Non esiste un giorno, un solo giorno, che il povero Gufo (ormai di nuovo precipitato nella fase cronica della propria depressione) non desidera intensamente raggiungere il proprio "Castello delle Favole che vive sospeso in aria sopra le nuvole" e concludere la propria esistenza terrena per porre fine all'ansia di qualcosa che gli sembra interminabile, perchè chi è nella condizione di soffrire del più strampalato dei mali (la depressione "passiva" che è quella che trasforma il soggetto in persona totalmente pigra e scarsamente attiva, priva di energia vitale e di "voglia di fare") vede sempre una lucina intensa e luminosa in mezzo al suo tunnel, ma è consapevole che ormai in quel tunnel a senso unico è entrato e non ci sarà altra via di uscita che il congedo finale, quello con cui ci si consegna "anima, corpo e spirito" alla consolazione del Grande Riposo. Il Gufo tuttavia resiste e continua a vivere proprio perchè ogni post può essere l'ultima traccia scritta che viene lasciata su questa arida vicenda terrena, ogni viaggio è meraviglioso perchè nel momento in cui esso viene affrontato si ha la consapevolezza che potrebbe essere l'ultimo, ogni ricordo aggiuntivo arricchisce la collezione che sarà lasciata in dono a chi continuerà il volo del Gufo magari tentando di volare "oltre gli orizzonti infiniti" in cui si espandeva il pensiero e lo spirito del Gufo. Il Gufo è stato maltrattato e "messo in punizione e in isolamento" come accade spesso a molti artisti solitari, ha trasformato il pessimismo in virtù, ha scritto bellissimi monologhi e interminabili soliloqui, ha lasciato come traccia e come impronta originale una marea di frasi, di post, di articoli, di sfoghi e di narrazioni di pura fantasia; la sua produzione letteraria è stata immensa e chi vuole può pescare in un mare aperto e conservare per sè stesso uno di questi pensieri. Il Gufo se ne va via consapevole che fino all'ultimo respiro ci sarà sempre un "colpo di scena" che cambia questa incredibile avventura, e la consegna all'ultima pagina del libro nella sua essenza più reale, quella di un pessimista che non è mai guarito dal suo male e che grazie a quel male ha potuto scrivere interi papiri che altri, nemmeno usando la loro più sfrenata fantasia, potranno mai concepire ed immaginare....
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