La cattolicissima Polonia fu martirizzata per oltre mezzo secolo. Aggredita a tradimento dai tedeschi nazisti e alle spalle dai sovietici guidati da quel macellaio che fu Stalin, dopo lo scelleratissimo "patto di non aggressione" firmato dai due ministri degli Esteri Von Ribbentrop (Germania) e Molotov (Unione Sovietica), fu costretta a subire prima lo scempio dei campi di sterminio nazista e dei criminali di Auschwitz e poi la dittatura comunista oppressiva e illiberale con il capitolo obbrobrioso delle stragi di ufficiali polacchi nelle fosse comuni di Katin. Non fu mai realmente dominata, la Polonia, nazione dei più grandi eroi e martiri del Ventesimo Secolo; uomini straordinari come Papa Wojtyla, i due preti martiri Massimiliano Kolbe (ucciso dai feroci e spietati aguzzini nazisti) e padre Jerzy Popieluzsko (ucciso in un agguato organizzato dai funzionari del partito comunista polacco in quel momento al potere) e il sindacalista di "Solidarnosc" Lech Walesa prima liberarono il popolo, e portarono la Polonia a fare parte dell'Unione Europea dove è una nazione "difficile da trattare" per il suo spirito indomito, per la sua fortissima fede cattolica, per il comportamento demagogico del leader del partito al potere Jaroslaw Kaczinsky (non dobbiamo mai dimenticare che questo leader politico ha perso tragicamente il gemello morto in un drammatico incidente aereo nei pressi dell'aeroporto militare russo di Smolensk mentre si recava a una commemorazione pubblica delle stragi di Katin). La Polonia è "una nazione difficile" ma il suo popolo è assolutamente straordinario e Cracovia è una delle città più belle dell'intero continente, una città pulita, ordinata, civile, ospitale e religiosa come poche.
La Repubblica Ceca nel Ventesimo Secolo ci ha consegnato gli scrittori eroi. Jan Palach e Jan Zajic, insieme al grande poeta e drammaturgo Vaclav Havel, sono stati i protagonisti della straordinaria "Primavera di Praga" degli anni 1968 e 1969, che è stata un momento culturale epocale anche per la sinistra italiana, con il primo passaggio dal comunismo alla libertà celebrato nelle incredibili e coraggiose svolte politiche di esponenti di primo piano del Partito Comunista che non esitarono fin dall'inizio di quella stagione a schierarsi con gli esponenti della "Primavera". E' la forza innata della scrittura, quella che tre secoli e mezzo prima aveva portato lo scrivano di corte Philip Fabricius a essere vittima crudele di una delle "defenestrazioni di Praga" che si era svolta nel 1618 nel Castello Hradcany, a trascinare uomini coraggiosi a non cedere mai alla violenza fisica dei loro aggressori: lo scrivano miracolosamente si salvò, e fu nominato nobile dall'Imperatore che celebrava il miracolo incredibile della sua incolumità nonostante un terrificante "volo dalla finestra" da un'altezza di oltre 10 metri. Anche la Repubblica Ceca non fu mai una nazione sottomessa, lo spirito di libertà lo respiri ancora oggi nei quartieri più nobili della città più bella dell'intera Europa, la città che essa stessa rappresenta la Cultura come nessun altro posto nel nostro continente; questa tradizione di civiltà non venne mai a mancare quando due anni dopo le sanguinose stragi delle guerre di secessione tra Serbia, Croazia e Bosnia che portarono alla disintegrazione della ex Jugoslavia in un clima di stragi feroci e disumane, a pochi chilometri di distanza Slovacchia e Repubblica Ceca, Bratislava e Praga, davano al mondo la più bella lezione di civiltà che due popoli abbiano mai messo in pratica, separandosi in modo consensuale con accordi e negoziati politici e senza la minima scena di violenza, e ritrovandosi unite nella divisione nel momento in cui entrambe le nazioni facevano parte dell'Unione Europea.
