lunedì 18 settembre 2017

QUELLI CHE ''SI CANDIDANO A PREMIER'' STANNO PRENDENDO IN GIRO GLI ELETTORI

Per ottenere la maggioranza dei seggi alla Camera dei Deputati una lista deve raggiungere almeno il 40 per cento dei consensi elettorali,   ma anche nel caso in cui il M5S oppure il listone di sinistra oppure un'ammucchiata di centro destra riuscisse a fare il miracolo,   non è affatto scontato che possa governare da sola perchè siamo in un sistema a bicameralismo perfetto  e  quindi deve raggiungere la maggioranza dei seggi anche al Senato della Repubblica,   dove essendo in vigore un sistema di legge elettorale proporzionale pura senza premi di maggioranza serve un numero di consensi molto vicino alla metà  dei voti tenuto presente che sono in carica dei  ''senatori a vita''  non eletti da nessuno  e  che però godono degli stessi diritti di voto in aula degli altri senatori.   E anche a quel punto la vicenda non è finita,   perchè siccome la Costituzione in vigore all'articolo 67 prevede l'assenza di  ''vincolo di mandato''  da parte del singolo parlamentare,  la lista che ha miracolosamente raggiunto la maggioranza per governare in entrambe le Camere deve anche sperare di non essere falcidiata da eventuali e improvvisi  ''cambi di casacca''  dopo le elezioni politiche,   fatto che possiamo dare per certo e scontato nella sua futura realizzazione visto che siamo reduci da una legislatura nefasta dominata da oltre 300  ''cambi di casacca''  in meno di cinque anni,   e  quindi la conclusione del ragionamento politico è molto semplice ossia nessun partito  e  nessuna ammucchiata di partiti di destra e di sinistra sarà probabilmente in grado di raggiungere da sola le due maggioranze nelle due Camere necessarie per governare la nazione.   

I vari Salvini,  Di Maio  e  Silvio B.  che in questi giorni  ''si candidano a presidente del Consiglio''  prendono letteralmente per i fondelli i cittadini e gli elettori.     Non esistono solamente le considerazioni di natura politica espresse in questo post dal Gufo,   che peraltro sono assai ovvie ed evidenti,   ma è la Costituzione stessa che è attualmente vigente che prevede che i cittadini non eleggono il presidente del Consiglio  e  quindi ne discende che non esiste dal punto di vista tecnico nessuna candidatura formale alla carica di presidente del Consiglio.    I cittadini eleggono 945 parlamentari,   e  precisamente 630 deputati e 315 senatori ai quali vanno aggiunti i senatori a vita,   che poi a loro volta si dividono in gruppi parlamentari che esprimono ognuno di essi un capo gruppo.  Il presidente della Repubblica consulta i capi gruppo e nomina come presidente del Consiglio quello che,  dopo trattative politiche nelle segrete stanze delle segreterie dei partiti che spesso sono simili a veri e propri  ''mercati delle vacche e delle poltrone'',   procede alla nomina di un presidente del Consiglio che poi si presenta alle Camere per ottenere il voto di fiducia  ed  entrare quindi nella pienezza dei propri poteri.    Accade spesso in queste situazioni che il presidente del Consiglio non sia nemmeno un parlamentare,   come ad esempio fu il caso di Carlo Azeglio Ciampi nel 1993 oppure di Lamberto Dini a inizio 1995,   oppure che sia stato nominato  ''senatore a vita''  come Mario Monti nel novembre 2011  e  quindi in quanto  ''senatore a vita''  non eletto dai cittadini.   Ergo i grandi difensori della Costituzione del referendum di dicembre 2016 dimostrano di non conoscere benissimo quello che prevede la Costituzione,   oppure peggio ancora fanno finta di non conoscere questi dettagli nella speranza di riuscire a turlupinare qualche elettore ingenuo e poco informato  e  quindi di raccattare consensi elettorali  ''facendo numero''   grazie all'utilizzo spregiudicato di questi argomenti demagogici.   

Dopo le elezioni politiche della primavera 2018,   salvo miracoli impensabili in questo momento  e  come ammette peraltro anche lo stesso direttore di  ''Libero''  Vittorio Feltri in un editoriale di oggi,  nessuno dei tre schieramenti avrà la maggioranza in entrambe le Camere  e  quindi si dovrà per forza procedere al solito  ''governo tecnico''  oppure  ''governo di larghe intese''  che vada anche bene all'Unione Europea,   alla Banca Centrale Europea  e  a  tutta una serie di  ''poteri forti''  che i cittadini italiani non hanno mai eletto.    Si sapeva benissimo,   il 4 dicembre 2016,   che votando  ''NO''  al referendum costituzionale  e  quindi tenendo la Costituzione attuale con il suo scelleratissimo sistema  ''a bicameralismo perfetto''  e  il suo esercito di 945 parlamentari il risultato finale sarebbe stato questo,   ossia della continuazione dei  ''governi tecnici''  e  dell'inciucio politico permanente tra ex democristiani di destra ed ex democristiani di sinistra che di giorno fanno finta di scannarsi tra loro  e  poi la notte nelle segrete stanze si mettono d'accordo per turlupinare il popolo e gli elettori.   I vari Salvini,   Di Maio  e  Silvio B.  sanno benissimo tutto questo perchè non sono nati ieri  e  non sono ingenui,   ma per ora puntano a garantirsi un buon numero di parlamentari per incassare vitalizi,   indennità di funzione  e  rimborsi elettorali vari,   e  poi quando si sarà insediato il mitico  ''governo di larghe intese''  in Parlamento faranno di tutto per sostenerlo anche con il classico trucchetto delle  ''assenze tattiche''  e  della  ''finta opposizione''   in modo da tirare a campare altri cinque anni incassando mega stipendi pubblici,    e  poi una volta usciti dal Parlamento potranno andare avanti altri cinque anni a sproloquiare demagogicamente di complotti comunisti,   di complotti dei poteri forti  e  dell'Unione Europea  e  di  ''dittature''  di presidenti della Repubblica  e  di governi non eletti,   perchè in Italia una parte della politica fa proprio questo,   urla continuamente ai  ''colpi di Stato''  e  poi con la propria inefficienza  e  la propria incapacità a votare uno straccio di legge elettorale decente rende praticamente  ''una via obbligata''  la consumazione di queste forzature politiche e costituzionali 

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