lunedì 31 luglio 2017

L'IMPERO E' CROLLATO, E GLI E' RIMASTA SOLO LA POLTRONA

L'Impero è crollato,  si è dissolto per sempre nella caldissima serata del 31 luglio.   I consiglieri se ne fregano degli ordini di scuderia e vanno ognuno per conto loro,   entrano ed escono dall'aula con i telefoni cellulari in mano,   entrano in aula con quasi 15 minuti di ritardo a inizio seduta,   alcuni sono assenti,   altri votano in dissenso solitario rispetto alla maggioranza e al loro stesso partito.   Il povero capogruppo di  ''Lista Benini'',   insieme ai coordinatori delle sezioni locali dei due partiti,   si improvvisa in maratone avanti e dietro dall'aula,   a  trascinare dentro quasi implorando i consiglieri che escono  e  non si accorgono nemmeno che la seduta è ripresa  e  che senza di loro è a rischio il numero legale.     A rendere patetica e ridicola la scena,  è che alla fine della serata arriva l'ultimo editto imperiale contro i social network  e  contro i giornali locali colpevoli di non scrivere più annunci trionfali  e  articoli giulivi  ma  di descrivere solamente la triste realtà di una maggioranza che ormai è in rissa continua da almeno un anno e mezzo.    Come se non bastasse,   questa volta cala la mannaia anche il funzionario comunale della Ragioneria,   quando avverte i naviganti che ha già avvisato gli uffici di contenere le spese e di comunicare immediatamente alla Ragioneria i casi di spese impreviste in modo che si possano mettere in atto i provvedimenti necessari per mantenere il rispetto degli equilibri di bilancio.    Quando crollano i grandi imbonitori,   per fortuna in Italia esiste sempre qualche funzionario di buona volontà  e  dotato di senso del dovere che prende in mano la situazione  ed evita che insieme ai sogni possa precipitare amaramente anche la realtà dei fatti.   

L'Impero è crollato  e  non è un caso che nella sera del crollo della  ''madre di tutte le strade'',   la mitica variantina alla S.P. 91,   non se ne è fatta nemmeno menzione.   Quella che doveva essere l'opera principale della legislatura esce di scena senza nemmeno una parola,   insieme ai due poli scolastici e al palazzetto dello Sport nuovo,   le Grandi Opere sono state sepolte vive dalla ridicola battuta  ''aspettiamo i soldi da Renzi'',    e  addirittura si registrano preoccupanti ritardi sulla tabella di marcia anche per quella che è l'unica opera pubblica ormai rimasta concretamente realizzabile,   quella della riqualificazione di Villa Colleoni con la realizzazione della sala della musica  e  del nuovo bocciodromo.    Il sindaco non ha più in mano la situazione  e  ormai ha scelto di salvare la poltrona con il solito triste sistema del  ''tirare a campare all'italiana'',  ossia di vivacchiare in modo inconcludente e con una pessima ordinaria amministrazione,   fatta anche di tagli pesanti alle spese per le asfaltature stradali,   fino alla fine della legislatura.   E adesso alcuni scaltri consiglieri che lo vogliono congedare rapidamente per  ''voltare pagina''  e  ricostruire finalmente una destra credibile anche a Castelli Calepio,   stanno addirittura meditando che forse il modo migliore per togliere di mezzo un sindaco che la sua stessa maggioranza non sopporta più è quello di lasciarlo sulla graticola per gli ultimi 18 mesi,   a  cincischiare in modo inconcludente fino a dover trattare su ogni singolo punto  e  a fargli accumulare una figura imbarazzante dietro l'altra,   compreso quello di trasformare un semplice riconoscimento di un debito fuori bilancio dell'esiguo importo di 17.000,00  euro nel rischio che si trasformi nella  ''madre di tutte le battaglie''

Nessun commento:

Posta un commento