domenica 27 novembre 2016

L'INCREDIBILE SCOOP STORICO DEL GUFO ''ANNIBALE FU SCONFITTO DAI ROMANI MA FU INDEBOLITO NEL SUO MOMENTO DI MAGGIOR SUCCESSO DALL'AMORE PER UNA BELLA RAGAZZA DI CAPUA''

I libri di storia come sempre ingannano e tradiscono il popolo,  sono incompleti,  forniscono versioni  'eroiche e di comodo'  per negare che è stato un episodio a volte casuale a determinare un diverso andamento dei fatti,  rispetto a quello che si sarebbe verificato senza l'evento casuale e inaspettato.   Siamo nel 216 Avanti Cristo,   il campo di battaglia di Canne sull'Ofanto in Puglia descrive uno scenario terrificante di morte e di disperazione,   certifica la più grave e devastante sconfitta militare subìta da un popolo nella sua storia,   70.000 soldati romani sono stati uccisi oppure catturati dall'esercito cartaginese condotto da Annibale a una vittoria epocale con l'utilizzo di strategie militari nettamente superiori a quelle antiquate dei generali romani.   Lo sfascio è totale,  la sconfitta definitiva di Roma nella guerra contro Cartagine sembra la conseguenza ormai inevitabile di una superiorità militare schiacciante che ha consentito ai cartaginesi in due soli anni di devastare e macellare l'esercito romano addirittura in tre grandi battaglie,  quella della Trebbia e del Ticino ai confini tra Lombardia e zona della città di Piacenza,  quella del Lago Trasimeno in Umbria  e  adesso quella di Canne sull'Ofanto in Puglia.   Il generale cartaginese deve solamente dare all'esercito l'ordine finale  e  fatale  ''marciamo contro Roma,   accampiamo l'esercito fuori dalle mura della città  e  iniziamo a devastare sistematicamente le fertili campagne del Lazio intorno alla Capitale,   in modo da costringere i Romani ormai esausti alla resa finale senza condizioni''.    

Annibale non ha mai dato l'ordine drammatico e decisivo che avrebbe cambiato definitivamente il corso della storia,  ma si è diretto su Capua,  con l'obiettivo politico di conquistare le due principali città del Sud Italia,  la campana Capua e la siciliana Siracusa,   in modo da staccare il Sud Italia da Roma e da fare agonizzare lentamente il nemico,   facendolo bollire a fuoco lento.    Purtroppo a Capua arriva  'il nemico'  che non potrà mai sconfiggere,   la persona che lo infiacchisce e lo indebolisce,  la fanciulla campana di straordinaria bellezza di nome Sthenia Blossio,  figlia del generale di divisione di Capua Mario Blossio.    Il professore ordinario di Storia Romana dell'Università di Bologna,   il più grande studioso italiano della storia della famiglia del grande generale cartaginese,   il bolognese Giovanni Brizzi documenta e descrive la vicenda di Annibale che a Capua è soggiogato e tramortito nei sensi dalla leggendaria Sthenia Blossio,    ''seduta in disparte sui bordi di un ninfeo,  una di loro seguiva i trastulli delle compagne più giovani di lei con aria pensosa e distratta,  e le dita immerse nell'acqua''.    Lo sguardo di Sthenìa e la sua eleganza nei gesti,  nei lineamenti,  nei modi travolsero il ruvido generale cartaginese,  che fino a quel momento era stato completamente assorbito dalla strategia militare e dal suo disegno ambizioso di sconfiggere Roma con una campagna di invasione dell'Italia,   e la grazia leggera e leggiadra della leggendaria fanciulla di Capua fiaccarono la volontà fisica e psicologica,   che fino a quel momento era ferrea e inflessibile,  dello straniero invasore.   Quando dopo cinque anni,  nel 211 Avanti Cristo,  Annibale aveva abbandonato Capua che cadeva nuovamente nelle mani dei Romani,  era un uomo infiacchito dagli  ''ozi di Capua''  e  dalla sua bellissima Sthenia,   che le aveva regalato un figlio,  e il generale non era più il giovane e invincibile demonio che metteva sempre nel sacco gli avversari con le sue strategie vincenti,   ma era un uomo innamorato che piangeva per l'addio alla bellissima Sthenia.    La vicenda degli storici ufficiali ci racconta di un Publio Scipione che vince la guerra sconfiggendo Annibale sul campo di battaglia e in trasferta,  in Africa,  vicino alla città di Zama,  grazie a una variazione nell'impostazione dello schieramento dell'esercito romano  e  allo stratagemma della cavalleria numida che prima si allontana dal campo di battaglia  e  poi piomba a sorpresa alle spalle sull'esercito cartaginese nel momento decisivo in cui la battaglia era in equilibrio e si svolgeva in modo furioso e confuso,   rovesciando le sorti della contesa  e  facendo pendere l'ago della bilancia a favore dei Romani.     La versione forse sorprendente raccontata da un professore universitario bolognese in un libro straordinario del quale il Gufo consiglia caldamente l'acquisto e la lettura,  il libro  ''Annibale  -  come un'auto biografia''  di Giovanni Brizzi,   ci riporta alla realtà di un uomo che nel 2016 Avanti Cristo aveva in mano la vittoria,  ormai decisamente vicinissima,   e fu indebolito e infiacchito dalla più classica delle tentazioni e delle perdizioni,  quella dell'amore per una giovane donna,   che gli fece  'perdere il treno delle grandi occasioni'  che passa una sola volta nella vita  e  che gli fece soprattutto trascorrere nell'ozio e nelle distrazioni cinque anni preziosissimi durante i quali Roma riuscì a rimediare alle gravi perdite umane e di materiale militare,  a riorganizzarsi  e  a riconquistare i territori che erano stati perduti dopo le devastanti sconfitte subìte per mano del generale cartaginese 

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