venerdì 3 aprile 2020

QUESTA VOLTA NON FINIRA' "A TARALLUCCI E VINO" ALL'ITALIANA

Ci sono quelli che,   da  "piccoli sceriffi",    si illudono di risolvere la questione tenenedo  "blindati in casa"  i cittadini fino a fine aprile,  e  magari fino a fine maggio,   alcuni di loro  (che non si rendono conto di quello che dicono)  vorrebbero prolungare il  "tutti a casa"  addirittura fino al 31 luglio,   come se fosse fisicamente e materialmente possibile continuare con il  "lockdown"  anche oltre il mese di maggio,   senza programmare una riapertura  (graduale)  delle attività economiche  e  sociali.     Arriverà un giorno non lontano  (probabilmente dopo l'estate)  nel quale si dovranno  "tirare le somme",   fare un bilancio politico di ciò che è accaduto in questi mesi a livello nazionale,   a livello regionale  (soprattutto in Lombardia),   a  livello locale  (soprattutto nella Provincia di Bergamo):   di fronte a diverse migliaia di morti,   al collasso del Servizio Sanitario Nazionale,   a veri e propri disastri dal punto di vista della comunicazione  ("famigerata"  fu la fuga di notizie prima della firma del decreto del 8 marzo,   con la Stazione Centrale ferroviaria di Milano che fu letteralmente presa d'assalto da una marea di passeggeri in fuga verso le Regioni del Sud Italia),   al crollo economico  e  al conseguente tracollo delle entrate fiscali,  al livello record che raggiungerà il debito pubblico italiano,   al collasso dell'Unione Europea,   alle risse indecorose tra Governo centrale  e  Regioni,   alla confusione incredibile generata dalla sovrapposizione continua tra decreti governativi  e  ordinanze regionali spesso in contraddizione tra di loro,   di fronte alle  "dichiarazioni in libertà"  di politici che a giorni alterni minimizzavano  e  incitavano alla riapertura generale  e  poi improvvisamente cambiavano idea chiedendo di  "chiudere tutto",   di fronte al  "caso Alzano Lombardo"  e  alle polemiche sulla mancata costituzione della  "zona rossa"  nel focolaio della Provincia bergamasca,   di fronte alla confusione che è regnata all'interno degli stessi esperti  (dirigenti nazionali della Protezione Civile,  virologi  e  scienziati anche di fama nazionale)  i quali erano in continua contraddizione tra loro,   di fronte al caos del 1°  aprile sul sito internet dell'I.N.P.S.  per la richiesta della indennità di 600,00  euro per titolari di partite I.V.A.  e  collaboratori,    qualcuno  "presenterà il conto"  ai politici nazionali,   ai politici regionali,   a diversi alti dirigenti per ciò che è accaduto,   e  che purtroppo continuerà ad accadere nei prossimi giorni.    E allora il Gufo consiglia caldamente a molti di loro di prendere seriamente in considerazione l'ipotesi della lettera di dimissioni irrevocabili da consegnare a emergenza sanitaria conclusa  e  la sparizione definitiva dalla scena politica,   prima che la forza degli eventi  (che continuano a precipitare giorno dopo giorno)   non provochi comunque il loro  "congedo con disonore"  da parte degli  "alti vertici statali",   perchè è impensabile  (persino in una nazione come l'Italia,  di solito abituata a perdonare tutto e tutti  e  a fare finire le vicende più gravi  "a tarallucci e vino")   che una catastrofe del genere possa rimanere senza assunzioni di responsabilità da parte di qualcuno,   e senza che i protagonisti più nefasti possano rimetterci la poltrona quando,   anche a causa di molti errori  e  orrori nella gestione dell'emergenza,   migliaia di persone hanno perso la vita      

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