domenica 19 giugno 2016

"TANTE VOLTE MI TROVO IN CRISI DI FEDE" LA FRASE RIVOLUZIONARIA DI PAPA FRANCESCO CHE STRAVOLGE LA STORIA MILLENARIA DELLA CHIESA

"Tante volte mi trovo in  'crisi di fede',  a volte ho avuto l'audacia di rimproverare Gesù e di dubitare",  una risposta semplice a una domanda innocente posta da un bambino della Comunità di Nazareth in un incontro con Papa Francesco apre la pagina più rivoluzionaria della storia della Chiesa.   Quella storia millenaria che si basa sul  "dogma assoluto della Fede",  sull'infallibilità del Pontefice  (questo è un altro dogma che nella storia dell'Umanità ha resistito per diversi secoli),   sulle verità mai messe in discussione,  che ha vissuto le tragiche pagine dei processi sommari per eresia nel Medio Evo e delle condanne a morte degli eretici,  di colpo invecchia e cambia registro;  l'uomo rientra in gioco nella sua reale essenza,  quella di una persona fragile che può essere assalita dal dubbio,  e la fragilità e il dubbio non risparmiano nemmeno il Papa,  il più potente tra gli uomini della Terra.   Papa Francesco ha vacillato,  esattamente come l'ultimo e il più umile dei fedeli della religione cattolica,  di fronte al dubbio e alla fragilità umana;   ha rimproverato Gesù negli anni in cui è stato testimone diretto di orrori e ingiustizie;  per un momento ha messo in dubbio  (come il più fragile degli uomini)  che la Giustizia Divina fosse perfetta e infallibile.    Dai Palazzi Vaticani spesso chiusi e ammuffiti si apre la finestra ed entra l'aria fresca di chi consola le persone come il Gufo la cui fede purtroppo è molto fragile e vacilla continuamente,   quelle persone che il dubbio sulla Verità ce l'hanno tutti i giorni,  che sono assaliti da inquietudini e domande alle quali spesso non trovano risposte convincenti;   è come se Papa Francesco con quella frase fosse sceso in mezzo a loro per dire che tutti siamo uniti dal dubbio,  dalla fragilità,  dalla provvisorietà e dalla precarietà che è la condizione di ogni singolo uomo e di ogni singola persona nell'immensità di quella storia millenaria che è la storia dell'Umanità.    Il Gufo non sa e nemmeno gli importa come sarà accolta questa frase dalle persone che ne sono venute a conoscenza tramite i giornali,  i social network,  le televisioni;  è una frase di portata storica e rivoluzionaria,  e il Gufo la abbina volentieri alla meravigliosa lettera scritta dal politico laico e radicale Marco Pannella a Papa Francesco da un letto dell'ospedale nei giorni dell'agonia e della malattia immediatamente precedenti la sua recente morte,   quando fisicamente allo stremo delle forze  (ma ancora in buone condizioni di lucidità mentale),   quando Marco Pannella dichiarava di sentirsi unito al Papa da un libro antico,  il Vangelo,  e dal gesto concreto con cui il Papa  -  anzichè limitarsi alle prediche generiche e inconcludenti e ai discorsi dal pulpito di una Chiesa cattolica oppure di una Cattedrale  -  si era personalmente recato nell'isola greca di Lesbo per trascorrere una giornata intera a consolare quei rifugiati in fuga dalla guerra e dalla miseria del Medio Oriente che l'Europa burocratica ed egoista dei grandi banchieri  (guidata dalla ricca Germania)  confinava nei campi profughi rifiutando l'accoglienza  e  lasciando vergognosamente sole le due meravigliose e civilissime nazioni Italia e Grecia nelle operazioni di soccorso umanitario     

3 commenti:

  1. Con la sua paradossale "confessione" papa Francesco conferma, ancora una volta, la sua grandezza e soprattutto la sua autenticità. A chi storcerà il naso, papa Francesco avrà gioco fin troppo facile nel ricordagli che perfino Cristo dubitò, anche se nella situazione limite della croce: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". La fragilità, e quindi il dubbio, sono costitutivi della natura umana e Francesco ha voluto ricordarci che neppure lui si sottrae a questi limiti. Il discorso sarebbe lungo, ma io sono in vacanza e, quindi, mi fermo qui, Gufo. Fino alla prossima.

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    1. Gesù Cristo iniziò a dubitare ben prima della crocifissione quando nell'orto degli Ulivi disperato implorava Dio con la famosa frase "allontana da me questo calice" perchè per qualche istante la natura umana di Gesù aveva prevalso sulla natura divina, e l'orrore della consapevolezza del tradimento di Giuda, della condanna ingiusta, delle torture e della morte a cui andava incontro facevano prevalere la paura sulla Fede. Il Gufo che fa fatica a ritrovare la propria fede traballante dopo queste parole si sente meno solo e meno inadeguato, e in questa sensazione di consolazione che ha fatto meditare per qualche minuto il Gufo in questa anonima domenica di giugno risiede la grandezza e l'unicità del messaggio di Papa Francesco

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  2. Con la sua paradossale "confessione" papa Francesco conferma, ancora una volta, la sua grandezza e soprattutto la sua autenticità. A chi storcerà il naso, papa Francesco avrà gioco fin troppo facile nel ricordagli che perfino Cristo dubitò, anche se nella situazione limite della croce: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". La fragilità, e quindi il dubbio, sono costitutivi della natura umana e Francesco ha voluto ricordarci che neppure lui si sottrae a questi limiti. Il discorso sarebbe lungo, ma io sono in vacanza e, quindi, mi fermo qui, Gufo. Fino alla prossima.

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