E' iniziata da soli sei mesi, ma la legislatura del "Benini bis" trionfalmente riconfermato con oltre 2.400 voti di preferenza è praticamente già finita, ha iniziato la fase del "tirare a campare" in cui ci si trascina stancamente verso la fine del mandato, e infatti la maggioranza su una seduta di Consiglio Comunale "di ordinaria amministrazione" era già ridotta ai minimi termini, con sette consiglieri presenti in aula (il numero legale minimo) e due consiglieri assenti, curiosamente entrambi di Cividino. Dopo il clamoroso "flop" della sconfitta del sindaco nella serata della elezione del nuovo presidente della Fondazione Calepio, arriva la clamorosa ammissione della fallimentare conduzione della vicenda delle trattative per il centro commerciale area ex Fonderie Quintano: quella trattativa di cui nel mese di agosto su "Araberara" si annunciava trionfalmente che era quasi certo l'arrivo di un nuovo operatore in grado di realizzare il nuovo centro commerciale non solamente si è arenata ("siamo fermi al palo" ha ammesso in aula il sindaco Benini) ma quando i consiglieri comunali di "Castelli Calepio Cambia" avevano chiesto chiarimenti sulla vicenda, il sindaco aveva risposto in aula consiliare che aveva ricevuto una proposta dalla "nuova" società che mandava avanti il carrozzone, ma che quella proposta siccome era insoddisfacente era stata "respinta al mittente" con lettera raccomandata. E' stata sufficiente una richiesta di accesso agli atti da parte del consigliere Massimiliano Chiari per fare crollare miseramente quella versione: trascorsi oltre trenta giorni dalla richiesta non è emersa nessuna lettera, nessuno ha "rispedito al mittente" praticamente una mazza, non si sa nemmeno se quella lettera è mai esistita oppure se è sepolta viva in qualche polveroso faldone, in mezzo alle scartoffie di una vicenda interminabile ed estenuante come quella dell'area ex Fonderie Quintano. Con tragicomico ritardo adesso la maggioranza "parte in tromba" (incurante di fare la figura di chi dice una trombonata) e annuncia che "entro fine anno", cioè tra meno di due mesi, vuole sapere dall'operatore attuale se è in grado di portare a termine le operazioni di bonifica del sito inquinato: anni di ritardi e somme incredibili di arretrati I.M.U. (che hanno gonfiato a dismisura la voce di bilancio del "fondo crediti di dubbia esigibilità") sono stati lasciati colpevolmente accumulare da almeno due maggioranze, quella della precedente legislatura e quella attuale, e adesso si tenta di correre dietro agli eventi quando la situazione è ormai precipitata rapidamente verso il baratro. Questa vicenda è la prova del livello infimo a cui è arrivata da anni la classe politica di Castelli Calepio, ormai mummificata a tal punto dal fatto che le vicende di cui si parla (la variantina alla S.P. 91, l'area da bonificare delle ex Fonderie Quintano, la eventuale realizzazione di un nuovo Palazzetto dello Sport oppure di una nuova palestra, il polo scolastico unificato e la "questione Oratorio di Tagliuno") si sono trascinate da quasi mezzo secolo "passando di mano in mano" nelle mani della legislatura attuale, e probabilmente alcune di esse sono destinate (tenuta presente l'inerzia politica e amministrativa della maggioranza attuale) a un ulteriore passaggio "di mano in mano" nelle mani di colui che sarà il successore del Cesare Augusto locale ormai al tramonto e in irreversibile declino politico
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