lunedì 4 dicembre 2017

LA CRISI POLITICA DI CASTELLI CALEPIO, IL GUFO ILLUSTRA I TRE POSSIBILI SCENARI DELLA FASE FINALE DI QUESTA LEGISLATURA

Siamo in piena crisi politica a Castelli Calepio,   ormai non è più in discussione il fatto che i risultati amministrativi prodotti dall'attuale maggioranza nei primi tre anni e mezzo di questa legislatura sono  ''disastrosi''  perchè quasi tutti i gruppi politici rappresentati in Consiglio Comunale,   compresi diversi esponenti che nel 2014 furono candidati nella  ''Lista Benini'',   ammettono in aula   e  anche mediante comunicati e lettere scritte che le cose vanno molto male  e  che è necessario e urgente porre rimedio a una vicenda disastrosa.     Si deve anche tenere conto che almeno cinque persone su 13 che furono candidate nella  ''Lista Benini''  ormai non fanno più parte fisicamente della maggioranza,   chi è stato assessore come Clementina Belotti,   Gabriele Colombi  e  Laura Chiari ha rassegnato ufficialmente le dimissioni dai propri incarichi,   la segretaria di sezione locale della Lega Nord ha scritto comunicati molto duri nei confronti dell'attuale sindaco  e  non ha mai accettato incarichi all'interno della Giunta,   il consigliere della Lega Nord Pieremilio Pagani a sua volta ha restituito tutte le deleghe in suo possesso.    Cinque persone su 13,   pari a più di un terzo dei candidati  ''originari'',   è quindi uscito di fatto  e  con i fatti dalla maggioranza,    e  addirittura è venuta a mancare una delle due persone che nei primi mesi dell'anno 2014 ha sottoscritto l'accordo elettorale tra Lega Nord e Forza Italia  che  era l'ex segretario di sezione Gabriele Colombi,   il quale non solamente ha rassegnato le dimissioni da assessore esterno  ma  ha anche restituito la tessera della Lega Nord uscendo da quel partito.    Chi continua quindi a straparlare di  ''singoli casi individuali''  racconta favole e barzellette perchè questi casi di rinuncia agli incarichi  e  di restituzione delle deleghe sono stati messi in pratica in seguito a lettere protocollate che hanno descritto nei minimi dettagli tutto ciò che accade all'interno della maggioranza.   

Il problema adesso è come se ne esce dalla crisi,   e  qui le soluzioni possibili sono solamente tre.   La prima soluzione è quella più drastica  e  prevede che entro pochi giorni il sindaco rassegna le dimissioni,   oppure sette consiglieri comunali di cui almeno tre della maggioranza decidono mediante voto in aula oppure mediante presentazione di lettere di dimissioni  ''simultanee''  di provocare la fine anticipata della legislatura in modo da accorpare le elezioni comunali alle elezioni politiche  e  alle elezioni regionali in Lombardia che si svolgeranno nella primavera 2018  e  da consentire un notevole risparmio economico alle casse comunali,    grazie al vantaggio di fare un'unica campagna elettorale  e  di dover organizzare solamente un unico  ''election day''.   Questa soluzione non potrebbe essere criticata da nessuno perchè si tratta di certificare in modo formale ciò che già esiste nella realtà quotidiana e operativa,   ossia il fatto che la  ''Lista Benini''  originaria non esiste più perchè un numero assai rilevante di persone che si erano candidate in quella lista non assumono più incarichi  e  quindi non traducono più in impegno politico e amministrativo diretto e concreto il mandato che avevano ricevuto dagli elettori,    e  avrebbe il vantaggio per tutti di riuscire a  ''distribuire le responsabilità politiche''  su 13 persone perchè nessuno potrebbe chiamarsi fuori avendo tutti amministrato dal primo all'ultimo giorno della legislatura.    Infine,   una  ''campagna elettorale breve''  di pochi mesi lascerebbe poco tempo a disposizione dei marpioni e dei maneggioni  ''dietro le quinte''  della politica locale,   che avrebbero solo alcuni mesi per inventarsi ammucchiate  e  soluzioni politiche strampalate che non hanno senso  e  non hanno altro obiettivo se non quello di  ''fare numero''  e di imbarcare in liste e listoni cani e porci pur di turlupinare gli elettori.   