In questi anni difficili dell'Unione Europea noi cittadini della "vecchia Europa" ce la prendiamo spesso contro "gli ingrati e rampanti governi delle nazioni dell'Est" dimenticando quanta sofferenza atroce, quanto dolore hanno dovuto subìre per oltre mezzo secolo quei popoli. Nazioni straordinarie per patrimonio storico, per cultura, per bellezza delle loro capitali come la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Polonia, l'Ungheria e la Romania meritano un supplemento di pazienza da parte delle nazioni fondatrici come la Germania, l'Olanda, la Francia e l'Italia; qualunque cittadino occidentale, e non solo il Gufo, rimane incantato e semplicemente estasiato ogni volta che ha la fortuna di visitare Cracovia, Bratislava, Budapest, Praga, Bucarest. L'Unione Europea senza le nazioni dell'Est non sarebbe nulla, sarebbe più povera non solo economicamente ma anche e soprattutto in termini di tradizione storica e culturale; l'Italia in particolare è molto amata da quei popoli, che ogni volta che accolgono con scene di entusiasmo e grandi sorrisi un turista e un cittadino italiano lo fanno veramente sentire "a casa propria". Non dobbiamo mai dimenticare che addirittura una nazione, la Romania, caso unico nella storia millenaria dell'Umanità, ha deciso di dare come nome alla propria nazione (e la scelta del nome per una nazione è una scelta fondamentale, una scelta di origine e di identità di quel popolo) il nome della capitale di una nazione straniera e ha rafforzato questa decisione consentendo la scrittura e la parlata a livello generalizzato sul proprio territorio nazionale della lingua italiana. L'Italia è stata la nazione in cui ha avuto luogo lo storico evento dell'elezione a Pontefice della Chiesa Cattolica di un Papa polacco, l'Italia è stata la nazione che (sfidando l'impopolarità all'interno dell'alleanza atlantica della NATO) ha avuto il coraggio di fregarsene dell'osceno boicottaggio politico delle Olimpiadi di Mosca del 1980 e di partecipare con una propria delegazione di atleti di altissimo livello alla più importante manifestazione sportiva internazionale. L'Unione Europea è tale fino a quando i nostri "fratelli dell'Est" saranno insieme a noi, legati non solo dai trattati ma dalla libera circolazione delle persone. Non è solo Roma la capitale del Gufo, la capitale del Gufo è anche Amsterdam e Den Haag, Bratislava, Lucerna, Stoccarda, Friburgo e Triberg, Lubiana, Praga, Parigi e Fontainebleau, Vienna, Strasburgo e Colmar, Budapest e Cracovia, Lucerna, le bellissime città raggiunte dal Gufo nei viaggi della sua bellissima "primavera di liberazione dalla depressione"
In questi anni difficili dell'Unione Europea noi cittadini della "vecchia Europa" ce la prendiamo spesso contro "gli ingrati e rampanti governi delle nazioni dell'Est" dimenticando quanta sofferenza atroce, quanto dolore hanno dovuto subìre per oltre mezzo secolo quei popoli. Nazioni straordinarie per patrimonio storico, per cultura, per bellezza delle loro capitali come la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Polonia, l'Ungheria e la Romania meritano un supplemento di pazienza da parte delle nazioni fondatrici come la Germania, l'Olanda, la Francia e l'Italia; qualunque cittadino occidentale, e non solo il Gufo, rimane incantato e semplicemente estasiato ogni volta che ha la fortuna di visitare Cracovia, Bratislava, Budapest, Praga, Bucarest. L'Unione Europea senza le nazioni dell'Est non sarebbe nulla, sarebbe più povera non solo economicamente ma anche e soprattutto in termini di tradizione storica e culturale; l'Italia in particolare è molto amata da quei popoli, che ogni volta che accolgono con scene di entusiasmo e grandi sorrisi un turista e un cittadino italiano lo fanno veramente sentire "a casa propria". Non dobbiamo mai dimenticare che addirittura una nazione, la Romania, caso unico nella storia millenaria dell'Umanità, ha deciso di dare come nome alla propria nazione (e la scelta del nome per una nazione è una scelta fondamentale, una scelta di origine e di identità di quel popolo) il nome della capitale di una nazione straniera e ha rafforzato questa decisione consentendo la scrittura e la parlata a livello generalizzato sul proprio territorio nazionale della lingua italiana. L'Italia è stata la nazione in cui ha avuto luogo lo storico evento dell'elezione a Pontefice della Chiesa Cattolica di un Papa polacco, l'Italia è stata la nazione che (sfidando l'impopolarità all'interno dell'alleanza atlantica della NATO) ha avuto il coraggio di fregarsene dell'osceno boicottaggio politico delle Olimpiadi di Mosca del 1980 e di partecipare con una propria delegazione di atleti di altissimo livello alla più importante manifestazione sportiva internazionale. L'Unione Europea è tale fino a quando i nostri "fratelli dell'Est" saranno insieme a noi, legati non solo dai trattati ma dalla libera circolazione delle persone. Non è solo Roma la capitale del Gufo, la capitale del Gufo è anche Amsterdam e Den Haag, Bratislava, Lucerna, Stoccarda, Friburgo e Triberg, Lubiana, Praga, Parigi e Fontainebleau, Vienna, Strasburgo e Colmar, Budapest e Cracovia, Lucerna, le bellissime città raggiunte dal Gufo nei viaggi della sua bellissima "primavera di liberazione dalla depressione"
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