sabato 9 settembre 2017

''NAUFRAGAR M'E' DOLCE IN QUESTO MARE'', IL GUFO DEDICA IN ESCLUSIVA IL POST DELLA SERATA AL CAPOLAVORO ASSOLUTO DELLA POESIA ITALIANA, ''L'INFINITO'' DI GIACOMO LEOPARDI

Sempre caro mi fu questo ermo colle
e questa siepe,  che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte lo sguardo esclude.
Ma sedendo e mirando,   interminati spazi di là da quella
e sovrumani silenzi,  e  profondissima quiete
io nel pensier mi fingo,   ove per poco il cor non si spaura.

E come il vento odo stormir tra queste piante,
io quello Infinito silenzio
a questa voce vo'  comparando,  e  mi sovvien l'Eterno,
e le morte stagioni e la presente e viva,  e il suon di Lei.
Così tra questa immensità
si annega il pensier mio,
e il naufragar m'è dolce in questo mare.

''L'INFINITO''  di Giacomo Leopardi è il capolavoro assoluto della poesia italiana,  scritto da quello che secondo l'opinione del Gufo è il più grande di tutti gli scrittori italiani,  insieme al siciliano Luigi Pirandello.     Proviamo a comporre  ''il puzzle''  di questa poesia,   mettendo insieme i quattro ingredienti che sono il pessimismo cosmico nel quale versava lo scrittore,   ''il piccolo paesello''  rappresentato dall'ermo colle di Recanati,   l'Infinito  e  la sua immensità,    e  il silenzio e la quiete che sono la caratteristica principale delle persone che versano in condizione di pessimismo  e  anche di depressione.    Tutto si collega e si mette insieme quasi in modo naturale e spontaneo,   lo scrittore solitario si ritira in piccole postazioni che danno una sensazione di ristrettezza  ma  proprio per questo le visioni dello scrittore sono potenzialmente immense e infinite,   la quiete e il silenzio consentono al pensiero di liberarsi  e  quindi di raggiungere gli inimmaginabili traguardi dell'Infinito.    L'Infinito diventa quindi inteso non solamente come spazio fisico potenzialmente immenso,   ma soprattutto come spazio temporale  e  come condizione mentale di un pensiero che quando è libero e riesce a formalizzarsi e a esprimersi grazie all'Arte della Scrittura non conosce limitazioni se non quelle che l'autore pone a carico di sè stesso nei momenti in cui il pessimismo prende totalmente il sopravvento a tal punto da impedire fisicamente la liberazione stessa del pensiero.   

L'INFINITO  parte dal luogo fisico di un colle che si affaccia sul mare  e  da un paesello di una Regione straordinaria come le Marche,    ma rapidamente lo spazio fisico viene sostituito dall'immaginazione  e  dagli orizzonti che quasi per incanto si aprono davanti a chi legge quella bellissima poesia.    Il vento e lo stormir delle piante non sono affatto diversi dalla postazione del Gufo che apre la finestra in primavera,   chiude gli occhi  e  si raccoglie silenziosamente per ore ad ascoltare il melodioso canto degli uccellini,    come se quel concerto musicale spontaneo che nasce  e  trae origine dalla Natura riuscisse a penetrare l'anima dello scrittore non per il compimento del gesto fisico che è l'apertura della finestra della stanza,    ma per la liberazione dei pensieri che quel canto esprime  e  mette in pratica.     L'Immensità,   l'Eterno,   gli indeterminati spazi,   la profondissima quiete   e  i sovrumani silenzi si aprono nel momento stesso in cui ci si dedica,   in modo professionale oppure  ''da dilettante'',   all'Arte della Scrittura che consente proprio il miracolo di aprire davanti a chi libera i pensieri spazi inimmaginabili nella loro vastità  e  nella loro stessa essenza,   e  alla fine la naturale e la logica frase che conclude il pensiero del Leopardi non poteva essere niente altro che  ''naufragar m'è dolce in questo mare'',    perchè il naufragio nel mare dell'Infinito e dell'Immensità conferisce l'Eternità allo scrittore,   ed è la conclusione inevitabile per chi ha vissuto la sofferenza del pessimismo cosmico e della depressione,   capisce a differenza degli altri che la nostra condizione non è eterna,   e  che  ''il dolce naufragio''  nel mare di un'esistenza che a un certo punto del percorso è diventata insostenibile non è niente altro che la conclusione del ciclo naturale della Vita  e  la condizione che apre le porte alla stagione del Grande Riposo




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