venerdì 30 dicembre 2016

UN ALTRO INTERVENTO DEL GUFO SULLE QUESTIONI DEL LAVORO ''IL GUFO INVITA IL POPOLO A RESPINGERE I REFERENDUM DEMAGOGICI SULLA RIFORMA 'JOBS ACT''

Il Gufo vive con manifesta preoccupazione e angoscia la folle e demagogica vicenda del referendum abrogativo sulla riforma  "Jobs Act"  nei punti dove si vogliono abolire definitivamente i voucher lavoro  e  ripristinare in pieno la versione originaria dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavori,  e  inizia prendendo letteralmente in giro i dirigenti tromboni della C.G.I.L.  (che si meritano in pieno questa presa in giro)  che hanno avuto l'assurda idea di sottoporre a referendum una materia delicata come questa:  complimenti,  se il popolo trascinato dalla vostra demagogia voterà  ''SI''  a questi referendum  -  tanto come al solito non sono problemi che vi riguardano personalmente visto che i vostri dirigenti sono assunti con ricchi contratti a tempo indeterminato e non con i voucher lavoro  e  nemmeno con i nuovi contratti a tempo indeterminato  'a tutele crescenti'  introdotti con la riforma del  "Jobs Act"  -  torneremo direttamente dal lavoro precario al lavoro nero vero e proprio,  oppure all'apertura di  'partite I.V.A.  fasulle'  (sono gran parte dei famigerati  'contribuenti forfettari legge 190 / 2014'  che hanno un unico committente,  e quindi di fatto sono lavoratori dipendenti travestiti da ditte individuali,   le cui condizioni sono addirittura peggiori di quelle dell'assunzione con voucher oppure con contratto a tempo indeterminato  'a tutele crescenti',   e nel caso di contribuenti formalmente nulla tenenti diventano ben presto anche  'contribuenti nulla paganti'  visto che il nulla tenente nella maggioranza dei casi non si sogna nemmeno di pagare le tasse,   perchè le azioni ingiuntive nei suoi confronti diventano  'grida manzoniane'  improduttive che non portano a nessuna conseguenza economica nei suoi confronti)   che ingrassano solamente il commercialista che si fa pagare profumatamente la pratica di apertura della partita I.V.A.  e  la tenuta della contabilità.

Il dramma è che una parte della destra e del M5S,  e qui siamo a un passo dal delirio politico,  pur di  "mandare a casa Renzi"  sono disposte ad assecondare questa folle e demagogica proposta referendaria.   La C.G.I.L.  probabilmente non è a conoscenza del fatto che molti lavori,  per loro stessa definizione e natura  (si tratta dei settori della imprese di pulizia,  degli esercizi di ristorazione come bar e pizzerie,   della vendemmia e della raccolta di pomodori e di agrumi nel Sud Italia,  oppure la compilazione di modelli 730 e modelli  "Unico"  nel periodo compreso da marzo fino a luglio presso i centri di assistenza fiscale),   sono lavori occasionali e stagionali,   legati alla singola stagione oppure al fine settimana,   legati alle scadenze fiscali e amministrative che si comprimono in alcuni mesi dell'anno e che richiedono la prestazione di lavoro degli impiegati limitatamente a qualche ora a settimana,  a qualche mese dell'anno,   a singoli periodi non continuativi  e  non consecutivi di singole stagioni,  mesi,  anni.   Per i lavori stagionali,  occasionali,  legati a orari particolari  e  a eventi e circostanze particolari,   è chiaro che non si può pretendere il tradizionale contratto di lavoro a tempo determinato e con piene tutele,   sono eventi che per loro natura  'rappresentano una occasione,   anche per pochi mesi,  di assumere persone che senza quella singola occasione sarebbero disoccupate oppure costrette a lavorare totalmente in nero e quando va bene con partite I.V.A.  fasulle',   e nello stesso Comune di Castelli Calepio  e  sotto la legislatura Benini si è potuto utilizzare lo strumento dei voucher lavoro abbinato all'introduzione del servizio  'Piedibus'  per dare piccole occasioni di lavoro a persone che in quel momento erano in una situazione di precariato oppure di disoccupazione vera e propria,   oltre a uno stipendio economicamente esiguo ma molto prezioso per la persona che lo ha percepito con il vantaggio che il lavoratore  'assunto con voucher per prestazioni accessorie'  non deve inserire in dichiarazione dei redditi l'importo percepito e quindi non paga tasse e il coniuge di quel lavoratore non perde il diritto alla detrazione fiscale a favore del coniuge fiscalmente a carico.   Si tratta come sempre di organizzare in modo efficiente il compito di ispezione e di indagine attribuito agli Enti previdenziali come I.N.P.S.,  I.N.A.I.L.  e  aziende sanitarie che devono prevenire e reprimere gli abusi dello strumento legislativo  e  gli eccessi,   che devono contrastare l'estensione di queste forme di lavoro precario a situazioni dove in realtà il lavoro è continuativo  e  quindi l'imprenditore abusa del voucher per  'mascherare e nascondere'  quello che in realtà era un  'lavoratore in nero',   ma è un problema organizzativo della macchina pubblica,   un problema di qualche piccola correzione legislativa per migliorare questi strumenti di legge,   mentre spazzare via tutto e tutti significa riportare il mondo del lavoro alla rigidità assoluta  e  quindi a disincentivare le aziende alle assunzioni  (peggio ancora,  a spingere gli imprenditori al ritorno al famigerato  'lavoro nero'  utilizzando come scusa la frase  ''non potevamo certamente assumere una persona a tempo indeterminato per un lavoro occasionale che richiede prestazioni di alcune ore alla settimana  e  di alcuni giorni non consecutivi all'anno'').      

