Esistono diversi modi per onorare un onomastico, una ricorrenza, e il Gufo sceglie quello preferito da Massimiliano Chiari: la narrazione di un episodio storico. Nel mese di agosto 2016 si onora e si ricorda in Polonia il 75mo anniversario dalla morte eroica di Padre Massimiliano Kolbe, sacerdote polacco, ucciso in modo barbaro dagli aguzzini nazisti (guidati dal più feroce, crudele e insensibile dei criminali di guerra nazisti, il comandante del campo di sterminio di Auschwitz Karl Fritzch, quello che aveva introdotto lo sterminio di prigionieri mediante le famigerate "camere a gas" nel campo di Auschwitz e che era sadico e crudele a tal punto da partecipare spesso, in prima persona, alla selezione e alla scelta dei prigionieri da condannare a morte nelle camere a gas). Il 29 luglio 1941 un prigioniero del campo tentò la fuga, riuscendo a saltare i muri con filo spinato, a eludere la severa sorveglianza delle sentinelle del campo e a gettarsi nella vegetazione alta e fitta intorno ad Auschwitz, e la sera del 29 luglio il comandante di campo annunciò ai prigionieri terrorizzati (che erano stati tenuti immobili sotto il sole caldissimo dell'estate polacca, al punto che alcuni di loro persero i sensi e furono trascinati via dagli aguzzini nazisti) che il prigioniero non era stato catturato, e che come ritorsione sarebbe scattata la terribile "decimazione": dieci prigionieri (scelti a caso) uccisi per ogni fuggitivo. La scelta del decimo prigioniero cadde sul sergente polacco padre di famiglia Francesco Gajowniczek, che disperato urlò "non rivedrò mai più mia moglie e i miei figli". Massimiliano Kolbe, con gesto eroico e coraggioso, senza esitare si fece avanti dalle file dei prigionieri e si piantò davanti al comandante Fritzsch, "faccia a faccia", e alla domanda del comandante che chiedeva con tono arrogante "chi è questo sporco polacco? cosa vuole da me?" il sacerdote Massimiliano, in perfetta lingua tedesca, prima si presentò declinando le proprie generalità e poi con la massima serenità e tranquillità disse "chiedo di prendere il posto di quel prigioniero" indicando il sergente polacco. Il comandante Fritzsch, per la prima e unica volta nella sua vita, malgrado la sua severità e la sua rigidità, cambiò idea, e risparmiò la vita di Francesco Gajowniczek accettando la richiesta di Massimiliano Kolbe, che fu condannato alla morte più atroce (la morte per sete e per fame in una cella molto piccola, esposta direttamente alla calura estiva e alle temperature invernali).
Le cronache del campo di Auschwitz e le testimonianze degli aguzzini tedeschi (che ne furono profondamente turbati e sorpresi) raccontano che il sacerdote tedesco trascinò i condannati con l'esempio della fede a pregare e a intonare canti in lingua polacca alla Madonna, al punto che i condannati a morte erano veramente "liberi" di cantare e felici, mentre i carcerieri e gli aguzzini erano disperati e tentavano continuamente (con schiaffi ai prigionieri e ordini urlati dei quali i prigionieri se ne fregavano) di interrompere questi canti. Man mano che i prigionieri cedevano fisicamente e morivano uno a uno, Padre Massimiliano e i superstiti acquistavano incredibilmente forza e vigore e continuavano a cantare e a pregare ad alta voce. Il giorno del 14 agosto 1941, contro ogni previsione, Padre Massimiliano e altri tre prigionieri erano ancora vivi, anche se ormai allo stremo delle forze, e i nazisti cedettero: furono costretti, per eliminarli definitivamente, a rinunciare all'idea di farli morire di stenti e l'infermiere tedesco del campo Hans Boch entrò nelle loro celle, compiendo l'ultimo crimine, il peggiore di tutti, quello con cui toglieva la vita a Padre Massimiliano e agli altri prigionieri con un'iniezione di acido fenico. Padre Massimiliano in quel momento trovò la forza per umiliare i suoi aguzzini, dicendo tranquillamente all'infermiere tedesco che era sul punto di commettere un omicidio (e di tradire nel modo più vergognoso la sua professione di addetto sanitario) "Lei non ha capito nulla della vita .... l'odio non serve a niente, solo l'amore crea".
I miracoli di Padre Kolbe non erano finiti con la sua morte. In modo assolutamente incredibile e inaspettato, Francesco Gajowniczek riuscì a sopravvivere per altri quattro anni nel campo di sterminio (mentre la maggior parte dei prigionieri morivano di stenti oppure erano uccisi dopo pochi giorni) e in tal modo alla fine della guerra riuscì a offrire all'umanità la testimonianza diretta di quell'episodio. Alcuni aguzzini tedeschi, dopo quello che avevano visto nei 15 giorni della prigionia di Padre Massimiliano e al momento della sua morte, cambiarono vita e furono meno feroci e meno spietati con gli altri prigionieri, riuscendo anche a compiere (in quel luogo terribile e criminale di orrore e di morte) rari ma preziosi gesti di generosità, e a loro volta testimoniarono a guerra finita quello che era accaduto. Per qualche anno, inspiegabilmente, nelle campagne aride che circondavano i campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau fiorivano alcuni fiori rossi, in modo del tutto innaturale e privo di spiegazioni scientifiche. E alla fine di tutto, il più straordinario dei miracoli fu quello che nel 1982, in pieno regime comunista sovietico che dominava la Polonia e l'Europa dell'Est con feroci dittature, un Papa polacco proclamò ufficialmente santo Padre Massimiliano Kolbe, e lo stesso Papa polacco che aveva proclamato santo Padre Massimiliano Kolbe - con la forza della parola e della predicazione del Vangelo, e senza utilizzare le armi - riuscì in soli dieci anni a far crollare il regime comunista liberando per sempre la Polonia dalla dittatura
I miracoli di Padre Kolbe non erano finiti con la sua morte. In modo assolutamente incredibile e inaspettato, Francesco Gajowniczek riuscì a sopravvivere per altri quattro anni nel campo di sterminio (mentre la maggior parte dei prigionieri morivano di stenti oppure erano uccisi dopo pochi giorni) e in tal modo alla fine della guerra riuscì a offrire all'umanità la testimonianza diretta di quell'episodio. Alcuni aguzzini tedeschi, dopo quello che avevano visto nei 15 giorni della prigionia di Padre Massimiliano e al momento della sua morte, cambiarono vita e furono meno feroci e meno spietati con gli altri prigionieri, riuscendo anche a compiere (in quel luogo terribile e criminale di orrore e di morte) rari ma preziosi gesti di generosità, e a loro volta testimoniarono a guerra finita quello che era accaduto. Per qualche anno, inspiegabilmente, nelle campagne aride che circondavano i campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau fiorivano alcuni fiori rossi, in modo del tutto innaturale e privo di spiegazioni scientifiche. E alla fine di tutto, il più straordinario dei miracoli fu quello che nel 1982, in pieno regime comunista sovietico che dominava la Polonia e l'Europa dell'Est con feroci dittature, un Papa polacco proclamò ufficialmente santo Padre Massimiliano Kolbe, e lo stesso Papa polacco che aveva proclamato santo Padre Massimiliano Kolbe - con la forza della parola e della predicazione del Vangelo, e senza utilizzare le armi - riuscì in soli dieci anni a far crollare il regime comunista liberando per sempre la Polonia dalla dittatura
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