E' la giornata della neve, poi della pioggia, infine dell'aria fresca e purissima, lavata dagli eventi atmosferici e quindi restituita al suo splendore. In queste giornate che trascorrono a ritmo molto lento, a causa della difficoltà nei movimenti fisici e della voglia di rimanere rinchiusi in un ambiente caldo e riparato, i pensieri sono quasi ''prigionieri'' e non riescono a esprimersi liberamente, a uscire dall'orticello. Quando il pensiero non è libero l'anima è appesantita e contiene dentro di sè qualcosa di opprimente, è come se avesse fretta di trascinare il resto del corpo verso il riposo fisico, in modo da ''mettere in archivio'' la giornata e da predisporre la situazione verso un giorno successivo che non può essere peggiore di quello appena concluso. Nel Gufo le giornate lunghe e interminabili sono state per troppo tempo la normalità e la quotidianità, l'anima piena di afflizioni è stata per lunghi periodi la protagonista assoluta dell'esistenza umana e terrena dello scrittore solitario, e scarsa era l'immaginazione e la produttività creativa in quei periodi sterili e opprimenti. E' stato lungamente represso e anche fortemente depresso il Gufo, i suoi incredibili silenzi nella stanza chiusa sono angoscianti e pesanti, l'immensità che circonda quella stanza non riesce a penetrare nelle quattro mura per invadere con le sensazioni del mondo esterno i momenti di vita pacifica e inquieta che si consumano nel ''piccolo mondo''. E' lunghissimo l'inverno di chi in passato ha sofferto di depressione, è la stagione dell'umore calante dove la resistenza che evita la fiacchezza fisica e l'appesantimento delle giornate infinite diventa ''il ponte'' che conduce verso la salvezza che sarà il ritorno della primavera, che nel caso personale del Gufo coincide spesso con la possibilità di viaggio olandese a godere della spettacolare fioritura dei tulipani e dei colori del parco di Keukenhof. Il Gufo si appresta quindi a fare come il mitico scoiattolino della tana dell'albero giovane, che appena capisce che è in arrivo l'inverno e che la nebbia e il freddo circonderanno la tana e gli impediranno di uscire si predispone per andare in letargo, fa economia con la provvista accumulata nella bella stagione, consuma piccole porzioni di brodo di pollo caldo e fumante e poi passa ore intere nello scrittoio e nell'albero ricoperto con la pelliccia della stagione invernale, curando soprattutto il riposo più che l'azione. La vita è anche pigrizia, e l'inverno del Gufo ricorda allo scrittore che nel momento di difficoltà si deve rallentare il passo e sostituire l'azione con il riposo e si deve indirizzare il pensiero verso piccole dosi di positività che possono impedire il collasso psicologico di chi ha lungamente sofferto....
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