venerdì 4 agosto 2017

CARI LETTORI, NON DOBBIAMO ESSERE SEVERI QUANDO IL SINDACO ''CON IMPROVVISO SLANCIO DI GENEROSITA''' RISOLVE UN PROBLEMA TRAVOLGENDO LE PROCEDURE

Francesco Giuseppe Imperatore di Austria e Ungheria fu un Imperatore amatissimo dal suo popolo e anche straordinariamente longevo,   salì sul trono a 18 anni di età  e  riuscì a regnare ininterrottamente per 68 anni,   in quanto morì in età avanzata a 86 anni.    Anche quando aveva superato gli 80 anni,   il suo stile austriaco e tedesco non veniva a mancare,   era sempre ligio al dovere e soprattutto preciso nel rispetto degli orari,   e  un rito a cui non rinunciava mai era l'appuntamento fisso per i colloqui con i cittadini dell'Impero.    I cittadini da lui ricevuti gli sottoponevano questioni di ordinaria amministrazione,   che avrebbero potuto tranquillamente essere risolti da uno dei molti funzionari della efficiente burocrazia austriaca,   ma l'Imperatore riteneva che questi colloqui erano decisivi per avere sempre  ''in tempo reale''  la percezione dei problemi dei cittadini semplici e umili,   quelli che vivevano fuori dai lussuosi palazzi come la Reggia di Schonnbrunn a Vienna  oppure  il Palazzo Imperiale di Godollo in Ungheria.    Quando un problema veniva sottoposto a Francesco Giuseppe,   l'Imperatore con grande solerzia incaricava un funzionario di risolverlo,   e  non aveva bisogno di essere troppo autoritario perchè il suo carisma  e  la sua grande credibilità personale erano più che sufficienti per dare inizio alla procedura di soluzione del problema,   sapendo che poteva contare su una burocrazia efficiente come quella austriaca che era organizzata in modo razionale  e  con leggi assai serie,   al contrario del delirio delle 22.000 leggi  e  delle centinaia di migliaia di assurde e caotiche  ''circolari interpretative''  e  scadenze della burocrazia italiana.   

Giovanni Benini,   sindaco e Imperatore locale degli Stati Uniti di Castelli Calepio,   non ha orari di ricevimento,   è caotico e confusionario nell'amministrazione ordinaria,   spesso eccede in slogan e promesse da  ''teatrino della politica''  e  il suo rapporto con il resto della maggioranza è a dir poco tempestoso,   ma la sua dote principale sono gli slanci improvvisi e generosi.    Può accadere,   e  in realtà accade non raramente,   che un cittadino gli sottopone una questione  ''con chiamata diretta'',   al telefono oppure magari al bar della piazza,   e  spesso il sindaco si lascia trascinare dalla conversazione  e  prende a cuore quel problema.    Magari non è una grave emergenza a livello pubblico ma è un problema che,   come tutti i problemi  ''personali'',   è importante per il cittadino che lo vive sulla sua pelle,   altrimenti quel cittadino non scomoderebbe mai il sindaco se ritenesse che si tratta di una quisquilia facilmente risolvibile in altro modo.    In quel caso Benini spesso si mette in azione,   travolge le procedure e i formalismi,   piomba a sorpresa negli uffici comunali  e  impone ai funzionari di trovare la soluzione,   e  come tutte le improvvisazioni questo modo di agire è caotico,   rischia di creare confusione,   ma siccome siamo in Italia  e  una soluzione fantasiosa si trova sempre,    accade spesso che il problema in qualche modo viene risolto  e  il cittadino ovviamente esprime gratitudine e apprezzamento per il risultato finale,   infischiandosene dei formalismi burocratici  e  della procedura che è stata travolta.

Il Gufo pensa che esista una sola soluzione per giudicare questa legislatura.    Dobbiamo procedere tenendo distinte le due questioni,   il caos amministrativo  e  il tratto di generosità umana che a volte,   pur in un contesto politico tempestoso,   salta fuori perchè è nella natura profonda della persona.    Un sindaco deve essere un bravo organizzatore dei lavori e degli uffici,   un buon  ''pesce pilota''  che sa gestire bene la sua squadra favorendo l'unità  e  non soffiando sul fuoco come fa a volte quando vuole  ''tirare secchi''  quelli della Lega  e  li fa inutilmente incazzare pronunciando sproloqui  e  futilità,    un sindaco deve cercare di ripristinare l'ordine negli uffici  e  non essere lui la prima  ''fonte di caos''  con idee improvvise  e  con modalità operative che travolgono procedure che in realtà sono borboniche  e  pedanti,   oltre che pesanti da digerire per il cittadino.    Tuttavia,   non dobbiamo dimenticare che nel nostro paesello esiste un numero di cittadini ormai sfiduciati dalla politica  e  dagli uffici pubblici,   e questi cittadini spesso  ''sono disperati''  e  si rivolgono alla persona magari con modalità improprie come la telefonata fuori dagli orari di lavoro  oppure  la segnalazione urgente fatta al bar della piazza,    e  in questo caso il cronista come il Gufo che è assai critico e severo nel giudizio politico generale deve lasciare spazio  ''all'uomo Gufo''  che giudica invece in modo tutto sommato positivo il singolo slancio di generosità  e  la voglia di  ''prendere a cuore quel problema'',    magari perchè lui stesso nella vita è imprenditore prima ancora che politico e ne ha piene le palle,   da imprenditore,   delle follie di alcuni adempimenti della burocrazia italiana.    Ecco quindi che il Gufo non se la sente affatto di essere critico nelle circostanze in cui,   pur gettando gli uffici  e  gli alleati nel caos,    Benini si comporta  ''come la Croce Rossa''  quando riceve una chiamata di somma urgenza  e  si precipita a risolvere il problema,    perchè forse questi sono gli unici momenti in cui il Gufo  -  che per quattro anni fu compagno di partito,   amico e collaboratore di Benini  -  ritrova l'antico slancio di generosità che era l'unico motivo che poteva tenere in piedi una collaborazione così strampalata  e  strana tra due personaggi profondamente diversi,   ma entrambi di destra 


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