Quello che accade in Catalogna è inammissibile in un contesto di Unione Europea nel quale sono garantiti i diritti fondamentali di tutti i cittadini, il primo tra i quali è quello della libertà di pensiero e di espressione. Il Gufo ad esempio non andrà a votare per il referendum lombardo veneto del 22 ottobre, lo giudica palesemente inutile perchè ''non è carne nè pesce'', non è un referendum indipendentista ma contiene una domanda demagogica e generica che chiede ''via libera'' per aprire una trattativa politica che sarà per forza di cose improduttiva perchè si dovrà aprire tra un governo nazionale ormai ''a fine stagione'' e una Regione in scadenza naturale della legislatura e quindi in piena campagna elettorale, ma fatta questa valutazione il Gufo non si sognerebbe MAI di invocare l'intervento delle Forze dell'Ordine per sequestrare le schede oppure per impedire l'esercizio della possibilità di andare a votare per chi desidera farlo, e il Gufo inorridisce al solo pensiero che si possano limitare manifestazioni spontanee come gazebo promozionali oppure distribuzione di materiale pubblicitario e di propaganda che sono ''normale attività politica'' che fa qualsiasi partito in qualsiasi nazione libera dell'Unione Europea. Nel Regno Unito si è celebrato un referendum ''indipendentista'' meno di due anni fa, i cittadini scozzesi furono chiamati a decidere se continuare a fare parte del Regno Unito oppure se costituire una nazione indipendente, nessun governo nazionale e nessun alto rappresentante delle Forze Armate del Regno Unito si sognò di intervenire e di sequestrare le schede per impedire l'esercizio del libero diritto di voto dei cittadini scozzesi. In Repubblica Ceca e in Slovacchia addirittura nel 1993 due governi nazionali nei loro massimi livelli decisero pacificamente di sciogliere la Cecoslovacchia che fino a quel momento era una nazione sovrana contenente nella propria Costituzione il divieto di secessione esattamente come la Spagna, ma non ci fu nessun intervento delle Forze Armate di quella nazione e nessuno ''stracciarsi le vesti'' da parte dell'Unione Europea per impedire una pacifica separazione tra due nazioni che purtroppo non riuscivano più a trovare le ragioni fondamentali per rimanere insieme.
Sono sufficienti queste semplici considerazioni di buon senso per fare auspicare al Gufo che alla fine di questa vicenda l'unico a essere mandato a casa, possibilmente cacciato via a calci nel sedere dal proprio Parlamento oppure anche dalla stessa Unione Europea nei suoi più alti vertici istituzionali, possa essere il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, democristiano di destra inetto e incompetente che non ha saputo risolvere la situazione delicata con il dialogo e con la capacità di intavolare negoziati politici che un uomo di ventennale esperienza deve possedere come requisito principale per essere in grado di guidare una delle più importanti nazioni europee. Non può essere accettato e accettabile che siano state arrestate diverse centinaia di persone in questo modo plateale e davanti alle telecamere di tutto il mondo intero in una nazione europea democratica facente parte dell'Unione Europea, e chiedere la cacciata a chi non è stato in grado di gestire pacificamente la situazione dovrebbe essere ''il minimo sindacale'' che l'Unione Europea stessa chiede alla Spagna, se non vuole perdere la faccia e la reputazione di un luogo di libertà che pone come valore primario e non negoziabile la libera espressione del pensiero da esercitare anche con votazioni e altri strumenti di propaganda politica
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