giovedì 10 agosto 2017

FLAVIO BIZZONI E CLEMENTINA BELOTTI AVEVANO RAGIONE SUL BILANCIO, MA IL PROBLEMA E' CHE FURONO TROPPO OTTIMISTI

Quando Clementina Belotti ha rassegnato le dimissioni da assessore al Bilancio il 31 maggio 2016,  fece scalpore che annunciò la decisione al blog del Gufo qualche ora prima della effettiva consegna all'Ufficio del Protocollo della lettera di dimissioni,   e  il Gufo riuscì a fornire uno scoop informativo quasi in tempo reale.    Fatta eccezione per il formalismo,   che non cambiava di una virgola la sostanza che era costituita dalla decisione di dimettersi ormai diventata irrevocabile,   prima di togliere il disturbo aveva fatto approvare in Consiglio Comunale il bilancio di previsione 2016  e  in Giunta il bilancio consuntivo 2015,   con delibera del 27 aprile 2016.   Le scadenze di legge furono rispettate,   i conti erano in ordine anche grazie alla stangata fiscale dell'aumento dell'aliquota I.M.U.  e  dell'aliquota dell'addizionale comunale che avevano portato nelle casse comunali circa un milione e mezzo di euro di maggiori entrate in due anni,   il problema della  ''pulizia contabile''  del bilancio con il famoso riaccertamento dei residui attivi  e  passivi era stato portato a conclusione anche se in modo assai avventuroso  e  complicato,   e  la ex assessora aveva annunciato al Gufo che erano state messe le basi e i fondamenti per una tranquilla navigazione per tutto il resto della legislatura,    compresa la possibilità di realizzare alcune opere pubbliche previste nel programma elettorale.    Purtroppo il suo timore era quello che uscita di scena lei ne avrebbe approfittato il resto della compagnia  e  uno di loro in particolare per annunci alla stampa trionfali e spericolati,    per continuare con una gestione caotica e improvvisata nei Lavori Pubblici,    ma lei era stata troppo ottimista  e  pensava che le basi contabili sarebbero state talmente solide da resistere almeno per la durata residua di questa legislatura alla tempesta politica che già in quel momento era in pieno svolgimento.    Non aveva considerato l'ipotesi che il travolgente Cesare Augusto locale insieme  ai suoi servitori avrebbero dato vita prima al valzer delle deleghe passate di mano in mano  e  per sei mesi rimaste nelle mani di una sola persona,    poi al valzer degli annunci sulla variantina,    quindi al tragicomico balletto contabile dei  ''lavori in corso''  e  delle contabilità lavori che non sono mai pronte e definitive,   e  la conseguenza inevitabile è che il 31 luglio 2017,   ossia poco più di un anno dopo le sue dimissioni,   in Consiglio Comunale è saltato fuori a sorpresa il primo debito fuori bilancio.       Il tutto in mezzo a un vero e proprio stillicidio iniziato con la lettera della Corte dei Conti che si lamentava per il ritardato invio di un questionario allegato al bilancio consuntivo 2015  e  che il sindaco è stato costretto a leggere in aula per volontà dell'organo di controllo contabile,   proseguito con il commissariamento per il mancato rispetto della scadenza entro la quale approvare il bilancio consuntivo 2016  e  condito da una marea di errori materiali  e  di veri e propri strafalcioni contenuti nei documenti consegnati ai consiglieri comunali prima delle sedute riguardanti gli argomenti di bilancio.    E in mezzo a tutto questo,   non sono mancate le risse politiche tra la Lega Nord e Forza Italia con consiglieri che si sono astenuti su alcune votazioni in Consiglio Comunale su argomenti di bilancio e con assenze improvvise di altri consiglieri alle sedute in materia di bilancio.

