Si vuole gettare personalmente e "a rotta di collo" nella mischia, per riportare Castelli Calepio sul trono della presidenza della Fondazione Calepio, e non si accorge di quale patetico esempio forniscono quelli che pur essendo già sindaci di un Comune vorrebbero anche accomodarsi sulla poltrona di presidente di un Ente il cui compito amministrativo non è meramente "di rappresentanza e di visibilità pubblica" per cacciatori di poltrone, ma che richiederebbe innanzitutto la piena conoscenza delle attività della Fondazione Calepio (che non è solamente "proprietaria di terreni" ma si occupa anche di assistenza verso disabili e malati gravi, di cultura con la conservazione del patrimonio del Castello di Calepio, gli eventi e le visite guidate, infine richiede conoscenze amministrative e contabili abbastanza buone trattandosi di un Ente con ampia autonomia finanziaria e patrimoniale che versa circa 100 mila euro di imposte al Comune di Castelli Calepio) e soprattutto la piena operatività, ciò che non può offrire un sindaco che teoricamente sarebbe già in altre faccende affaccendato. Incurante del fallimento politico del suo predecessore (che dal 2009 fino al 2014 fu contemporaneamente sindaco di Castelli Calepio e presidente della Fondazione Calepio, venendo bocciato clamorosamente dagli elettori nel "momento del giudizio" delle elezioni comunali 2014) Benini annuncia all'Eco di Bergamo che ha intenzione di candidarsi a un incarico di cui dal punto di vista pratico e operativo non conosce praticamente nulla, solo per continuare ad alimentare il proprio vanesio "culto della personalità" e la propria infinita "Fiera delle Vanità e delle Futilità", solamente per esibizionismo e voglia sfrenata di protagonismo, si mette contro l'attuale presidente di Fondazione che nei cinque anni in cui ha amministrato l'Ente ha ben operato ed ha agito nell'interesse esclusivo dell'Ente (a costo di rendersi impopolare verso coloro che avevano manifestato altri tipi di interessi) e manda nuovamente in scena, come se non fosse bastata "la resa dei conti" tra Lega e Forza Italia che aveva portato alla ridicola rissa politica del 2014, il triste spettacolino della "caccia ai voti" dei dodici consiglieri con annesso (e connesso) "mini mercato delle vacche e delle promesse" per cercare di arrivare almeno a quota sei consensi su dodici e vincere (in caso di parità sei voti a sei) perchè "candidato più anziano in età anagrafica". Mancano ancora alcuni giorni alla "resa dei conti" di fine mese, e il Gufo si augura che il sindaco ci possa ripensare e passare la mano, nominando altre due persone in rappresentanza del Comune di Castelli Calepio nell'Ente Fondazione: ma nel frattempo è già penoso, triste e patetico constatare che ancora una volta, a causa delle risse politiche interne a una maggioranza dove anche in assenza della Lega hanno cominciato a "volare gli stracci", dei dieci Comuni soci nell'Ente Fondazione Calepio il nostro paesello è stato l'ultimo in ordine cronologico a fornire i nominativi dei suoi due rappresentanti, e lo ha fatto all'ultimo minuto utile poco prima della scadenza prevista per il rinnovo delle cariche sociali, perchè i nostri politicanti locali incapaci e inetti non sono stati in grado (in ben cinque mesi di legislatura) di indicare due nominativi decenti di due persone che avrebbero dovuto ricoprire l'incarico di consiglieri dell'Ente Fondazione Calepio
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