L'articolo pubblicato sull'Eco di Bergamo e l'intervento di Massimiliano Chiari in aula nel Consiglio Comunale del 31 luglio 2017 portano al centro del dibattito politico di Castelli Calepio il tema dell'evasione fiscale sulle imposte locali e della scelta della modalità della riscossione dei tributi. Sono due temi che spesso sono trattati insieme ma riguardano due problematiche diverse, che andrebbero censite dagli uffici e tenute distinte, il problema del recupero dei crediti divenuti ''di difficile esigibilità'' a causa delle precarie condizioni economiche in cui versa il contribuente e il problema dell'accertamento e del recupero dell'evasione fiscale vera e propria, quella che si verifica per un preciso comportamento volontario da parte del contribuente.
LA DIFFICILE RISCOSSIONE DI ALCUNI CREDITI è un problema che nasce da lontano, e trae la sua origine da una scellerata politica che si è trascinata per molti anni, quella di incentivare ''a rotta di collo'' il boom dell'edilizia e del settore delle costruzioni concedendo con estrema facilità permessi di costruire. Sono state costruite diverse abitazioni e immobili produttivi e sono state trasformate da terreni agricoli in aree edificabili in quantità eccessiva rispetto alla domanda reale dei cittadini, e adesso la ''bolla immobiliare'' da alcuni anni è scoppiata, e ha composto un mix micidiale con la scelleratissima politica fiscale dello Stato (che con il Governo Monti ha aumentato a dismisura i valori catastali imponibili ai fini I.M.U., determinando di fatto un raddoppio delle imposte comunali e statali sugli immobili) e di alcuni Comuni che in piena crisi del settore edile hanno trascinato le aliquote I.M.U. fino al livello massimo consentito dalla legge nazionale. Gli errori del passato presentano il conto e molti proprietari di immobili, sia privati che operatori economici, non sono più in grado di versare le imposte locali perchè i capannoni sono rimasti vuoti, l'impresa non è più in grado di produrre utili e versa in condizioni di grave crisi di liquidità, il privato ha immobili sfitti che non riesce a vendere se non a prezzi ''stracciati''. Questo non è un problema di recupero di evasione fiscale, ma di cambio della mentalità e del modo di agire dei Comuni che devono innanzitutto censire il patrimonio immobiliare pubblico e privato del territorio, e quindi compilare liste di ''situazioni a rischio'' in cui i proprietari degli immobili versano in una situazione di insolvenza oppure necessitano di rateazioni e di ''piani di rientro dai debiti fiscali''. La domanda che secondo il Gufo i consiglieri di minoranza dovrebbero porre in Consiglio Comunale magari con una mozione oppure con una interrogazione scritta, più che la scelta della modalità di riscossione dei crediti di difficile esigibilità tra gestione con risorse interne oppure affidamento a una società esterna, è quella di chiedere se questo censimento del patrimonio immobiliare e se questa azione di monitoraggio costante è in svolgimento oppure se ci si è semplicemente e completamente affidati alla società esterna di riscossione senza fare questa prima opera di monitoraggio e di individuazione dei contribuenti in situazione di difficoltà finanziaria oppure addirittura in situazione di vera e propria insolvenza
IL RECUPERO DELL'EVASIONE VERA E PROPRIA, quella che deriva da comportamenti volontari, è quello che fa porre la domanda se Castelli Calepio conviene oppure non conviene fare l'accordo con l'Agenzia delle Entrate e individuare al proprio interno la figura di un ''segnalatore''. Leggendo l'articolo dell'Eco di Bergamo si scopre che nella zona della Val Calepio e del Basso Sebino solo pochi Comuni hanno sottoscritto questi accordi, ad esempio Credaro e Tavernola Bergamasca, e le somme recuperate da questi Comuni sono state molto esigue e quasi irrisorie. I Comuni più grandi della nostra zona per ora non hanno aderito a questa iniziativa, anche se qualcuno pensa di farlo nei prossimi mesi, e la problematica reale è quella di individuare la figura del ''segnalatore'', che faccia questa opera a titolo volontario, sapendo che i suoi poteri saranno assai limitati e che prima di verificare i frutti del suo lavoro si dovranno attendere anche diversi mesi per le operazioni di accertamento e di recupero della somma evasa e l'accredito al Comune della quota che l'Agenzia delle Entrate riconosce a titolo di collaborazione nel recupero di questa somma. In realtà la parte principale degli incassi fiscali del Comune di Castelli Calepio deriva dall'I.M.U. su immobili e aree edificabili i cui incassi da ultimo bilancio approvato si aggiravano sui 2,5 milioni di euro, imposta in cui il problema principale non è quello dell'accertamento perchè l'immobile è difficile da ''tenere nascosto'' al Catasto e agli uffici fiscali, ma si rientra piuttosto nel caso precedente di difficoltà di riscossione dei crediti di dubbia esigibilità e quindi in tal caso un accordo con l'Agenzia delle Entrate non sarebbe conveniente perchè non vi è nulla da verificare e da accertare, ma serve piuttosto il funzionamento dell'ufficio interno oppure della società esterna che si occupa del recupero e della riscossione dei crediti, esercitando anche quando è necessario azioni legali nei confronti di quei debitori che potrebbero pagare, ma ''menano il can per l'aia'' nel tentativo di evitare di assolvere l'obbligo di versamento dell'imposta locale
E' certamente importante che il 31 luglio si sia iniziato a parlare anche di questo problema perchè la riscossione delle tasse locali è uno degli elementi fondanti su cui si regge il bilancio comunale, e si spera che la discussione possa proseguire serenamente senza le facili cadute in tentazione di una destra che spesso sottovaluta il problema oppure di una sinistra che a volte cade nella tentazione di una mentalità a volte ''quasi punitiva'' nei confronti del contribuente classificando come ''evasione fiscale volontaria'' quella che può essere in realtà una difficile situazione di liquidità oppure una vera e propria insolvenza da parte di un contribuente che versa in una situazione di grave crisi economica. Quando nell'approvazione di un bilancio comunale si parla di ''crediti di dubbia esigibilità'' la gran parte di essi derivano da multe non riscosse, da evasione fiscale volontaria oppure da difficoltà di recupero dei crediti da imposte locali come l'I.M.U. e l'addizionale comunale non versate da contribuenti che si trovano in grave crisi economica. Il tema è interessante e il Gufo ha scritto alcuni concetti informativi di base, lasciando ovviamente ''mano libera'' ai lettori di proseguire la discussione e di arricchire l'argomento con le loro libere opinioni e con le loro considerazioni personali
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