Sono trascorsi esattamente 60 anni dalla tragedia sul lavoro più drammatica della storia dell'Unione Europea, quella della miniera belga di Marcinelle: un incendio improvviso all'interno della miniera (causato da una combustione dell'olio a sua volta innescata da una scintilla elettrica) ha provocato una tragedia di dimensioni catastrofiche, che ha portato alla morte 262 dei 274 minatori che erano presenti quel giorno sul luogo di lavoro, tra i deceduti oltre la metà (136 minatori) erano immigrati italiani in Belgio, e 95 minatori erano di nazionalità belga. Il Gufo non vuole scrivere un post informativo sulla tragedia: come spesso accade in questi casi, numerose commissioni di inchiesta che si sono succedute nel corso degli anni non sono mai riuscite a fare piena luce sulla tragedia e a dissolvere completamente dubbi e a fornire un quadro esatto e inequivocabile delle cause e degli eventi che hanno provocato la morte dei 262 minatori. Purtroppo una causa fortuita e un episodio apparentemente banale e rimediabile si è sommato ad alcune imprudenze, ai difetti dei sistemi di sicurezza (si era reduci da pochi anni dalla Seconda Guerra Mondiale e non esistevano i sistemi moderni di sicurezza sul lavoro), agli errori umani nei quali inevitabilmente si cade quando, sotto l'incalzare di eventi drammatici, si devono prendere decisioni importantissime in pochi istanti, spesso assumendosi responsabilità molto gravi senza avere la possibilità e il tempo materiale di confrontarsi con persone più esperte (che magari proprio in quel momento risultano assenti) ad altissimo rischio di errore. Non è intenzione del Gufo in questo post fare un resoconto e una cronaca, tentare un'analisi delle fatalità, delle colpe e degli errori, anche perchè il Gufo non ha certamente le competenze tecniche per tentare una ricostruzione degli eventi; il Gufo si limita al ricordo, a una piccola preghiera, a un pensiero per tutte le persone che hanno perso la vita in quella tragedia e a una preghiera per tutti i nostri connazionali emigrati all'estero che ancora oggi onorano la Patria con l'impegno assiduo e umile del loro lavoro, soprattutto per gli italiani emigrati all'estero che hanno perso la vita, nella nazione in cui lavoravano, per le tragedie delle morti sul luogo di lavoro. GRAZIE DI CUORE, AMICO EMIGRANTE (ITALIANO), CHE CON IL TUO LAVORO ALL'ESTERO HAI SERVITO E CONTINUI A SERVIRE LA NAZIONE ITALIA e con questo auspicio il Gufo chiede a tutti i lettori di questo post di unirsi idealmente a questo piccolo momento di riflessione sul tema importantissimo e decisivo degli investimenti, che devono essere sempre più massicci per quantità e per qualità, per migliorare la sicurezza delle persone sul luogo di lavoro e le condizioni di vita di tutti i lavoratori, datori di lavoro, imprenditori individuali, professionisti e lavoratori dipendenti
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