venerdì 1 dicembre 2017

''ASSASSINIO SULL'ORIENT EXPRESS'', LE RIFLESSIONI DEL GUFO

''Assassinio sull'Orient Express''  è uno dei più celebri romanzi  ''gialli''  di Agatha Christie,   che ha dato vita a diverse versioni di film la più recente delle quali è in uscita proprio in questi giorni nelle principali sale cinematografiche della Provincia di Bergamo.     E'  il film nel quale si dibatte tra il dilemma annoso della  ''giustizia in aula giudiziaria''  contro la  ''giustizia reale''.    Un feroce assassino sequestra una bambina e chiede il riscatto alla famiglia,   uccide la bambina malgrado la famiglia aveva pagato il riscatto,    del delitto viene accusata un'innocente che si toglie la vita,   mentre anche i genitori della bambina periscono tragicamente  perchè  il padre si toglie la vita dopo che la madre,   che era incinta al momento del sequestro di persona,    sconvolta dalla notizia partorisce prematuramente un bambino morto  e  non sopravvive nel parto.    Le vite di 12 persone,   in qualche modo legate alla famiglia della bambina sequestrata e uccisa,   sono sconvolte e distrutte a tal punto che non esiste altra soluzione che togliere di mezzo il brutale assassino,   tecnicamente si tratta di  ''vendetta''  e  di  ''omicidio''  anche se è anomalo perchè commesso in complicità da 12 persone  ma  la  ''giustizia vera''  dice che non è vendetta,   ma è solo l'eliminazione fisica di un personaggio squallido che aveva commesso crimini ripugnanti.    Si ritrovano tutte sullo stesso treno quelle 12 persone,   una di esse e precisamente l'ex maggiordomo della famiglia distrutta è ormai destinata a morte sicura essendo afflitta da un male incurabile,   e  hanno un'ultima missione da compiere tutti insieme per riuscire a  ''liberarsi in volo'',    elaborando il lutto del passato  in modo  da iniziare finalmente a costruire un futuro migliore.   

Hercule Poirot,   l'investigatore,   ha sempre considerato l'omicidio con grande severità  e  si è sempre dato da fare utilizzando la propria intelligenza per assicurare gli assassini alla giustizia e alla condanna,   questa volta vacilla nelle proprie convinzioni profonde a tal punto che dopo avere scoperto l'inquietante svolgimento del delitto non consegna i colpevoli alla polizia,   perchè fa prevalere la  ''giustizia reale''  sulla giustizia legale e formale.    Le certezze antiche dell'investigatore vacillano fino a crollare di fronte a una situazione eccezionale,   si impone una soluzione di emergenza in un caso di emergenza in cui in realtà gli assassini furono le vittime di un brutale omicida che aveva rovinato per sempre le loro esistenze,   e  per rimettere in equilibrio la bilancia il Destino chiede che alle vittime di trasformarsi improvvisamente in carnefici per mettere fine all'esistenza scellerata di quel criminale che proseguiva nella propria vita delittuosa e sciagurata.    Il Gufo esce dalla visione del film senza certezze esattamente come il grande investigatore,   e  ha modo di riflettere ancora una volta sulle vicende della vita,   le aule giudiziarie ci forniscono la  ''giustizia legale  e  formale''   ma esiste una  ''giustizia''  diversa,   imprevedibile perchè varia caso per caso,   che a volte ci indica la via da seguire,   anche una via dolorosa e violenta.     Hercule Poirot ha ricostruito i fatti come si sono svolti nella loro reale essenza,   ma ha scelto di essere  ''uomo imperfetto''  e  non giudice,   ha scelto di esaltare la propria intelligenza dicendo  ''c'è la cosa giusta da fare,   c'è la cosa sbagliata,   ma in mezzo ci siete voi con la vostra storia''.     In mezzo c'è la vita,   che a volte in modo quasi beffardo ci impone di fare  ''quella cosa''  proprio perchè pur non essendo  ''la cosa giusta''  pone rimedio a un'ingiustizia ancora peggiore  e  provvede a correggere il Male utilizzando gli strumenti stessi con il quale di solito il Male si manifesta 

       

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