Non c'è nulla da fare, continua il ''via vai'' di consiglieri che danno vita a incontri intensi e improvvisi in questi giorni di caldo infuocato dove le temperature estive hanno superato i 35 gradi facendo collassare fisicamente e demotivare il Gufo. Continua a essere al centro della discussione ''il mistero della mozione fantasma'', ossia di quel foglio di carta passato di mano in mano durante uno dei continui ''avanti e indietro'' di consiglieri comunali leghisti che entravano e uscivano continuamente dall'aula durante le discussioni e le votazioni degli argomenti all'ordine del giorno, con il foglio di carta che è finito nelle mani del sindaco poco prima di iniziare la discussione sull'ultimo punto dell'ordine del giorno (quello del riconoscimento del debito fuori bilancio) il quale ha annunciato ''è stata presentata una mozione'', ha chiesto ai consiglieri di maggioranza di appartarsi a discutere ''in separata sede'' interrompendo la seduta e poi al rientro in aula ha annunciato che non sarebbe stata presentata e quindi discussa e messa ai voti nessuna mozione, ma si è lasciato sfuggire (pressato da Massimiliano Chiari che era curioso di sapere quello che era realmente accaduto) che quella ''mozione fantasma'' aveva per argomento quello di impegnare la Giunta a sostenere il referendum regionale per l'autonomia della Lombardia del 22 ottobre, ''cavallo di battaglia elettorale'' del governatore uscente leghista Roberto Maroni che si ricandida per tentare di ottenere l'elezione per il secondo mandato consecutivo. Il Gufo parte quindi da questa premessa e procede a formulare due diverse ''ipotesi di scuola'', che hanno entrambi punti di forza e punti che creano dubbio
PRIMA IPOTESI, LA LEGA NORD VOLEVA EFFETTIVAMENTE PRESENTARE UNA MOZIONE SUL REFERENDUM DEL 22 OTTOBRE e messa in questi termini la vicenda in teoria doveva andare via perfettamente liscia, visto che a parole quel referendum lo sostengono entrambi i partiti al governo in Regione Lombardia e nel Comune di Castelli Calepio e quindi tutti i consiglieri presenti non avrebbero alcuna difficoltà a votare ''SI'' senza bisogno di discussioni e di tutto questo teatrino di uscite ed entrate dall'aula, di fogli di carta passati di mano in mano, della presenza tra il pubblico di entrambi i segretari locali di sezione e delle continue telefonate tra esponenti leghisti anche mentre la discussione era in pieno svolgimento. A questo punto il Gufo non può fare altro che avanzare due ipotesi diverse per spiegare questo svolgimento dei fatti. La prima ipotesi è che il sindaco Benini, ex esponente storico di Alleanza Nazionale e prima ancora simpatizzante del Movimento Sociale Italiano, ha una mentalità politica da ''Stato centralista'' classica di quella destra nazionalista e quindi lui se ne frega, se addirittura non è contrario, a concedere ''più autonomia'' a una Regione a spese dei poteri politici statali, figuriamoci se moriva dalla voglia di fare ''il portavoce locale'' di quelli favorevoli al referendum del 22 ottobre è una battaglia ''leghista'' a cui Forza Italia si è accodata solamente per mero opportunismo politico. La seconda ipotesi è che qualcuno nella Lega deve avere pensato a fare un giochino della serie ''se non metti ai voti trionfalmente questa mozione, noi non votiamo a favore del riconoscimento del debito fuori bilancio'' ma questa è una ipotesi assai strampalata perchè nel momento stesso in cui aveva inizio il Consiglio Comunale era evidente che non tutti i consiglieri di maggioranza avrebbero votato per il riconoscimento del debito, visto che due di loro erano assenti; peraltro a fare tramontare definitivamente questo scenario è arrivato in aula il voto di astensione del consigliere leghista Cristian Pagani che non può essere stata ''deciso in quella precisa serata'', ma deve essere maturato insieme a diverse perplessità fin dal momento in cui è stato reso noto l'ordine del giorno della seduta, e quindi la Lega non poteva proporre nessuno scambio per il semplice fatto che diversi consiglieri di maggioranza avevano già deciso da soli e in modo autonomo di fare in modo, con l'assenza alla seduta oppure utilizzando lo strumento dell'astensione, di non votare a favore di quel punto dell'ordine del giorno
SECONDA IPOTESI, LA MAGGIORANZA ERA A CONOSCENZA DELLE PERPLESSITA' DEI CONSIGLIERI CRISTIAN PAGANI E PIEREMLIO PAGANI SU QUEL PUNTO ED E' STATO FATTO UN TENTATIVO ''DA ULTIMA SPIAGGIA'' PER CONVINCERLI A VOTARE A FAVORE e il Gufo infatti può testimoniare la viva sorpresa e il grande imbarazzo di alcuni consiglieri quando si sono resi conto che Clementina Belotti sarebbe stata assente quella sera e quindi il numero legale ''ballava sul filo del rasoio'' perchè sarebbe stata sufficiente la mera uscita dall'aula di un altro consigliere di maggioranza per fare venire a meno il numero legale e determinare di fatto il rinvio del voto su quel singolo punto dell'ordine del giorno al Consiglio Comunale successivo, dopo le ferie estive. La riunione ''in separata sede'' secondo questa ipotesi serviva a scongiurare questo rischio, ma non ha prodotto il risultato pieno perchè l'astensione di Cristian Pagani è andata ad aggiungersi alle due assenze ed è stata quindi il segnale politico visibile delle grandi divisioni che si sono create all'interno della maggioranza su questo argomento. Infine, le frasi di Pieremilio Pagani che pure ha votato a favore del riconoscimento del debito fuori bilancio lasciano facilmente capire che nel caso in cui si dovessero verificare controlli degli organi giudiziari e contabili sovra comunali su questo debito, i politici che hanno votato a favore sono pronti a chiamarsi fuori tentando di scaricare la responsabilità del debito fuori bilancio sui funzionari comunali nel più classico giochino dello ''scarica barile'' all'italiana
Il mistero della mozione fantasma non è risolto, ma il Gufo ha fatto un passo avanti proponendo diverse possibili interpretazioni di quello che è accaduto in quei 30 minuti di ''discussione in separata sede'' per i quali dopo ben tre giorni da quella serata nessuno della maggioranza ha fornito uno straccio di informazione e di versione su quello che è realmente accaduto, e allora nel silenzio dei protagonisti che hanno partecipato direttamente alla discussione, tocca ai cronisti tentare di capire e di spiegare quello che è successo, precisando peraltro che si tratta solamente dell'ennesimo capitolo di caos e di rissa interna in cui versa la maggioranza da almeno un anno, condannando il paesello a una lunghissima e quasi interminabile paralisi politica e amministrativa
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