''Dormire meno produce immediati effetti benefici sull'umore della persona depressa'' è la conclusione a cui sono giunti alcuni studiosi americani della Perelman School of Medicine dell'Università dello Stato della Pennsylvenia, pubblicata recentemente sul ''Journal of Clinical Psychiatry'', che propone un sistema ''a rapido miglioramento'' molto drastico; secondo questo studio medico la riduzione a solamente tre o quattro ore di sonno e quindi a circa venti ore di attività giornaliere produce effetti benefici sull'umore anche molto rapidamente, fino al punto che si registrano miglioramenti addirittura nell'arco di uno o due giorni dall'inizio della terapia (che deve essere portata avanti sotto controllo medico, certamente non con un improvvisato ''fai da te'' che potrebbe avere effetti inaspettati e dannosi) e quindi evitare l'utilizzo della tradizionale cura farmacologica a base di anti depressivi che è molto più lenta, è gravata da antipatici effetti collaterali e prima di essere efficiente impiega alcuni giorni. E' in fondo la vecchia idea che ''rimanere svegli e attivi'' è molto meglio, per chi ha un umore pessimista, rispetto a restare passivi e a riposo, in una condizione dove lo sforzo fisico limitatissimo lascia spazio ai pensieri che nel caso della persona depressa sono spesso negativi. Questo studio ha analizzato un numero molto rilevante di casi personali, e avrebbe registrato risultati positivi a breve termine sulla metà dei pazienti per i quali si è sperimentata la soluzione della ''riduzione delle ore di sonno giornaliere''.
Il Gufo giudica interessante questo studio, come tutte le soluzioni che sono proposte per risolvere il problema della depressione senza l'effetto invasivo prodotto dai farmaci anti depressivi, ma preferisce proseguire nel suo cammino pigro e quasi ''da bradipo'', con passo lento ma assiduo e costante, e soprattutto avvalendosi ancora di alcune sedute di psicoterapia cognitiva e di colloqui psicologici che sono un insostituibile momento di ascolto e di confronto con il proprio medico curante. E' certamente un metodo ''da bradipo'' quello del Gufo, ma riflette l'indole profonda dello scrittore solitario e soprattutto consente al Gufo di proseguire nella costruzione di uno stile di vita ''a misura di Gufo'' che per assurdo ha la necessità anche di tenersi stretti i momenti di ''nebbiolina grigia'' e di passività che sconfina quasi nella ricaduta depressiva, ormai imminente come tutti i crolli di umore che diventano ''naturali'' nelle stagioni più fredde e quando la giornata si accorcia diventando presto poco luminosa. Verrebbe a meno, con la riduzione delle ore di sonno e di riposo, una delle caratteristiche profonde del Gufo che nelle stagioni più fredde predilige anche momenti di vera e propria distensione fisica che possa addirittura durare anche delle ore durante lo stesso pomeriggio, un riposo che in realtà è ''fertile di idee'' e quindi produttivo per la scrittura, anche quando risulta nocivo per l'umore e per l'attività fisica. In fondo il Gufo con questo sistema ''da bradipo'' ha letteralmente girato mezza Europa in pullman in circa quattro anni, e quindi un sistema che è costruito ''su misura della singola persona'' e che trae fondamento da quella condizione basilare che è il colloquio psicologico nelle ''stanze dell'ascolto'' dimostra di riuscire a coniugare il valore profondo del rispetto delle antiche tradizioni con la necessità di porre in essere dei correttivi rispetto a un'esistenza che fino a quel momento ha prodotto il crollo di umore e la caduta nella condizione di solitudine e di depressione
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