La seconda soluzione è quella grazie alla quale il sindaco si presenta in aula,   prende atto della crisi politica esistente  e  magari ammette pubblicamente per la prima volta in vita sua che siamo in uno scenario di crisi economica generale e  di grave difficoltà per gli Enti locali che sono costretti ad agire con risorse economiche sempre più scarse,   procede all'azzeramento totale della Giunta  e  del programma originario che non possono più esistere visto che furono decisi da una maggioranza che nel frattempo ha visto il venire a meno di diverse persone,   dichiara di volere andare avanti con le sette persone rimaste a votare a favore in Consiglio Comunale la sera del 28 novembre  e  chiede quindi la fiducia all'aula su un programma  e  una Giunta  ''nuovi di zecca''  che tengono conto dell'evoluzione dei fatti politici,   della situazione amministrativa nuova che si è venuta a creare  e  anche del fatto che ormai alcune opere pubbliche strategiche che furono promesse in campagna elettorale nel 2014 non hanno più la minima speranza di riuscire a essere realizzate entro la fine della legislatura e quindi devono essere inevitabilmente stralciate  e  rinviate alla prossima legislatura,   quindi a quel punto con una nuova Giunta  e  un programma magari meno ambizioso ma più credibile non solo si potrebbe arrivare alla fine del mandato,  ma addirittura si potrebbe tentare di recuperare alcune delle persone che sono uscite dalla maggioranza rinunciando agli incarichi.

La terza soluzione è dire  ''siamo rimasti in sette a sei e possiamo andare avanti'',   in pratica si fa finta che nulla è accaduto  e  si va avanti fino alla fine.    E'  ovviamente una soluzione legittima dal punto di vista formale,   ma è bene sapere che a quel punto la responsabilità politica di ciò che è accaduto in questa legislatura dovrà essere  ESCLUSIVAMENTE  gettata in collo alle sette persone che decidono di andare avanti,    e  soprattutto alle tre persone che nell'ordine gerarchico hanno le cariche più importanti ossia il sindaco,   il vice sindaco  e  il capo gruppo di lista in Consiglio Comunale.     Esiste una legge della vita,   che si deve estendere anche alla politica,   secondo la quale è vero che tutti siamo responsabili solamente delle azioni compiute individualmente da noi stessi,    ma esiste anche l'eccezione che conferma la validità di questo principio che afferma che quando una situazione negativa diventa di dominio pubblico  e  qualcuno di noi viene avvisato che se si decide di avanti la situazione rischia di peggiorare,    allora chi decide di non ascoltare i suggerimenti che provengono dai suoi stessi colleghi di partito  e  vuole insistere ad andare avanti si deve rassegnare a portare a casa sul proprio collo l'intero malloppo della responsabilità politica.    Nella vita di tutti i giorni e anche nella politica quando qualcuno ti ha avvisato,   e  lo ha fatto anche con decisioni formali di rinuncia all'incarico  e  con lettere protocollate diventate di dominio pubblico,    che se vai avanti su una strada sbagliata la situazione probabilmente peggiorerà,    non si può più dire  ''io non sapevo nulla,   è tutta colpa di chi mi ha preceduto''.     E'  infine chiaro ed evidente che chi sceglierà questo scenario riuscirà a creare un ulteriore danno per Castelli Calepio,   che resterà  ''fermo al palo''  per un anno e mezzo durante il quale probabilmente i partiti saranno impegnati,   si fa per dire,   in manovre  ''sotto banco''  di alleanze e trasformismi politici di ogni genere,    con l'avvento dei segretari provinciali in piena campagna elettorale nazionale che scenderanno nel paesello a creare a loro volta caos e ulteriori divisioni inutili e deleterie,   mentre la soluzione reale dei problemi sarà posticipata di un anno e mezzo aggravando la situazione esistente.  

Queste descritte dal Gufo sono rimaste le tre possibili soluzioni ed evoluzioni della crisi attuale,   ci sarebbe la quarta che è quella di andare avanti  ''volta per volta''  e  far diventare ogni singola votazione un'incognita  e  un'avventura,    ma il Gufo esclude che le persone rimaste in maggioranza saranno così irresponsabili dal punto di vista politico da decidere di avventurarsi in una eventualità come questa.    Nei prossimi giorni si riuscirà a capire quale soluzione sarà adottata,   e poi avrà inizio la campagna elettorale per le elezioni comunali perchè in realtà si deve ragionare anche sul fatto che la legislatura  ''è alla frutta e a fine stagione'',   mancano  solamente 15 mesi alla scadenza naturale dopo la quale scatta il periodo di pura ordinaria amministrazione,    e  quindi è assai probabile che tutto ciò di buono che poteva essere fatto ormai è stato fatto,   e che salvo il caso di miracoli che in questo momento sono assai improbabili il giudizio politico definitivo sull'operato di questa maggioranza  e  delle singole persone che ne hanno fatto parte può già essere scritto  e  riguarda tutto quello che è stato fatto,   oppure non è stato fatto,   dal 27 maggio 2014  fino a oggi 
  

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