"Conosco questo cazzo di tipo, si chiama Ali Sonboly, era nella mia classe. Facevamo sempre del mobbing contro di lui a scuola. Lui ci ha minacciati 'adesso vi uccido tutti'" arriva dalla pubblicazione da parte del giornale "Daily Mail" di una frase estrapolata da una chat e dal profilo Facebook di un ex compagno di scuola del giovane killer che ha compiuto la strage di Monaco di Baviera la spiegazione a una strage feroce, in cui le vittime (nove giovani ragazzi innocenti, alcuni di loro minorenni) sono in maggioranza cittadini extracomunitari, tre ragazzi di origine turca e tre ragazzi di origine kosovara oltre a un ragazzo di origine greca e a due tedeschi, perchè la violenza purtroppo non è di monopolio degli estremisti dell'ISIS, la violenza ha diverse motivazioni, ogni singolo atto di violenza ha la propria storia e le proprie ragioni. Lasciamo perdere le speculazioni giornalistiche (soprattutto dei giornali di destra) che vorrebbero legare al fenomeno del terrorismo dell'ISIS l'atto disperato di un giovane e debole ragazzo che è stato crudelmente mobbizzato per anni, dai suoi stessi ex compagni di classe e di scuola che nemmeno di fronte alla tragedia dimostrano un minimo di pentimento per la scelleratezza del loro comportamento, della vigliaccheria di accanirsi e di schernire un compagno solo perchè era più debole di loro, solo perchè era psicologicamente fragile, solo perchè era considerato "uno sfigato". Nemmeno davanti alla devastante conseguenza di quelle violenze psicologiche intenzionalmente messe in atto da compagni prepotenti che si accanivano su un ragazzo debole, nemmeno davanti a dieci vite irrimediabilmente distrutte (quelle delle nove vittime innocenti e quella del giovane Ali Sonboly che dopo aver commesso la strage ha purtroppo completato l'opera con l'ultimo gravissimo delitto, quello del proprio suicidio) emerge nella drammatica frase di quell'ex compagno un momento di pentimento, una presa di coscienza degli effetti devastanti che può produrre il bullismo quando chi lo subisce è un minorenne di origine straniera, che quindi si sente discriminato, oltre che mobbizzato. La responsabilità personale e penale degli atti commessi ricade sulla persona che li ha messi in pratica e quindi purtroppo il misfatto della strage è da attribuire esclusivamente, dal punto di vista penale, ad Ali Sonboly, ma il Gufo attribuisce (nella sua opinione personale) una parte della responsabilità morale di questa tragedia anche agli sciagurati ex compagni che avevano mobbizzato, per loro stessa ammissione, Ali Sonboly facendolo precipitare nell'inferno della depressione. Questa strage purtroppo è tutta moralmente a carico nostro, di alcuni cittadini europei e in questo caso cittadini residenti nella civilissima e ricca nazione Germania, che (travolti e resi insicuri da una gravissima crisi economica e sociale, dalla globalizzazione e dall'intolleranza e diffidenza reciproca sempre più grave tra cittadini europei e cittadini extracomunitari immigrati nell'Unione Europea) non siamo più capaci degli straordinari slanci di generosità che erano la caratteristica più bella delle meravigliose nazioni europee, e siamo precipitati nel rito tribale e selvaggio di accanirsi contro un minorenne solo perchè era debole, e di umiliarlo anche dopo la morte definendolo in modo sprezzante e razzista come "un depresso", in quell'abisso di ignoranza e di pregiudizi da Medio Evo - che il Gufo tenta vanamente di sconfiggere da due anni con i suoi post sul blog dedicati al dramma della depressione - che vuole etichettare automaticamente la persona depressa come una persona mentalmente instabile e potenzialmente violenta, anche quando è evidente - come nel caso di questa strage - che la depressione di Ali Sonboly è stata la conseguenza della gratuita violenza del bullismo giovanile che è stata per anni crudelmente indirizzata contro il compagno di classe più debole, più fragile e "più sfigato"
