Entro l'anno 2020, secondo ricerche approfondite dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, la depressione diventerà la seconda causa di disabilità lavorativa a livello mondiale dopo i disturbi e le malattie di natura cardio-vascolare. I costi sociali, economici e sanitari della depressione sono altissimi, sono in continuo aumento, diverse stime attendibili parlano ormai di 350 milioni di persone (a livello mondiale, di cui quasi tre milioni di persone in Italia) che soffrono di depressione. Il 50% delle persone che subisce un episodio depressivo, nel corso della sua vita, "diventa recidivo": ha forti possibilità (nel corso della sua vita) di una ricaduta in almeno un altro episodio depressivo. La depressione, come può testimoniare il Gufo, può essere curata con una combinazione di farmaci anti depressivi e con la psicoterapia (per le forme di forte depressione, ma non gravi, come quella del Gufo, la psicoterapia cognitiva basata sui colloqui psicologici periodici con medici con cui si riesce a instaurare un clima di reciproco ascolto, fiducia e serenità può rappresentare la soluzione al problema e portare a miglioramenti concreti della qualità della vita della persona depressa). Nel caso del Gufo, si è realizzato lo straordinario miracolo di una "depressione motore del cambiamento": la depressione ha dato la forza e la motivazione necessaria al Gufo per introdurre alcuni correttivi al suo stile di vita, per scoprire nuovamente le antiche passioni (quella per i viaggi in Europa e per la scrittura), per trovare nuovi interessi, e soprattutto per non provare più vergogna quando decide di isolarsi nella propria stanza, magari nel "dolce far nulla" di momenti di pura distensione fisica, magari semplicemente per ascoltare (con la finestra aperta) il canto degli uccellini che allietano il giardino del Gufo.
Quello che il Gufo può testimoniare (per esperienza vissuta direttamente) è che la depressione consuma e prosciuga le energie fisiche e psicologiche della persona sofferente, e inoltre la depressione induce la persona a ritirarsi nel rifugio dove si sente tranquillo, dove si sente al sicuro, magari avvolto dalla "nebbiolina grigia" dei giorni sempre uguali. Quando il depresso è stanco, fa fatica a concentrarsi e a compiere gli sforzi fisici e mentali che erano per lui naturali e abituali prima della depressione, quando il depresso si ritira "nel proprio piccolo mondo, costruito 'a misura' per ricercare la propria dimensione interiore ideale", si ha la tendenza a "lasciarlo bollire nel suo brodo", a isolarlo, a banalizzare con alcuni pregiudizi (troppe volte il Gufo ha sentito parlare di persone strane, di "matti", di "seghe mentali", di persone "lazzarone, che non hanno voglia di fare niente", a volte addirittura di persone "asociali"....) quella che è una malattia che riduce la persona sofferente allo stremo delle forze, a lottare una durissima battaglia personale per combattere e vincere contro "il male oscuro". Il Gufo ha parlato e continua a parlare della depressione in generale, e della propria depressione, come elemento di purificazione della propria anima ferita e come momento di sensibilizzazione di quello che è già una realtà, che è già scritto nei dati ufficiali, nelle statistiche e nelle ricerche (a livello mondiale e scientifico) delle principali organizzazioni europee e mondiali della Sanità, perchè il fatto realmente drammatico della depressione è che LA SECONDA CAUSA DI "DISABILITA' LAVORATIVA" A LIVELLO MONDIALE, NELLA PIU' TOTALE IRRESPONSABILITA' E INCOSCIENZA DEI POLITICI, NON E' PERCEPITA COME IL PRINCIPALE PROBLEMA SOCIALE DI CUI OCCUPARSI. Questa sera, cari lettori, dopo avere letto questo post date una rapida occhiata a tutti gli altri social network (locali e anche nazionali) sui quali "cinguettate" regolarmente, e il Gufo è pronto a scommettere che la maggior parte di voi dovrà ammettere che questa sera, che in diversi post di questi due anni e tre mesi di esperienza informativa quotidiana del blog del Gufo, solamente questo vecchio e arcaico Gufo vi ha parlato a fondo del problema della depressione, con il cuore e mettendo in campo la drammaticità della propria esperienza diretta, e proprio per sensibilizzare ancora una volta i lettori sull'argomento "depressione" il Gufo conclude il proprio post con una rivelazione clamorosa: questo vecchio Gufo, anche se ha sofferto moltissimo a causa del "male oscuro", considera una propria grandissima vittoria esistenziale quella di essere riuscito a gettare al vento sensi di colpa e antichi pregiudizi e di avere scritto pubblicamente "IO HO SOFFERTO DI SOLITUDINE E DI DEPRESSIONE, E HO PIANTO MOLTISSIMO A CAUSA DELLA DEPRESSIONE" e questo blog, che è ormai vicino a raggiungere l'incredibile traguardo delle 150.000 visualizzazioni in solamente due anni e tre mesi pur essendo un blog tecnologicamente decrepito, è il blog creato e portato avanti con fatica e con passione da una persona che ha sofferto di depressione
Hai ragione, Gufo, onore al merito!
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