Nel Consiglio Comunale del 31 luglio 2017 è saltato fuori il mistero della ''mozione fantasma'', che al Gufo più che un mistero è sembrato l'ennesimo teatrino che è precipitato rapidamente in farsa in questa logorante legislatura comunale. Vediamo di ricapitolare i fatti della serata. E' presente tra il pubblico il consiglio direttivo della sezione locale della Lega Nord al gran completo, con la segretaria Monica Novali e il consigliere del direttivo Fabio Cornali. I consiglieri della Lega Nord hanno fatto ''sudare freddo'' il sindaco, che è visibilmente irritato e agitato quando si rende conto che il numero legale è a rischio, oltre a Fiorenzo Falconi assente per ferie - ma qui è colpa grave del sindaco e del capogruppo di ''Lista Benini'' che sono entrambi esponenti di Forza Italia avere convocato un Consiglio Comunale sul bilancio sapendo che un proprio consigliere sarebbe stato assente - risulta infatti assente Clementina Belotti e quindi la maggioranza dispone di sei consiglieri più il sindaco, ossia il numero legale minimo. Quelli della Lega restano fuori dall'aula 15 minuti prima di iniziare la seduta e il sindaco a un certo punto si spazientisce e si rivolge al capogruppo di lista, gli chiede di uscire dall'aula e di fare entrare ''i ribelli''. Inizia un lungo teatrino, a turno i consiglieri leghisti entrano ed escono dall'aula con fogli in mano, parlano con la segretaria di sezione, hanno l'orecchio al telefonino, praticamente se ne fregano di quello che viene detto in aula nella discussione degli argomenti all'ordine del giorno. Si parla di bilancio ma l'assessora al Bilancio non dice una parola, la relazione è affidata al responsabile dell'Ufficio Ragioneria e al sindaco. Un paio di volte si assiste all'assurdità della scena che un tesserato di Forza Italia presente tra il pubblico, che non è consigliere comunale, esce dall'aula e va a chiamare i consiglieri comunali che hanno dato vita a questo lungo ''via vai'' tra l'aula e il corridoio della biblioteca, compresi quelli della Lega, chiedendo loro di rientrare in aula.
Dopo una serie di fogli di carta passati di mano in mano, il sindaco a un certo punto interrompe la discussione e dopo la votazione del punto all'ordine del giorno sulla variazione di bilancio sospende la discussione e chiede alla maggioranza di appartarsi per discutere ''in separata sede'' perchè sarebbe pervenuta sul suo tavolo ''una mozione''. Non può essere pervenuta nessuna mozione ufficiale in quanto le mozioni ufficiali devono essere depositate all'Ufficio Protocollo almeno dieci giorni prima di essere discusse in Consiglio Comunale, e quindi a costo di essere un cavilloso formalista il Gufo la definisce un foglio di carta, una ipotesi di scuola, ma non ''una mozione''. Nessuno a parte il sindaco e quelli della maggioranza, ma certamente non tutti loro visto che due persone erano assenti, ha visto e letto materialmente il contenuto di quel foglio di carta. In modo irrituale e ai limiti della legittimità la maggioranza va a discutere ''in separata sede'', ma dovrebbero discutere solamente i consiglieri, non si capisce a quale titolo si intromettono altre persone come i segretari dei partiti e gli assessori esterni non consiglieri che non hanno diritto di voto in Consiglio Comunale. La discussione si trascina per oltre 20 minuti e dal giardino della biblioteca si possono sentire le urla di alcune persone che hanno partecipato alla discussione e che sono visibilmente irritati e alterati. Si rientra in aula e il sindaco annuncia che non esiste nessuna mozione, infatti non legge nulla e niente viene posto in discussione e in votazione fatta eccezione che per il punto dell'ordine del giorno del riconoscimento del debito fuori bilancio, tira fuori una banalità dicendo che quel foglio voleva impegnare la maggioranza a votare ''SI'' al referendum sull'autonomia della Regione Lombardia del 22 ottobre, ma a questa versione inverosimile non crede nessuno, e infatti nessuno della minoranza ha mai visto quel foglio di carta nè in aula e nemmeno fuori dall'aula. Cristian Pagani, a sorpresa e senza averlo annunciato con una dichiarazione di voto prima del gesto, si astiene e vota in dissenso rispetto agli altri consiglieri di maggioranza che approvano il riconoscimento del debito fuori bilancio. Pieremilio Pagani pur votando a favore lascia intendere che nei prossimi giorni si riserva di verificare se è possibile individuare ''fuori dalla politica'', e quindi tra i funzionari comunali, un responsabile materiale dell'errore procedurale che ha portato al debito fuori bilancio e in modo sibillino fa capire che intenderà proporre alla maggioranza di esercitare il diritto di rivalsa nei confronti dell'autore materiale di quell'errore. Il foglio di carta è sparito dalla scena, e nessuno saprà mai se è esistito realmente oppure se è stata la scusa di cui qualche furbetto ha tentato di approfittare per tentare di fare saltare il banco e di rinviare un punto dell'ordine del giorno che non voleva assolutamente votare.
La sceneggiata è finita. Tira aria ''da verifica legale, amministrativa e contabile'' su questa e su altre vicende ''calde'' in discussione in questi giorni nei Palazzi della politica locale, e nei prossimi giorni la proposta di Pieremilio Pagani diventerà assai popolare, i politici a rischio verifica della Corte dei Conti tenteranno di scaricare la responsabilità formale del debito fuori bilancio passando il cerino dalle mani dei consiglieri che lo hanno approvato alle mani di qualche funzionario comunale. Girano e proliferano pareri di avvocati a rotta di collo e non dobbiamo dimenticare che in teoria a settembre è in calendario la previsione di portare in aula del Consiglio Comunale la variazione generale del P.G.T., quella che dovrebbe recepire il tracciato finale della variantina alla S.P. 91 che un comitato locale vorrebbe definitivamente affossare appigliandosi a qualsiasi formalismo pur di sepolcrare per sempre il progetto della ''madre di tutte le strade''. Tutti gli avvocati che sono entrati in azione in questi giorni nel paesello stanno esaminando a fondo e fino all'ultima riga il testo della variante generale al P.G.T. alla ricerca del cavillo che consentirà di mettere in moto lo stillicidio dei ricorsi legali che fanno perdere tempo menando anche per anni il can per l'aia, e il numero legale vacilla vistosamente tra assenze previste per cause di incompatibilità sulle singole osservazioni e assenze ''impreviste'' che si potrebbero verificare a sorpresa e senza preavviso all'ultimo minuto. Per due mesi il sindaco e gli altri consiglieri saranno ''sulla brace e sulla graticola'' chiedendosi se possono contare sulla presenza di tutti e sul voto unanime oppure se qualcuno all'ultimo minuto si chiamerà fuori accampando scuse e pretesti tecnici e politici. L'estate calda della maggioranza è appena iniziata e qualcuno rischia di finire ben presto in ebollizione....
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