Flavio Bizzoni,   consigliere di minoranza del  ''Patto per Castelli Calepio''  ed ex sindaco nella legislatura durata dal giugno 2009 fino al maggio 2014,   in realtà in mezzo agli annunci trionfali giulivi e giocondi non ha mai creduto,   preferendo mantenere un atteggiamento prudente al punto che spesso è stato etichettato come  ''un disfattista''.    Già da tempo l'ex sindaco fa presente che,   a parte gli annunci e i colpi di scena gettati in pasto al popolo per motivi di pura propaganda elettorale,   la realtà è quella di un Comune che ha aumentato le tasse  e  che fa fatica a tirare avanti con una gestione decente dell'ordinaria amministrazione.   Poco più di un mese fa,   il 29 giugno 2017,   aveva parlato in aula di  ''un bilancio di pura sopravvivenza''  chiedendo ai politici di Lega Nord e di Forza Italia di fare pressione sui loro referenti regionali e nazionali per evitare l'approvazione di normative sempre più rigide e di vincoli sempre più penalizzanti nei confronti dei Comuni,   affermando che questo era il vero compito di un sindaco,   ossia quello di farsi portavoce per la comunità da lui rappresentata in questa battaglia per mantenere ai Comuni un minimo di autonomia  e  di risorse per riuscire a gestire i problemi quotidiani.    Come sempre il Cesare Augusto si lasciava andare ai suoi annunci trionfali  e  ai proclami,    e  nella maggioranza se ne fregarono tutti di quello che diceva in aula l'ex sindaco.    In questi giorni sui social network  e  nel paesello si legge di un campo in sintetico ridotto allo stremo delle forze che necessita di manutenzioni urgenti,   di buche nelle strade non riparate,   di riduzione di quasi 50.000,00  euro delle risorse per le asfaltature risultanti da bilancio comunale,   di raccomandazioni del responsabile della Ragioneria che invita gli altri uffici a   ''fare economie di spesa''  e  a segnalare tempestivamente tutte le spese impreviste,    di alcune zone del paesello sporche  e  con carenze di manutenzione,   di un intervento di messa in sicurezza del torrente Gambone che non può superare i 20.000,00  euro  e  che è stato approvato senza grande entusiasmo da parte del sindaco,    mentre ormai non si fa più nemmeno cenno alla possibilità di ridurre le tasse locali in questa legislatura  oppure  di riuscire a realizzare in tempi brevi e certi le opere che erano state solennemente annunciate.    Era esattamente quel  ''bilancio di pura sopravvivenza''  di cui parlava Flavio Bizzoni il 29 giugno,   l'ex sindaco fu addirittura troppo ottimista rispetto a una realtà che ormai si trascina stancamente da mesi  e  che si tocca con mano tutti i giorni nella gestione quotidiana dei singoli settori di cui si deve occupare l'amministrazione comunale,    mentre le risse politiche interne alla maggioranza non accennano a diminuire   e  devono intervenire ormai quasi mensilmente i segretari provinciali di partito a dare ordini perentori ai responsabili delle sezioni locali  e  a spadroneggiare su Castelli Calepio come veri e propri  ''commissari esterni''  non eletti da nessuno.   

Clementina Belotti aveva ragione,   Flavio Bizzoni aveva visto giusto,   e forse anche lo scrittore solitario del blog in questi anni non aveva scritto solamente fesserie....   Al Gufo non importano riconoscimenti postumi  e  sentirsi dire  ''avevi ragione tu'',    ma vorrebbe almeno evitare di assistere al deplorevole spettacolo di alcuni anziani e giovani personaggi della politica locale che hanno iniziato in modo evidente a defilarsi  e  a prendere le distanze,   perchè non vorrebbe essere costretto tra un anno e mezzo in piena campagna elettorale a sentire con le sue orecchie qualcuno che si propone come  ''il cambiamento''  dopo che ha partecipato,   direttamente oppure come accanito sostenitore che derideva sempre quelli che criticavano,   alla festa giuliva e gioconda andata tristemente in scena in questi lunghissimi tre anni e mezzo di legislatura                




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