L'Italia ha una caratteristica che la rende una nazione unica e assolutamente originale, ossia che quando nel resto del mondo la situazione è tragica a causa di eventi gravissimi e luttuosi qui nella nostra giuliva e gioconda nazione va in scena, come al solito, la farsa grottesca del teatrino della politica, grazie ai nostri instancabili giovani e vecchi tromboni della politica nazionale che a turno fanno a gara a chi riesce a rendersi più ridicolo. In questi giorni la scena è dominata dalla sindaca di Roma Virginia Raggi, una che in soli sei mesi è riuscita a far rimpiangere non solo la gestione grottesca di Ignazio Marino ma anche quella sciagurata di Gianni Alemanno, anche oggi è stata "impallinata" questa volta da un organo burocratico cadaverico come l'O.R.E.F. (i mitici "revisori dei conti" che dopo aver approvato praticamente tutti i bilanci comunali che hanno portato la capitale al dissesto e al collasso finanziario chissà per quale misterioso motivo tecnico hanno impallinato e segato proprio questo bilancio, peraltro rilevando un tale numero di errori e di imprecisioni tecniche tali da far venire spontanea la domanda se quelli della Giunta, prima di consegnare la documentazione di bilancio ai revisori, hanno letto quello che era stato da loro approvato e sottoscritto). Il Gufo prova simpatia per la "via Crucis" della giovane "sindaca kamikaze" ormai costretta a rimanere contro la sua volontà, se lei potesse decidere liberamente senza i due Grandi Guru Grillo e Casaleggio junior che la pressano continuamente 'con il fiato sul collo' il Gufo è pronto a scommettere che Virginia avrebbe già detto da diversi giorni "adesso basta, non ne posso più, mi dimetto e la farsa finisce qui" ma un ex comico di successo non può certamente abbandonare il teatrino della sceneggiata proprio adesso che la folla inizia a ridere per queste vicende al limite della farsa. In fondo Virginia è fortunata che sta governando Roma in tempi di democrazia, se avesse governato ai tempi dell'Imperatore Nerone oppure di Caligola probabilmente la folla esasperata e incazzata nera avrebbe già messo fine bruscamente alla vicenda con il linciaggio dei protagonisti.
Il secondo colpo di scena di giornata arriva dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti che tira fuori dal cilindro una frase infelice sui giovani che sono emigrati dall'Italia verso altre nazioni "100.000 giovani se ne sono andati dall'Italia? SI ma non è che qui sono rimasti 60 milioni di 'pistola', conosco gente che è andata via e che è bene che rimanga dove è andata, perchè sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più tra i piedi". La frase non è sbagliata, solo un somaro può pensare che tutti i 100.000 giovani che sono andati via erano delle menti eccelse e che tutti gli altri 60 milioni che sono rimasti in Italia sono dei cretini, purtroppo la circostanza in cui si esprimeva il ministro (si parlava dei voucher lavoro e del precariato giovanile) imponeva prudenza e maggiore rispetto per il problema drammatico della disoccupazione giovanile. Il Gufo ci tiene a fare una precisazione, a favore dei giovani: a volte i giovani nonostante i loro tentativi anche insistenti di proporsi e di farsi avanti trovano spazio, e in alcuni casi (vinti dall'esasperazione) decidono di emigrare all'estero perchè troppe vecchie cariatidi ormai totalmente rincoglionite e 'fuse nel cervello e dalle idee ormai decrepite e fatiscenti' rimangono incollate alla poltrona fino all'ultimo respiro della loro esistenza e nonostante l'età avanzata, nonostante non abbiano praticamente più nulla di concreto da dare alla nazione, nonostante la loro insistenza a rimanere inchiavardati sulle poltrone della politica e della pubblica amministrazione "a vita" li espone a figure ridicole, al rischio di essere considerati come mummie imbalsamate e come "sepolcri imbiancati". Il problema, caro Poletti, non è quello dei giovani che vanno all'estero a fare esperienza e magari a trovare occasioni di lavoro molto più favorevoli di quelle che erano state offerte loro mentre si trovavano in Italia; il problema è che spesso in Italia, soprattutto nelle posizioni di dirigenza della politica e della Pubblica Amministrazione, restano in mezzo a noi, e purtroppo non se ne vanno all'estero con biglietto di sola andata, troppi vecchi tromboni incapaci, incompetenti e spesso anche ladroni. Purtroppo, molti di questi vecchi tromboni incapaci che fanno danni alla nazione, oltre a non fare il biglietto di sola andata per l'estero e a non abbandonare la poltrona spesso riccamente pagata a spese dei cittadini, sono spesso anche molto longevi e quindi ci lasciano le penne solo dopo avere dissanguato per diversi anni le casse dell'Ente in cui hanno prestato (si fa per dire) il loro servizio, senza produrre risultati decenti.
Purtroppo nel mondo esterno, in queste ore e giorni di eventi drammatici, si parla di altri problemi molto importanti e decisivi per le sorti delle nazioni, mentre qui in Italia si va avanti tranquillamente con "il teatrino romano senza fine di Virginia" e con gli altri politici nazionali che a turno si esibiscono in frasi in libertà e che alimentano il 'teatrino Italia'. Meno male che il povero Matteo Renzi e la sua fedele ministra Maria Elena Boschi erano considerati da qualcuno come fonte e origine di tutti i mali dell'Italia, si sono tolti di mezzo da sole due settimane e mezzo e senza di loro si sono già verificate una marea di situazioni politicamente penose e imbarazzanti oltre il limite del grottesco e del ridicolo, qui in Italia....
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