva sorte'',    ma dentro il suo cuore non ha più fiducia in te.     La persona che si sente tradita e delusa,   nella vita di tutti i giorni come nella politica,    non sempre riesce a  ''mandare giù il rospo''  e  a perdonare perchè esistono casi nei quali il tradimento è stato realmente molto pesante  e  duro da digerire,    ma qualche volta apre il fuoco  e  diventa un cecchino feroce,   implacabile  e  anche deciso.     ''Chi non è in grado di sopportare il peso delle critiche,   è bene che resta a casa  e  non si candida in politica'',    è la frase che un ex sindaco di Castelli Calepio ripete spesso al Gufo,   e quella frase non contiene niente di più  e  nulla di meno della nuda e cruda verità dei fatti,   perchè nessuno è mai stato obbligato a candidarsi alle elezioni comunali.    Chi si candida alle cariche pubbliche,   che nel caso di elezione a sindaco oppure di nomina ad assessore comportano anche l'incasso di una indennità di funzione pagata con soldi pubblici  e  quindi dai cittadini,    lo fa di propria spontanea volontà  e  da quel preciso istante diventa  ''un personaggio pubblico'',    tutto quello che fa e che dice nell'esercizio delle proprie funzioni  e  anche nelle sedi dei partiti ha rilevanza pubblica e diventa di dominio pubblico,    e  quindi assume su di sè responsabilità e meriti politici delle azioni che compie  e  delle dichiarazioni che rilascia in modo spontaneo.      Non solo,   ma se fa parte di un gruppo  e  con il proprio voto determinante consente a quel gruppo di rimanere al governo  e  di non crollare,    quella persona risponde anche delle azioni sciagurate dei propri colleghi di maggioranza in quanto ne è  ''politicamente corresponsabile''  visto che con un voto determinante ha posto le basi e i presupposti senza i quali non si sarebbe mai concretizzata quella decisione sciagurata presa da altri.      Ecco quindi che se un tizio vuole parlare  ''a titolo personale e individuale'',    se vuole godere della massima libertà di pensiero e di azione senza correre il rischio di essere travisato  e  strumentalizzato,   se non sopporta le critiche che derivano dall'esercizio di un mandato elettorale  e  da una carica di appartenente a un organo collegiale come una Giunta,   non deve candidarsi a nessuna carica pubblica perchè nessuno lo ha obbligato a farlo.     Se ti sei candidato,   amico mio,     lo hai scelto tu  e  magari per conquistare il mitico  ''posto al sole''  nella lista dei candidati altre persone più meritevoli di te sono state sacrificate  e  congedate,    quindi non ti puoi lamentare che la lotta politica è cruenta e cattiva  e  che anche gli ex amici e colleghi di partito si uniscono agli avversari nel  ''tiro al piccione''  e   ''sparano a zero''   con critiche che ritieni ingiuste.    La soluzione è quella di rispondere in modo intelligente alle critiche per dimostrare che avevi ragione tu,   ma se proprio il peso delle critiche è insopportabile allora il problema sei proprio tu che hai scarsa capacità di resistenza  e  quindi la soluzione è quella di andare a casa  e  di lasciare spazio a chi si vuole assumere nella pienezza onori e doveri della lotta politica,   compreso quello di combattere fino in fondo le proprie battaglie anche a costo di subire gli attacchi più terrificanti 

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