venerdì 28 luglio 2017

LA POLITICA DEL PAESELLO DOMINATA DA OPPORTUNISTI E SERVITORI CHE HANNO MESSO IN MINORANZA QUELLI CHE VORREBBERO PORRE FINE AL DELUDENTE TEATRINO DI QUESTA LEGISLATURA INCONCLUDENTE

''Come si fa a non diventare padroni in una nazione di servitori''  era la domanda che si poneva spesso Benito Mussolini,   che non fece in tempo a diventare realmente  ''padrone'',   anche se con i metodi anti democratici che ormai noi conosciamo da anni,   che già si lamentava di avere fuori dalla porta del suo ufficio un esercito di questuanti  e  di profittatori a caccia di poltrone,   di favori personali,   di qualche leggina che consentisse loro di mantenere il proprio privilegio di Casta.     Non cambia molto scendendo dai momenti storici e spesso drammatici di 80 anni a livello nazionale fa ai momenti farseschi di oggi qui a Castelli Calepio.     Il nostro Imperatore locale non è un dittatore perchè nonostante le apparenze dopo tre anni e mezzo tutti si sono stancati di lui,   non lo sopporta quasi nessuno nella maggioranza,   e  molti  -  in primo luogo i soliti  ''maneggioni dietro le quinte''  che agiscono nelle segrete stanze del suo stesso partito  -  non vedono l'ora che finisca la legislatura per trovare un altro candidato sindaco  e  congedarlo con disonore.     Il problema è che non viene congedato perchè l'esercito di servitori e di opportunisti è ancora numeroso,   come diceva spesso Andreotti  ''in politica è meglio tirare a campare senza fare nulla piuttosto che tirare le cuoia''   e  se a tirare a campare con il minimo sforzo si porta anche a casa un'indennità di funzione,   è un motivo in più per andare avanti fino alla fine con il servilismo da opportunisti.     Se fosse stato per le sue presunte capacità di  ''fare il dittatore''  e  di comandare in modo autoritario il nostro Imperatore locale sarebbe già stato congedato da diversi mesi,   invece se riuscirà in qualche modo a trascinarsi stancamente e in modo inconcludente fino alla fine di questa legislatura comunale che ormai è abbondantemente  ''alla frutta''  dal punto di vista politico,   magari facendo il mero passa carte e il burocrate  e  lasciando le decisioni che contano nelle mani dei funzionari comunali,   il merito principale lo dovrà attribuire all'esercito di servitori che come da tradizione italiana sono sempre alla ricerca di un padrone  e  che qui nel paesello hanno messo in minoranza quelle poche persone che,   avendo uno straccio di dignità politica e personale,   si stanno battendo da tempo fino allo stremo delle forze per convincere gli altri,   i  ''don Abbondio''  della politica locale,  a porre fine a questo teatrino che ormai è diventato triste e deludente   

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