Gli sport di squadra (pensiamo al calcio, al basket, alla pallavolo) e l'anno scolastico hanno tre punti in comune: il calendario, i luoghi di svolgimento delle lezioni e delle partite / sedute di allenamento, la presenza di un "risultato finale" senza il quale l'intera stagione non ha senso e significato. L'anno scolastico 2019 / 2020 ha avuto inizio il 1° settembre 2019 e deve concludersi entro il 30 giugno 2020, esattamente come i campionati a cui partecipano (a tutti i livelli, da quelli professionistici a quelli dilettantistici) le squadre di calcio, di basket, di pallavolo; è del tutto evidente che una fermata "per causa di forza maggiore" di oltre due mesi (dalla fine di febbraio alla fine di aprile), con la data di ripresa delle attività che al momento è ancora del tutto incerta, fa venire a meno la possibilità reale di recuperare il tempo perduto entro il 30 giugno 2020. L'anno scolastico si conclude con un "risultato finale" (la promozione oppure la bocciatura dello studente, i voti in pagella) esattamente come i campionati degli sport di squadra che emettono il verdetto finale sulla base di regolamenti che non possono essere modificati "in corso d'opera": il venire a meno di diverse partite "per causa di forza maggiore" e l'impossibilità materiale di avere avuto a disposizione due mesi per interrogazioni in classe, valutazioni, insegnamento renderà i risultati "provvisori" maturati fino a oggi del tutto inattendibili e le stesse classifiche fasulle e incomplete (perchè diverse partite decisive dovevano ancora svolgersi, e probabilmente non ci sarà più tempo per recuperarle), anche perchè una ripresa forzata farebbe venire completamente a meno le condizioni che erano maturate alla fine di febbraio e andrebbe a falsare la fase finale della stagione; per lo sport l'aggravante di un "recupero a tappe forzate" da maggio a giugno è del tutto irrealistica, perchè si riprenderebbe l'attività dopo due mesi di "non allenamento" (per impossibilità fisica e materiale di recarsi presso centri sportivi comunali e palestre) comportando gravi rischi di infortunio degli atleti, e soprattutto perchè sarebbe del tutto impensabile disputare partite di pallavolo oppure di basket decisive in palestra "a porte chiuse" nel mese di giugno con temperature estive, dopo due mesi in cui le palestre sono state chiuse e quindi le stesse squadre sono state impossibilitate a sapere in quali condizioni si trova attualmente l'impianto in cui hanno giocato per diversi mesi. Infine, sia l'anno scolastico che (nei livelli più bassi dello "sport di base"), si svolgono nelle scuole e nelle palestre scolastiche e nei Palazzetti dello Sport comunali, molti giocatori sono studenti, molti allenatori e dirigenti sono al tempo stesso insegnanti di Educazione Fisica nelle scuole: diventa chiaro quindi che fino a quando non sarà possibile riprendere in sicurezza l'attività scolastica, sarà difficile riprendere l'attività sportiva; al tempo stesso diventa chiaro che sia la scuola che l'attività sportiva devono riprendere perchè il loro venire a meno indebolisce fisicamente e soprattutto psicologicamente le persone e le rende più vulnerabili di fronte all'attacco di malattie ed epidemie.
Purtroppo la più grave emergenza sanitaria della storia recente (sia in Italia che a livello internazionale), con la sua drammatica conseguenza di migliaia di vittime innocenti, non può non avere come conseguenza la conclusione anticipata "per causa di forza maggiore" dell'anno scolastico e della stagione sportiva 2019 / 2020; peraltro il numero elevatissimo di vittime innocenti della Provincia di Bergamo rende la situazione estremamente grave anche per il fatto che troppe persone, che operavano nei settori della Scuola e dello Sport, sono decedute proprio in questi giorni, oppure si ritrovano ricoverati in ospedale in gravi condizioni di salute, oppure ancora nella loro professione lavorativa operano nel settore della Sanità e della filiera degli approvvigionamenti alimentari e si stanno quindi sottoponendo a turni di lavoro massacranti. Sarebbe quindi opportuno trovare il coraggio e il realismo di annunciare ufficialmente ciò che è già inevitabile "nei fatti", e trovare soluzioni il più possibile eque e condivise per venire incontro a tutte quelle persone, società ed associazioni (studenti, insegnanti e docenti, operatori scolastici, atleti, società ed associazioni sportive, gestori di palestre e impianti sportivi, lavoratori dipendenti e collaboratori del settore dello sport, dirigenti dei due settori danneggiati, federazioni sportive a livello nazionale, regionale e provinciale) per limitare al massimo i danni gravissimi che essi hanno dovuto subire non per loro responsabilità, e per aiutarli nel momento in cui si devono riprendere le attività, visto che è assai probabile che (se la ripresa sarà possibile a settembre) almeno nelle fasi iniziali non potrà che essere "una ripresa a porte chiuse" con la presenza dei soli addetti ai lavori, per ragioni minime di sicurezza negli eventi. A livello internazionale hanno già preso atto della realtà (rinviando ad esempio di un anno lo svolgimento dei campionati europei di calcio dal 2020 al 2021, rinviando a data da destinarsi alcuni Gran Premi di Formula Uno, le "grandi classiche" ciclistiche di primavera, il Giro d'Italia e a breve con molta probabilità anche il Tour de France subirà il medesimo destino) e quindi anche in Italia si dovrà arrivare alla dolorosa ufficializzazione di ciò che già oggi, nelle condizioni attuali, appare inevitabile. Prima si rasserenano tutti gli operatori di tutti i livelli (scuola, sport e probabilmente anche i contribuenti che hanno dovuto chiudere attività diversi mesi per "causa di forza maggiore") che l'anno 2020 è stato catastrofico e quindi "un anno zero" nel quale tutti i risultati finali devono essere annullati perchè palesemente inattendibili e falsati, meglio sarà per tutti; purtroppo (e questa sarà la vera tragedia) non sarà possibile per tutti riprendere le proprie attività, perchè molti operatori di questi settori sono tra le vittime dell'emergenza sanitaria "Corona Virus" e perchè altri (falcidiati dalla crisi economica che sarà la diretta conseguenza di diversi mesi di impossibilità a svolgere le loro mansioni abituali) non saranno più nelle condizioni di riprendere le loro attività e dovranno chiudere, lasciando spazio ai fortunati che a costo di sacrifici economici inenarrabili e a costo di immensa fatica saranno in grado di proseguire quello che avevano iniziato a fare prima degli sciagurati mesi di febbraio e marzo 2020
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