Quando nel 2014 e nel 2015 esistevano I.M.U. e T.A.S.I. anche sull'abitazione principale, il calcolo dell'imposta dovuta era un vero e proprio delirio. Esistevano innanzitutto quattro diversi calcoli, il calcolo della T.A.S.I. sull'abitazione principale, poi il calcolo della T.A.S.I. sulle aree edificabili e sugli altri tipi di immobili diversi dall'abitazione principale di proprietà del cittadino e non concessi in locazione a nessuno, il calcolo della T.A.S.I. suddivisa tra inquilino e proprietario nel caso di immobili concessi in locazione a terzi, infine il calcolo dell'I.M.U. su tutti gli immobili diversi dall'abitazione principale e sulle aree edificabili. Esistevano quindi quattro tipi di calcoli, ognuno dei quali cervellotico perchè ogni singolo Comune aveva le proprie aliquote, le proprie detrazioni sulla prima abitazione, i propri metodi di calcolo e i propri codici tributo, un codice tributo per ogni singolo immobile. Irrompeva nello show anche lo Stato perchè sui capannoni industriali e sugli immobili adibiti a banche e istituti di credito di categoria catastale ''D'' la maggior parte del malloppo dell'I.M.U. calcolata su quella tipologia di immobili finisce nelle casse statali e non in quelle comunali. Era quindi un vero e proprio delirio contabile e amministrativo, e quando doveva arrivare per forza il salasso dell'aumento delle tasse fino all'aliquota massima era meglio fare come fece Clementina Belotti ex assessore al Bilancio, una mazzata unica con l'I.M.U. portata al 10,60 per mille ma niente T.A.S.I. sulla prima abitazione e niente T.A.S.I. nemmeno su altri tipi di immobili, e quindi la bastonata era solamente sulle tasche del cittadino ma richiedeva solo un tipo di calcolo che era molto semplice in quanto esisteva un'aliquota unica e soprattutto esentava dalla stangata i soli proprietari dell'abitazione principale e delle sue pertinenze come autorimesse, depositi e cantine annesse all'abitazione di proprietà del cittadino dove lui aveva la propria residenza. La conclusione di questo ragionamento è assai semplice, quando Matteo Renzi a partire dall'anno 2016 ha depennato questa assurda imposta sull'abitazione principale, e prima di lui lo aveva fatto anche Silvio B. dal 2008 fino al 2011 con la differenza che Renzi saggiamente l'ha depennata solo per l'abitazione principale e non per i comodati d'uso genitore / figli che avevano generato veri e propri eserciti di ''furbetti'' pronti a non pagare con il giochino delle residenze fittizie, ha innanzitutto facilitato la vita ai cittadini eliminando un'imposta e riducendo tutta la burocrazia che quei calcoli complessi si trascinavano dietro, visto che i soli proprietari dell'abitazione principale e delle sue pertinenze sono totalmente esentati da ogni versamento e quindi per loro non si deve perdere tempo a calcolare e a versare nulla visto che nella maggioranza dei casi si perdeva inutilmente tempo per calcolare e far versare somme irrisorie di poche decine di euro.
Qualche politicante ogni tanto, e in questi giorni ci riprovano la coppia di ex comunisti D'Alema e Bersani insieme al settore più retrogrado della C.G.I.L., ripropone di reintrodurre il carrozzone dell'imposta sull'abitazione principale, ossia di creare quel mostro delirante di ''slalom gigante'' che addetti contabili, cittadini semplici e dipendenti comunali devono fare tra aliquote e detrazioni differenziate e magari non uniche ma ''a scaglioni'', e tra le migliaia di delibere sfornate ogni anno dai fantasiosi amministratori locali che quando c'è da complicare la vita al cittadino non si tirano quasi mai indietro. Il Gufo auspica che resti in vigore il sistema attuale e che si risponda con una pernacchia a queste burocratiche richieste, perchè si deve andare avanti verso una semplificazione del sistema fiscale e quindi una sua riduzione al minimo essenziale in termini di complessità. Più i calcoli sono semplici e facili da eseguire, più ne trae vantaggio la stessa amministrazione fiscale che non deve correre dietro a multe da pochi euro per semplici errori formali e di calcolo ma può concentrare le proprie risorse a caccia di chi non versa nulla e soprattutto di chi aggira le regole con il giochino delle residenze fittizie ma in realtà inesistenti, e se si tornasse a una sola imposta accorpando I.M.U. e T.A.S.I. in un'unica tassa locale sugli immobili sarebbe ancora meglio perchè semplificherebbe ancora di più la vita alle persone semplici. Si dovrebbe parlare di questo quando si parla di finanza e di fiscalità locale, ma invece si fanno le proposte per correre dietro alla parte di elettorato più ''ideologica'' e quindi demagogica e spesso il sistema produce veri e propri mostri fiscali e burocratici come furono l'I.M.U. di Monti del 2012 e la sciagurata accoppiata I.M.U. / T.A.S.I. su qualsiasi tipologia di immobile dei due anni 2014 e 2015
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