NOTA FINALE DELL'ARTICOLO - il Gufo non vuole commentare la becera demagogia degli scribacchini di destra che ancora oggi, approfittando dell'origine iraniana del ragazzo autore della strage, tentano di buttarla in cagnara tirando fuori la solita menata dell'ISIS, come se l'ISIS fosse responsabile e mandante di qualsiasi atto violento compiuto da qualsiasi individuo in questo momento storico, quando è ormai quasi dimostrato (grazie alle indagini veloci e precise della polizia tedesca) che la motivazione della strage di Monaco di Baviera trae origine dalle tristi esperienze della vita, dai problemi psicologici e dalla fragile personalità del giovane attentatore. L'estremismo e il fanatismo dell'ISIS sono un gravissimo crimine e un pericolo drammatico per la sicurezza a livello mondiale (proprio ieri i fanatici estremisti dell'ISIS hanno compiuto l'ennesima strage e hanno assassinato in modo barbaro e selvaggio oltre ottanta persone che partecipavano a un corteo pacifico in Afghanistan, il numero dei morti è stato quasi identico a quello della strage di Nizza, ma questa notizia purtroppo non ha suscitato l'orrore e l'indignazione unanime dei governi e dei giornalisti occidentali) ma il modo migliore per combatterlo è quello di scrivere cronache e resoconti precisi, tenere distinti i singoli fatti e le singole situazioni ricercando sempre la causa reale di ogni singola strage, di fare uno sforzo di onestà intellettuale per distinguere caso per caso e di distinguere e analizzare le singole situazioni inserendole nel contesto corretto senza inutili generalizzazioni e senza facili slogan "buoni per tutte le stagioni". Purtroppo nelle nazioni occidentali "evolute" emerge da anni ed è in continuo aumento quel vero e proprio "allarme sociale" costituito dal devastante fenomeno del bullismo, della violenza giovanile e dell'accanimento psicologico dei "forti" contro i "deboli" e contro i "depressi", che sono fatti oggetto di continue derisioni e di scherzi feroci e che sono "etichettati" e lasciati spesso soli a bollire nel loro brodo; questo problema sociale è un cancro che distrugge da anni migliaia di vite umane in un modo non meno crudele di quello utilizzato dai terroristi fanatici dell'ISIS
NOTA FINALE DELL'ARTICOLO - il Gufo non vuole commentare la becera demagogia degli scribacchini di destra che ancora oggi, approfittando dell'origine iraniana del ragazzo autore della strage, tentano di buttarla in cagnara tirando fuori la solita menata dell'ISIS, come se l'ISIS fosse responsabile e mandante di qualsiasi atto violento compiuto da qualsiasi individuo in questo momento storico, quando è ormai quasi dimostrato (grazie alle indagini veloci e precise della polizia tedesca) che la motivazione della strage di Monaco di Baviera trae origine dalle tristi esperienze della vita, dai problemi psicologici e dalla fragile personalità del giovane attentatore. L'estremismo e il fanatismo dell'ISIS sono un gravissimo crimine e un pericolo drammatico per la sicurezza a livello mondiale (proprio ieri i fanatici estremisti dell'ISIS hanno compiuto l'ennesima strage e hanno assassinato in modo barbaro e selvaggio oltre ottanta persone che partecipavano a un corteo pacifico in Afghanistan, il numero dei morti è stato quasi identico a quello della strage di Nizza, ma questa notizia purtroppo non ha suscitato l'orrore e l'indignazione unanime dei governi e dei giornalisti occidentali) ma il modo migliore per combatterlo è quello di scrivere cronache e resoconti precisi, tenere distinti i singoli fatti e le singole situazioni ricercando sempre la causa reale di ogni singola strage, di fare uno sforzo di onestà intellettuale per distinguere caso per caso e di distinguere e analizzare le singole situazioni inserendole nel contesto corretto senza inutili generalizzazioni e senza facili slogan "buoni per tutte le stagioni". Purtroppo nelle nazioni occidentali "evolute" emerge da anni ed è in continuo aumento quel vero e proprio "allarme sociale" costituito dal devastante fenomeno del bullismo, della violenza giovanile e dell'accanimento psicologico dei "forti" contro i "deboli" e contro i "depressi", che sono fatti oggetto di continue derisioni e di scherzi feroci e che sono "etichettati" e lasciati spesso soli a bollire nel loro brodo; questo problema sociale è un cancro che distrugge da anni migliaia di vite umane in un modo non meno crudele di quello utilizzato dai terroristi fanatici dell'ISIS
Bel post, Gufo, complimenti.
RispondiEliminaIl dramma della depressione (diventata la seconda malattia come spesa sanitaria e la terza malattia come causa di assenteismo in Italia) da anni produce tragedie infinite e un numero di morti, di invalidi e di malati gravi nettamente superiore a quelli causati dalle stragi dei fanatici dell'ISIS ma i giornalisti e i politici se ne fregano. Quello contro i deboli e i depressi è vero e proprio RAZZISMO E VIOLENZA ma nessuno ha il coraggio politico e personale di denunciare questa "strage (non) silenziosa"
EliminaHai ragione! Faccio la mia piccola parte in questa tua battaglia di civiltà: rilancio il tuo post sul mio profilo fb. Spero lo facciano anche altri. Ciao.
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