lunedì 4 settembre 2017

''QUELLA ERA LA MIA CASA'' E' IL TITOLO DEL PICCOLO SOLILOQUIO SERALE DEL GUFO

''QUELLA ERA LA MIA CASA''.    O.K.,  adesso se ci metti piede si sente un odore orripilante e fortissimo,   sembra che sia stata devastata da un esercito di cavallette,   non riusciresti a riconoscere una sola di quelle piccole stanze alle quali eri affezionato,   molti degli occupanti sono ormai dei patetici vecchi che non fanno niente altro che  ''ripetere a pappagallo''  slogan assurdi e incomprensibili ai limiti del delirio.     Nella  ''vecchia casa''  è stata devastata anche la piccola cucina nella quale a volte si pranzava tutti insieme,   e  davanti a un semplice piatto di pastasciutta fumante condita con un po'  di olio e di basilico idee diverse riuscivano quasi incredibilmente  e  per miracolo a fondersi e a confondersi riuscendo a trovare una piccola sintesi su alcuni argomenti assai complessi da gestire.      Il capo cuoco va avanti ancora a preparare la pastasciutta e a servirla in tavola,    ma adesso che l'ospite se ne è andato via malamente gli altri ne approfittano spesso per divorarsi non solo la pastasciutta,   ma anche il piatto,   travolti da una fame insaziabile  e  da un appetito vorace.    Non c'è più rispetto per il salone della cristalleria,   l'ospite tentava di conservare i vetri più preziosi  e  le composizioni che rappresentavano un piccolo ideale di  ''Bello Estetico''  ma adesso è entrato un elefante che ha distrutto tutto,   non solo il vetro ma anche lo stesso tavolo.    L'ospite si è costruito la propria casetta di legno,   più piccola ma anche dotata di mobiletti e di accessori insospettabili per qualità  e  per comodità di utilizzo.   

Uno si aspetta che di fronte allo scempio della vecchia casa da condividere con altri inquilini spesso rissosi  e  alla comodità di una nuova casa in esclusiva nella quale gli ospiti che entrano sono molto più rispettosi,    non ci possa essere confronto  e  si deve scegliere senza il minimo dubbio il nuovo che ha sostituito il vecchio.   La scelta infatti è questa perchè la razionalità della vita indirizza verso questa soluzione,   ma  ''la vecchia casa''  non sarà mai rinnegata in quanto quella era la casa originaria,    ''quella era la mia casa''  dalla quale si è stati cacciati via ferocemente a bastonate,    ma  nella quale uno sogna sempre di fare ritorno,   magari armato di ramazza per spazzare via il marciume che l'ha fatta precipitare nel degrado  e  restituire anche a quella casa la dignità  e  il decoro che a lungo rendevano quell'ambiente confortevole  e  anche vivibile esattamente come la nuova casetta nella quale l'ospite ha investito tutte le sue energie per costruire una parte del presente  e  anche del futuro

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