La sfida come al solito è tra le persone ragionevoli che vogliono dire  ''partiamo dalla riforma per discutere e ragionare quali miglioramenti apportare,   e possibilmente facciamo questo con più umiltà di Renzi  e  procedendo con più prudenza e con pazienza anche a costo di discutere per qualche mese in più,   e  quindi coinvolgendo nel tavolo delle trattative anche le parti sociali''  e  gli invasati che considerano Renzi come uno schiavista e come un  'piccolo Silvio B.'   e  approfittano demagogicamente di ogni occasione per azzoppare politicamente  'il grande nemico'   sobillando il popolo  e  spingendo i cittadini a votare a favore di proposte retrograde del secolo scorso.   Il Gufo rispettosamente lascia che nel mondo della sinistra si possa svolgere l'ennesimo dibattito sul tema del lavoro augurandosi solamente che la discussione possa essere sul merito delle questioni senza trasformarsi nella solita triste occasione per l'ennesima rissa fratricida con  'regolamento dei conti'  tra estremisti di sinistra  e  'vecchie mummie comuniste della Prima Repubblica'   contro la sinistra moderata,  liberale con attenzione al sociale  e  moderna,    ma fatta questa precisazione il Gufo trova semplicemente abominevole e assurdo che qualcuno a destra  -  motivato solamente dal fatto di  'mandare a casa Renzi'  -  possa anche solo pensare di votare a favore di questi quesiti referendari.    Sarebbe politicamente miserabile e grottesco assistere,  a 81 anni di età,   a un Silvio B.   (magari non per bocca sua ma parlando a mezzo dei soliti  'galoppini'  di Farsa Italia e di una stampa di destra che troppe volte è opportunista e servile e non entra nel merito dei singoli argomenti)  che scende in piazza invitando i propri elettori a votare  ''SI''  anche a questi referendum,    oppure a un Matteo Salvini che prende in mano la sciabola e diventa un sostenitore convinto dell'articolo 18  nella sua antica e retrograda versione,   ma il Gufo  (che in questo e in altri post farà l'ennesimo sforzo e tentativo di far prevalere la ragione delle esigenze concrete esistenti nella realtà economica attuale sulla demagogia di slogan assurdi e insensati) è costretto a essere di nuovo pessimista,   e  quindi ad aspettarsi anche questo ennesimo trasformismo per ragioni di mero opportunismo politico,  perchè abbiamo già sperimentato nel referendum sulla riforma costituzionale la follìa di una classe politica che getta a mare riforme e possibilità di miglioramenti e di cambiamenti perchè più che al futuro della nazione è interessata solamente a impallinare il proprio avversario politico del momento anche a costo di turlupinare gli elettori facendo ricorso a slogan demagogici senza senso e fuori dalla realtà operativa delle vicende della vita     

NOTA A MARGINE DEL POST  -  peraltro la Corte Costituzionale deve pronunciarsi formalmente nei prossimi giorni sull'ammissibilità dei referendum ma dopo le pronunce del passato,  che hanno ammesso in una circostanza la votazione sull'articolo 18,   è probabile che si possa arrivare a un'ammissione del referendum  e  quindi alla votazione popolare da convocare entro la primavera oppure al più tardi l'inizio dell'estate 2017.    Come sempre alcuni giudici costituzionali hanno il vizio perverso e nefasto di lasciarsi andare,  prima ancora dell'esaurimento della discussione nel merito all'interno della Corte,  ad anticipazioni giornalistiche e televisive in cui si dicono favorevoli oppure contrari all'ammissione  e  in molti casi è lo stesso giudice relatore che si lascia andare a qualche anticipazione giornalistica di troppo,   e questo è è un danno alla loro funzione   e  alla loro immagine  (viene il dubbio ai cittadini che quella decisione non sarà imparziale e giusta,  tutte le volte che si sente un giudice esprimersi a favore oppure contro davanti a un giornalista prima del giorno della votazione finale e della decisione formale sull'ammissibilità dei referendum abrogativi),   che prevede che prima avvenga la discussione nel merito in Corte Costituzionale,  poi la decisione,  e  poi la conferenza stampa in cui si possa annunciare con trasparenza quali sono le motivazioni che hanno portato a quella decisione

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