Lo scoiattolino solitario prova a descrivere una cena particolare, quella che consuma nella sua tana sull'albero giovane nei periodi di grande stanchezza fisica dovuti al caldo atroce dell'estate. Quello scoiattolino innanzitutto porta ancora i segni delle ferite della fuga dalla tana dell'albero secolare verso quella dell'albero giovane, durante la quale è stato sorpreso dalla tempesta e soccorso da due medici scoiattoli ma è rimasto duramente ferito, e quindi provvede a versare il prezioso brodo di pollo sempre tiepido che gli hanno lasciato i medici scoiattoli in una piccola ciotola, una porzione sufficiente per recuperare le forze. Lo scoiattolino sorseggia lentamente il brodo di pollo, a cui ci ha aggiunto un po' di crema di verdura per rendere più saporita la bevanda e per recuperare le forze, poi estrae dal mobiletto che contiene la scorta e la provvista una piccola nocciola con cui completa la propria cena semplice ma sostanziosa e assai nutriente. Lo scoiattolino a questo punto si aiuta con la sua preziosa stampella di legno massiccio e si posiziona alla postazione dello scrittoio, compone alcune poesie e le invia agli ''scoiattolini lettori'', passa in rassegna le fotografie delle sue perlustrazioni nella foresta e inizia a consultare il catalogo per progettare nuove perlustrazioni. Intorno a lui regna il silenzio e anche se ci fosse qualche rumore molesto lo scoiattolino non si lascia distrarre e nemmeno indurre in tentazione, rimane al sicuro nella propria tana dalla quale l'esperienza gli consiglia di uscire solamente quando può farlo in sicurezza e con una buona protezione per il sole estivo. Finita la composizione della sua piccola opera allo scrittoio, lo scoiattolino si ricorda che il riposo nelle sue condizioni di salute è un momento prezioso e si distende sul letto, avendo cura di avere sempre la ciotola nella quale versare un po' di brodo di pollo in caso di improvviso malessere, e ricordando che fuori dalla tana i medici scoiattoli che lo hanno soccorso sono sempre pronti a intervenire per aiutarlo a rimettersi in piedi nel caso in cui dovesse inciampare rovinosamente e farsi male
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